Fiocchi rosa all'Isola della Cona, due puledre nate nella riserva naturale

Fiocchi rosa all'Isola della Cona, due puledre nate nella riserva naturale

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Fiocchi rosa all'Isola della Cona, due puledre nate nella riserva naturale

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 25 Ago 2023
Copertina per Fiocchi rosa all'Isola della Cona, due puledre nate nella riserva naturale

La piccola è nata dall’incontro fra una fattrice e uno stallone, il nome sarà deciso dai fan della Riserva con un sondaggio sui social media.

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Chi non ricorda il cavallo bianco Artax, sopraffatto dalla tristezza e sprofondato nelle paludi del romanzo “La storia infinita”? Ma questa racconta la nascita di una puledra venuta alla luce mercoledì, nella Riserva naturale Foce dell’Isonzo di Staranzano. Qui i cavalli a razza “Camargue” pascolano liberi, ma non ci sono più stalloni fertili. La piccola è nata dall’incontro fra una fattrice e uno stallone “prestato” dalla riserva della Val Stagnon a Capodistria. “Il cavallo è stato preso in prestito lo scorso anno, per mescolare il corredo genetico. Lo stallone è rimasto il tempo necessario per la monta naturale, qui i cavalli si arrangiano e non c’è alcuna inseminazione artificiale”, spiega Letizia Kozlan, vicepresidente della cooperativa Rogos.

La cooperativa, che di recente ha subito la perdita di Tina Klanjšček, guida nonché presidente, ha in gestione gran parte delle riserve naturali sul territorio, dalla Cona a Valle Cavanata, a Carsiana e Val Rosandra. Doppio fiocco rosa, perché il 13 giugno scorso è nata un’altra puledra. Il nome per le due storne verrà scelto direttamente dai fan che seguono la pagina Facebook, attraverso un concorso che sarà indetto a breve. “Dovrà essere un nome che inizia con la lettera enne, iniziale per il 2023, inerente alla natura o agli elementi naturali”, sottolinea Kozlan. La Camargue è una razza di cavalli robusti, “selezionata per stare all’aperto in ambienti paludosi”, commenta il naturalista Matteo De Luca.

Animali dallo zoccolo largo che nascono neri “generalmente fra marzo e aprile, per cui il colore nero li aiuta a scaldarsi”. Via via il mantello tende a schiarire e a diventare grigio nel giro di un paio d’anni o poco più, e quasi bianchi in periodo estivo. “D’inverno il mantello diventa peloso e possono vivere anche al freddo”, sottolinea De Luca. Introdotti nella riserva nel 1991, i cavalli provengono dalla Camargue, territorio a sud della Francia con banchi di sabbia e paludi battute dal mistral. “Nella riserva sono stati introdotti e liberati con lo scopo di gestione del prato e del pascolo, che qui è di interesse comunitario" ancora De Luca.

"Il cavallo mantiene la vegetazione nel suo stato ideale, e i gruppi vengono spostati a seconda delle esigenze. Il branco delle cavalle vive verso Punta barene, allo stato selvaggio. Alcuni individui sono stati addestrati alla sella, così che vengono svolte anche attività di equitazione, sia per ragazzi che per esperti, sempre accompagnati da un operatore della riserva. Si tratta di attività che prevedono escursioni ai pascoli, ma anche lezioni di maneggio e stage di avvicinamento al mondo equestre. “Queste due puledre sono figlie di un cavallo maschio della riserva di Capodistria, che mette in atto progetti con criteri simili ai nostri, e con il quale abbiamo instaurato un rapporto di scambio".

"Il cavallo ha coperto due femmine in tempi diversi, da noi ci sono ormai solo femmine e cavalli castrati”, rimarca il naturalista. Una riserva con una biodiversità straordinaria, dove si incontrano più di 350 specie di uccelli diversi, e dove ha fatto di recente la sua comparsa anche la lontra. Documentata nel 2014 nell’area di Trasaghis, il mustelide “sta riconquistando tutto il Friuli, dall’area del gemonese alle risorgive dello Stella”. A metà luglio alcuni soggetti sono stati ripresi da una telecamera durante le ore notturne, e numerose “spraint” – deiezioni attraverso cui comunicano e marcano il territorio – vengono rinvenute fino alle zone peri lagunari dell’Isonzo.

Non mancano poi altre specie, dal gatto selvatico “una volta prerogativa solo delle Valli del Natisone”, allo sciacallo dorato. E dove non si esclude che possa un domani arrivare il lupo, già stabile nello spilimberghese. L’altra caratteristica del cavallo di Camargue, importante per il benessere dei prati umidi, è quella di nutrirsi delle canne palustri. “Mangiano le canne di palude, molto vigorose, e se non ci fossero i cavalli il prato rischierebbe di soffocare”. L’importante azione di contenimento offre riparo anche alle numerose orchidee spontanee presenti - come Orchis palustris, laxiflora e Ophrys apifera, ormai sfiorite. Le uniche pennellate di colore, nel mese di agosto, sono quelle del limonium, che tinge d’azzurro le barene e l’orizzonte in fuga.

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