Le posizioni
Otto sindaci non ci stanno sul Fondo Amianto, «arriveremo in Parlamento»
Ai sette che avevano proposto l'ordine del giorno nell'assemblea dell'Ambito si aggiunge Fogliano Redipuglia: «Non tema politico, è per la comunità».
Porteranno, ognuno nei rispettivi comuni, la discussione all’interno dei Consigli comunali: gli otto sindaci – i sette proponenti più Fogliano Redipuglia – che, mercoledì, durante la riunione dell’assemblea dell’Ambito socioassistenziale, erano pronti a discutere e votare il documento d’indirizzo sul tema amianto, hanno deciso di fare fronte comune e proporre singolarmente lo stesso ordine del giorno. Il tema è chiaro, ovvero chiedere una revisione a livello nazionale delle norme, dal decreto legge di febbraio 2023 fino al decreto interministeriale di dicembre 2023, per impedire alle società partecipate di accedere ai fondi destinati alle vittime dell’Amianto.
La discussione, mercoledì, non era andata in porto: il Comune di Monfalcone, dal canto suo, ha ribadito fin da subito a margine dell’assemblea come «il Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Territoriale è la struttura organizzativa chiamata a gestire importanti prestazioni rivolte ai soggetti fragili. Il ruolo di questo organismo è quello di stabilire le scelte e gli indirizzi che attengono al suo funzionamento, non essendo, com’è evidente un organo di rappresentanza generale e che quindi può operare in materie che esulano i propri campi di competenza su cui assumere specifiche prese di posizione.
Su queste basi, l’amministrazione comunale attende il parere che si è ritenuto di richiedere alla Regione, che potrà utilmente indicare la possibilità o meno di far esprimere questo organismo in merito al Fondo per le vittime dell’amianto previsto dal DL 34 2023 per l’erogazione di finanziamenti alle persone colpite da asbestosi».
Oggi i sindaci hanno ribadito le proprie posizioni, annunciando che, come detto ognuno porterà all’interno dei propri consigli comunali l’ordine del giorno condiviso, ovvero il documento già proposto all’assemblea dell’Ambito: «La nostra richiesta – così Vlasta Jarc, vicepresidente dell’Ambito – è stata rigettata con motivi pretestuosi»; dichiarazioni confermate dal sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan, secondo cui «la discussione è stata un arrampicarsi sugli specchi. Tutta la storia è una grave mancanza di rispetto verso i morti». Mauro Benvenuto, sindaco di Ronchi dei Legionari, nel cui municipio, tra l’altro, si è tenuta la conferenza stampa, ha definito il tutto «qualcosa di antidemocratico».
Un documento che «non è politico perché siamo tutti andati sulla stessa direzione», come ha ribadito il vicesindaco di Turriaco, Nicola Pieri, e che è stato condiviso anche da Fogliano Redipuglia nonostante le prime indiscrezioni vedessero il Comune virare a sfavore dell’ordine del giorno. «È evidente che l’impostazione non è politica, altrimenti non l’avremmo sostenuto», ha sottolineato Cristiana Pisano. «Dobbiamo poter guardare in faccia le nostre comunità». Presenti anche il sindaco di San Canzian d'Isonzo, Claudio Fratta, e di San Pier d'Isonzo, Claudio Bignolin.
L’amministrazione comunale, dal canto suo, aveva ribadito come «sul tema dell’amianto l’impegno e la posizione del Comune sono fuori discussione. Da un lato, l’ente si è sempre battuto per implementare e adeguare i sostegni, anche finanziari, per coloro che hanno contratto patologie asbesto-correlate e per i loro familiari, dall’altro, sin dalla costituzione della precedente giunta comunale, ha messo in campo un piano rilevante di interventi per rimediare all’inerzia che ha caratterizzato in passato il nostro territorio, che si colloca ai vertici nazionali per le terribili conseguenze dell’uso di queste fibre, in particolare nelle lavorazioni del cantiere navale.
La realtà dei fatti consente di distinguere chi, come il Comune di Monfalcone, si è posto concretamente al fianco degli interessi della nostra comunità e chi vorrebbe continuare ad alimentare polemiche anche in questo campo. Per il rispetto del ruolo dell’Ambito quale istituzione locale, il parere regionale, di cui il Comune sarà rispettoso, darà modo di stabilire l’espressione o meno dell’organismo su questo tema», così la nota del Comune.
Sul negato confronto è intervenuta anche La Sinistra, chiamando in causa il rappresentante dell’Ambito nella Commissione regionale amianto, come da delibera regionale 637 del marzo 2023. «Bene ha fatto l'ex assessore Luise ad indignarsi rispetto al decreto interministeriale e esprime chiaramente le contraddizioni anche all'interno del suo ruolo, presenti le sue dimissioni se l'amministrazione di Monfalcone continuerà a impedire il dibattito su un tema così rilevante per le famiglie e i risarcimenti delle vittime. Porteremo la voce dei sindaci e delle Associazioni dentro il consiglio comunale presentando un ordine del giorno che chieda ancora una volta con forza la modifica di un decreto scellerato», così Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo.
Sul tema si schiera anche il Pd con il consigliere regionale Diego Moretti che ha annunciato di voler portare «all’interno del Consiglio comunale di Monfalcone la richiesta di discutere l’ordine del giorno». L’idea del consigliere, condivisa dall’omologo Enrico Bullian, è quella di «coinvolgere anche i rappresentanti del territorio a livello parlamentare per cambiare la norma almeno nel prossimo triennio, perché quest’anno è già andato, purtroppo», conclude Bullian. Quanto ottenuto dai consiglieri regionali, in ogni caso, è l’audizione in terza commissione regionale del dottor Paolo Barbina, direttore del Centro Regionale Unico Amianto del San Polo, e del proprio staff per relazionare sulla questione e sui recenti dati.
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