le critiche
I fondi Pnrr su borgo Castello fanno discutere, «Gorizia non è idonea»
L'associazione Mi Riconosci attacca la decisione su borgo Castello: «Fondi più utili ad altri luoghi».
Continua a far discutere la scelta di Gorizia per il bando Borghi da parte dell'amministrazione comunale. Dopo le perplessità arrivate dal Pd, questa volta è l'associazione Mi Riconosci ad intervenire. “La candidatura fa quasi sorridere - dichiara l'attivista Federica Pasini -. La Regione è riuscita a candidare l’isolato che si trova ai piedi del castello goriziano, in pieno centro storico, per ottenere un finanziamento destinato a piccoli borghi che devono affrontare difficoltà come spopolamento e abbandono, carenza di infrastrutture e collegamenti, e lo rivendica a gran voce, chiamando in causa il grande progetto di Nova Gorica e Gorizia Capitali europee della cultura”.
“Tra i comuni che si sono candidati per ricevere il finanziamento in Friuli Venezia Giulia - aggiunge Erica Martin -, Gorizia sembrava infatti la più inadatta e non rispondente ai requisiti e alle finalità del Piano Borghi. Si tratta del classico accentramento di risorse, già tipico del ministero, diretto a istituzioni e amministrazioni economicamente già molto forti, a scapito di piccole realtà prive di risorse finanziarie e umane. Se Gorizia avesse avuto legittimamente bisogno di fondi per arrivare pronta al 2025, avrebbe potuto attingere da altre fonti di finanziamento, senza togliere ai più piccoli borghi friulani l’opportunità di mettersi in gioco per la propria conservazione e valorizzazione".
Il sodalizio è dal 2015 attivo sul territorio nazionale per migliorare le condizioni lavorative del settore culturale e la gestione del patrimonio culturale italiano. Punta il dito verso il bando emesso a sua volta per raccogliere idee, in appena 10 giorni: "La sensazione era quella che si fosse cucito un bando su misura per aggiudicare l’investimento alla cittadina transfrontaliera, peccando di mancata trasparenza e correttezza nei confronti degli altri concorrenti". Mi Rinconosci evidenzia poi che "la Regione, tra i chiarimenti richiesti al ministero, ha tastato il terreno per capire se avrebbe potuto proporre un borgo che fosse una porzione di centro storico di un comune con popolazione superiore ai 5mila abitanti".
"Nonostante il ministero abbia risposto che la richiesta non fosse coerente con le linee di indirizzo - accusa l'associazione - proprio a causa della genericità e vaghezza delle stesse, il Friuli Venezia Giulia ha goduto di ampia discrezionalità per poter candidare Gorizia, che di certo non si può definire un 'borgo', nè tanto meno a rischio abbandono o spopolamento come potrebbero essere invece Sauris, Resia e Dogna, tra gli altri comuni che hanno presentato il loro progetto. Lo stesso piano d’azione del ministero e soprattutto la cosiddetta 'Linea A' dei 420 milioni destinati a 21 borghi italiani (uno per regione o provincia autonoma) ha ricevuto non poche critiche".
"Infatti, se in Friuli Venezia Giulia si è aggiudicata il finanziamento, di 20 milioni di euro, un 'non-borgo', il rovescio della medaglia è che in Piemonte ha vinto lo stesso contributo Elva, comune di 83 abitanti, e viene spontaneo chiedersi con quali risorse amministrative riuscirà a gestire tanti soldi. Sarebbe stato infatti auspicabile distribuire più equamente il finanziamento e aprire la possibilità di candidarsi a un numero molto più alto di borghi italiani". A non piacere, inoltre, è il fatto che i 21 centri saranno presentati a fine maggio "in collaborazione con il Fai, fondazione privata che da anni si serve di volontari per comunicare il patrimonio culturale in suo possesso, in sostituzione a professionisti e lavoratrici e lavoratori del settore giustamente retribuiti”.
"Anche a fronte di queste scelte insensate e squisitamente politiche - conclude la nota - l’associazione Mi Riconosci continuerà a battersi per ottenere un drastico cambio di rotta della gestione del patrimonio culturale italiano e una valorizzazione delle competenze di chi lavora e vuole lavorare nel settore".
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