la serata
Fiumicello non smette di chiedere verità, fiume di luci per Giulio
Il corteo lungo le strade del paese, silenzio alle 19.41. L'appello per arrivare alla verità sulla morte.
Sono ritornati a chiedere verità e giustizia, come ogni anno da quel drammatico 25 gennaio 2016. Da quel giorno, il nome di Giulio Regeni non ha mai smesso di essere il simbolo di una battaglia contro i silenzi e le violenze di stato, richiamando questa sera a Fiumicello circa 500 persone per ricordare il ricercatore ucciso in Egitto. Sette anni da quando il suo telefono ha smesso di squillare, alle 19.41 in cui il silenzio è calato su piazza dei Tigli, illuminata dalle fiaccole dei tanti che hanno voluto esserci.
“Volevamo che questo fosse luogo di inclusione - sono state le parole dell’assessore alla cultura, Eva Sfiligoi, prima dell’avvio della Camminata dei diritti dal plesso scolastico -, sentiamo forte il messaggio che Giulio fa cose”. Il ricordo che si rinnova ogni gennaio e che catalizza l’attenzione mediatica di tutta Italia sul piccolo comune friulano fa sì che “non possiamo prescindere dalla riflessione sui diritti umani, questo è diventato il paese dei diritti” come testimoniano anche le strade ribattezzate.
“La famiglia di Giulio ci permette di fare queste riflessioni” ha rimarcato l’esponente della giunta. Insieme a lei, è intervenuto anche il Governo dei giovani, esperienza di avvicinamento dei più piccoli alla politica che aveva aiutato lo stesso Regeni a crescere. “È importante essere qui per ricordarlo - così Dorian Zuppet, il sindaco dei ragazzi -, questo è un luogo denso di significati”. Il piazzale è infatti intitolato a Falcone e Borsellino, simboli di ricercare della verità e oggigiorno ancora più attuali, dopo l’arresto di Messina Denaro.
Alla testa del corteo, che ha toccato le stazioni ribattezzate con nomi e concetti della legalità, c’era la stessa famiglia con l’avvocato Alessandra Ballerini e Roberto Fico. L’ex presidente della Camera ha voluto continuare a dare il proprio sostegno personale alla causa, anche se ora senza più incarichi politici, mentre tanti altri personaggi dello spettacolo, sport e culturale hanno nuovamente risposto presente. Il regista Pif ha inviato un videomessaggio. Tra chi è in presenza c’è il ciclista Alessandro De Marchi e l’attore Ascanio Celestini.
“Viviamo in una comunità democratica - così il celebre teatrante prima di entrare in sala - e se lo è veramente, deve chiudere questo cerchio e dire che i nomi che sono stati fatti sono di persone che devono essere processate. Penso che sia possibile arrivare a questo, non credo che finiranno in galera. Ma è giusto che un processo venga fatto o quantomeno iniziato”. Mentre arrivano parole di collaborazione dal regime di Al Sisi, il ministro Tajani ha assicurato la volontà del governo di andare affondo nella vicenda.
“Voglio - ha detto il ministro rispondendo ad un'interrogazione del Pd - proprio oggi riconfermare la vicinanza mia e del governo alla famiglia Regeni, che ha diritto che si faccia luce e che i responsabili vengano processati e puniti”. Il Cairo rimane "un Paese di grande importanza su vari dossier, dalla lotta al terrorismo all'energia. Siamo convinti che con il Cairo vanno tenuti aperti i canali di collaborazione come fanno i nostri alleati. Ma questo non farà venire meno l'impegno corale del governo per continuare ad esigere la verità sull'uccisione di Regeni ormai 7 anni fa".
Dalle istituzioni locali, non c’erano esponenti dell’esecutivo regionale ma tanti sindaci del territorio goriziano, friulano e non solo. “Vi chiedo di condividere insieme a me - le parole del sindaco, Laura Sgubin, davanti alle persone presenti - un minuto di silenzio allo scoccare delle 19.41, momento a cui risale l’ultimo contatto con Giulio. Un minuto di silenzio, una pausa, un ricordo che sia anche un rito potentemente augurale. Che dopo quel silenzio segua un nuovo inizio, un disvelarsi della verità e un compiersi della giustizia”.
Foto di Daniele Tibaldi
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