La richiesta
Le firme contro il parco fotovoltaico di Romans approdano in Regione, «anche impatto sociale»
La delegazione dei firmatari, con il sindaco Michele Calligaris in prima linea, hanno chiesto supporto ai numerosi consiglieri presenti e al presidente Bordin.
A Romans d'Isonzo c'è in ballo la costruzione di un impianto fotovoltaico a terra della potenza di picco di 11.999 kW in cessione totale, un progetto unico ma di fatto suddiviso in due lotti, su una superficie catastale totale di 168.768 metri quadrati. In tre settimane si sono mobilitati tutti e in 876 abitanti, sindaco Michele Calligaris in testa ma con l'avallo trasversale delle forze politiche, che hanno detto no sottoscrivendo una petizione in tal senso per esprimere «contrarietà al progetto e, in generale, al deturpamento indiscriminato e insensato del patrimonio ambientale, paesaggistico e agricolo».
Il documento, giunto sul tavolo del presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, è stato illustrato dal primo cittadino di Romans, Michele Calligaris, accompagnato da alcuni assessori e supportato anche dai consiglieri Diego Moretti, Rosaria Capozzi, Furio Honsell, Giulia Massolino, Marco Putto, Enrico Bullian e Serena Pellegrino.
Cartine alla mano, il sindaco ha ribadito che «i due siti interessano in modo diretto il tessuto urbano residenziale, nelle vie del Castelliere e Nazario Sauro, caratterizzate dalla presenza di innumerevoli unità abitative che, nel caso, si affaccerebbero verso i due impianti con rilevante impatto ambientale e sociale».
Ecco che, all'Assemblea legislativa regionale, i firmatari chiedono «l'individuazione delle aree idonee, non idonee, ordinarie e vietate per gli impianti fotovoltaici a terra, come previsto dal decreto ministeriale del giugno scorso. In attesa, si valuti la possibilità di intervenire con urgenza a modificare la legge regionale 3/2024, vietando impianti a terra in vicinanza delle aree residenziali e, in particolare, delle unità abitative, scongiurando il proliferare di impianti realizzati in base a un quadro normativo che è transitorio". Non da ultimo, come atto prudenziale, siano "sospese le valutazioni dei progetti per i quali non è stata avviato il procedimento di autorizzazione unica».
«Perché non siamo contro l'energia elettrica, tanto più fotovoltaica - hanno ribadito i presenti - ma qui non sono state studiate alternative che siamo ben disposti a discutere e valutare e, oltretutto, si creerebbe un pericoloso precedente: quello di consentire la costruzione di impianti, per giunta di grandi dimensioni, in mezzo alle case».
Raccolti anche i commenti di Capozzi e Honsell sul no ad impianti di forte impatto paesaggistico, il presidente Bordin ha evidenziato che la Regione non è scevra dall'aver affrontato la tematica del fotovoltaico e della transizione ecologica attraverso leggi e delibere, sempre con il coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali, come sicuramente avverrà anche questa volta a cominciare dall'esame che ne farà la IV Commissione, a cui compete per materia.
«Oggi ho messo la mia firma alla presentazione della petizione per dire NO al parco fotovoltaico previsto a Romans tra via del Castelliere e via Sauro, in pieno centro abitato. Una petizione che ha visto la presenza, oltre che del Sindaco, anche di altri amministratori locali, di maggioranza e opposizione, dando così alla mobilitazione in atto un significato ampio e trasversale. A questo punto non è più rinviabile intervenire con norma che vada a regolare le aree idonee e non idonee ad ospitare impianti fotovoltaici a terra. Attendiamo che agli annunci dell'assessore seguano i fatti, evitando la "melina" alla quale abbiamo assistito nel 2021 quando, dopo aver depositato come gruppo del PD una norma specifica in merito, si sono attesi mesi prima di intervenire con una norma poi impugnata», così il consigliere regionale Diego Moretti.
Pieno sostegno dell’iniziativa da parte delle Consigliere e dei Consiglieri regionali del Patto per l'Autonomia-Civica FVG presenti, che chiedono alla Regione Friuli Venezia Giulia di «individuare con urgenza le aree idonee e non idonee, pur rimanendo favorevoli alla promozione dell’energia rinnovabile attraverso un’installazione equilibrata e rispettosa del territorio».
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