I COMMENTI
Fondo Amianto e pizzo islamico: le voci dei dem Moretti e Bhuiyan
Il consigliere regionale: «Negare la discussione è occasione sprecata». Su estorsioni nella comunità bengalese, il consigliere comunale: «Necessarie prove concrete».
Non tardano ad arrivare le reazioni del centrosinistra a seguito della seduta del Consiglio Comunale di ieri a Monfalcone. Ad intervenire, sono il consigliere comunale Sani Bhuiyan e quello regionale Diego Moretti del Pd. «Dispiace che, ancora una volta, Fratelli d’Italia perda un’occasione per distinguersi da Cisint e company su temi rilevanti come il Decreto della vergogna Giorgetti-Calderone sul Fondo vittime amianto – afferma Moretti - negare, ancora una volta, la discussione in Consiglio comunale a Monfalcone è stata l’ennesima occasione persa, non rispettosa per quello che le famiglie del territorio hanno pagato in termini di lutti, sofferenze ed ingiustizie».
«Allo stesso modo – continua - guardare sempre indietro alla transizione del 2016 non aiuta a definire quella che oggi invece dovrebbe essere la priorità, quella di guardare avanti ed evitare una nuova ingiustizia nei confronti degli ex esposti, delle vittime e dei suoi eredi».
Moretti rinnova quindi l’appello a FdI a sensibilizzare i propri deputati a votare alla Camera l’emendamento Serracchiani che propone lo storno dei 20 milioni annui dal Fondo del quale beneficerà, salvo novità sul procedimento aperto dall’Unione Europea, solo Fincantieri a quello del 2007, rivolto alle sole vittime ed eredi. «Su questo ci si misuri, non su fatti di otto anni fa» conclude Moretti.
A richiamare chiarezza e responsabilità sui presunti casi di estorsione e pizzo nelle ditte gestite da cittadini bengalesi, è Bhuyan. «Le recenti dichiarazioni dell'ex sindaco su un presunto sistema di pizzo estorto alla comunità bengalese sono gravi e meritano un'attenta riflessione – sostiene il dem che siede i n Consiglio comunale - da una parte condanniamo fermamente ogni tipo di estorsione o abuso, dall'altra riteniamo irresponsabile lanciare accuse così pesanti senza prove concrete».
«Secondo quanto dichiarato, alcuni cittadini del Bangladesh avrebbero confidato a Cisint di essere vittime di questo sistema, ma di avere paura a denunciare alle forze dell’ordine – continua Bhuyan - tuttavia, è doveroso ricordare che la paura o le ipotesi non bastano: servono fatti e verifiche per sostenere tali affermazioni. È singolare che, dopo anni in cui non si è mai occupata concretamente della tutela dei lavoratori stranieri, ora che le elezioni si avvicinano, vengano sollevate questioni che rischiano di gettare discredito su un’intera comunità. Accuse di questo tipo non solo danneggiano la reputazione delle persone oneste, ma minano anche la coesione sociale della città.
Ricordiamo che già in passato si è parlato di altre accuse infondate, come quella delle spose bambine». «Anche allora si è rivelato che i casi reali erano estremamente isolati – conclude il dem - la Questura ha recentemente confermato che, in 10 anni, a Monfalcone si sono verificati solo due episodi. Invitiamo l’Amministrazione a verificare la fondatezza di queste affermazioni e, qualora si rivelassero infondate, a prendere posizione chiara per difendere l’immagine della città e la dignità delle persone coinvolte. Accuse senza prove non aiutano nessuno, anzi, rischiano di alimentare tensioni inutili e dannose. Monfalcone merita un dibattito politico basato su fatti concreti e non su speculazioni elettorali».
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.