Fondazione Brovedani festeggia 50 anni, bambini e anziani insieme a Gradisca

Fondazione Brovedani festeggia 50 anni, bambini e anziani insieme a Gradisca

ieri pomeriggio

Fondazione Brovedani festeggia 50 anni, bambini e anziani insieme a Gradisca

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 19 Mag 2023
Copertina per Fondazione Brovedani festeggia 50 anni, bambini e anziani insieme a Gradisca

L’imprenditore ebreo impiantò a Trieste il laboratorio della Fissan, deportato dai nazisti e tornato a casa. Il ricordo con anziani e bambini.

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Si è svolto nel pomeriggio di ieri, presso il teatro della Casa albergo Brovedani di Gradisca dedicato all’ex sindaco Marizza, lo spettacolo di letture e musiche cantate dal coro della scuola primaria Sant’Angela Merici di Gorizia e con la partecipazione dei bambini della scuola dell’infanzia di Gradisca. L'evento è stato organizzato per festeggiare i cinquant’anni della Fondazione Osiride Brovedani onlus. L’imprenditore di origini ebraiche nel 1930 impiantò a Trieste il laboratorio della Fissan, ma durante la Seconda guerra mondiale venne deportato nel campo di concentramento di Dora, dal quale riuscì miracolosamente a tornare a casa.

Grazie alla sua eredità e per sua volontà, la moglie Fernanda riuscì a far erigere un convitto per gli orfani e i bambini provenienti da famiglie disagiate. Riuscì a coronare così un sogno che ebbe forse origine già durante gli anni di privazione nei campi di concentramento, realizzando una struttura che negli anni ha poi accolto gli anziani, “fino a dicembre a titolo del tutto gratuito, offrendo gite, attività e quant’altro”, ha commentato la responsabile di struttura Lorena Blanch. Un cinquantenario arricchito da una mostra di fotografie visitabile fino al 20 maggio presso il municipio e realizzata con la collaborazione degli ospiti che si sono prestati agli scatti.

“Oggi ha un senso più ampio, trovarci qui assieme con i bambini della scuola dell’infanzia, della primaria, delle superiori e con gli ospiti del Brovedani, perché la fondazione è stata creata con lo scopo di accogliere i bambini orfani”, ha commentato Marco Pellegrini, anima del festival della letteratura per l’infanzia Librilliamo, che quest’anno si è svolto in aprile con il titolo “Mani”. “I bambini della scuola primaria hanno visitato il museo Brovedani a Trieste, e ora sono qui a riflettere insieme agli anziani, per portare le letture dei libri ai piccoli, ma chi è davvero piccolo, e chi è davvero grande?” Si è così instaurato un gioco di letture che ha visto tutti partecipi, dai bambini agli adulti.

Il tutto con l’aiuto degli studenti universitari – come Ester, iscritta alla facoltà di Lettere e filosofia di Udine, ma anche degli allievi delle scuole superiori, impegnati nei percorsi per competenze trasversali e per l’orientamento, come Alice del Liceo Linguistico del D’Annunzio di Gorizia, Benedetta del Dante Alighieri e Iris dello Slataper. Grande commozione per la partecipazione alle letture da parte delle tre anziane ospiti, Ucci Linda e Loredana, che, come tre nonne, hanno saputo leggere ai bambini presenti la storia della “pipì che scappa”.

E con passione e determinazione la maestra Laura Belviso ha saputo intercalare le letture con canzoni che illuminano gli animi e i versi “Nulla è per sempre perduto/ Apri le ali e inizia a volar”. Ancora una volta Marco Pellegrini e i suoi giovani assistenti, trascinando il pubblico, si sono poi cimentati nelle letture in una gara di “come fa il cavallo a dondolo?”, perché “leggendo queste storie e animandole insieme ci avviciniamo, i bambini si avvicinano a noi”, ha voluto commentare Marco. Letture meravigliose come “Nelle foreste silenziose e misteriose” di Delphine Bounnay, mentre subito dopo i bambini cantano “Napoleon”.

Piccole gemme preziose, brani di libri per i più piccini, intercalati ai versi in ebraico - cantati dal coro diretto dalla maestra Laura - di “Gam gam” di Elie Botbol, che è anche parte della colonna sonora del film “Jona che visse nella balena”, e che in fondo avrebbe commosso lo stesso Osiride Brovedani.

Dopo i ringraziamenti di rito, Pellegrini chiede a tutti di socchiudere gli occhi “e pensare alle persone a cui volete più bene”, per poter leggere assieme il libro “Per te vorrei”. Perché “in questa vita io ci spero”, ammette, “e forse anche Osiride Brovedani ci credeva”. Il migliore augurio per chiudere una serata brillante, e al contempo un percorso che per i bambini della quinta elementare sta per concludersi, ora che vedranno le proprie strade separarsi e proseguire in altre mille storie da raccontare.

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