Finisce la storia delle majorette a Doberdò, stop alle attività dopo 12 anni di gruppo

Finisce la storia delle majorette a Doberdò, stop alle attività dopo 12 anni di gruppo

l'addio

Finisce la storia delle majorette a Doberdò, stop alle attività dopo 12 anni di gruppo

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 04 Ott 2024
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La realtà tutta al femminile chiuderà domani le sue attività con una festa nella sede del circolo Jezero, il ricordo di questi anni tra gare e competizioni.

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È stata una scelta difficile e sofferta, quella dell’associazione delle majorette di Doberdò del Lago. Che dopo dodici anni di allenamenti, esibizioni e gare ha deciso di portare a termine la propria attività con la festa conclusiva di sabato 5 ottobre, quando dalle ore 16 - presso la sede del circolo culturale Jezero di via Roma 24 – l’associazione saluterà la cittadinanza. «Siamo state costrette a prendere questa decisione perché non avevamo più palestra né allenatrici», spiega la presidente Mateja Devetak. Uno sport complesso per il quale non è semplice reperire figure competenti e disposte ad allenare, e che a Doberdò raccoglieva diversi iscritti.

«Non si trovano, perché è uno sport difficile e particolare che non è comune dalle nostre parti – commenta – Abbiamo provato anche ad allenare noi più grandi, che abbiamo trascorso maggior tempo a studiare questa disciplina, ma non è stato possibile portare avanti questo sogno. È stata una decisione dura», rimarca. In una dozzina d’anni si erano formati tre gruppi con ben 27 ragazze, finché è sopraggiunta la pandemia, che ha bloccato le attività. «Venivano ad allenarci due ragazze da Prvačina, in Slovenia, ma dopo il Covid hanno preso altre bambine e non riuscivano a seguire entrambi i gruppi».

Uno sport che prevede squadre di almeno dodici elementi anche di età diversificata, spesso aggregate a bande musicali di paese. «Le majorette sono figure che usano un bastone, da collegare in una coreografia. Quindi si balla e si muovono le mani, si lancia in aria il bastone o si fanno giravolte – specifica – È particolare ma molto bello». In Italia esiste anche la federazione di Twirling, sport nel quale si balla e si utilizza il bastone differenziandosi dalla marcia delle majorette. «Eravamo iscritte al Twirling – prosegue Devetak – E avevamo avuto modo di partecipare alle loro gare, prima a Lignano, dove si svolgevano i campionati regionali, e poi alle nazionali».

«Un anno il gruppo grande ha partecipato anche alle gare nazionali di Torino, perché ci eravamo classificate fra i primi tre gruppi alle regionali. Alle nazionali le squadre provenivamo da tutte le regioni d’Italia». Una disciplina che - oltre alla squadra tradizionale - prevede anche il “duo” con la sola coppia, modalità alla quale la stessa Devetak ha gareggiato a Samobor, in Croazia. «A Torino non è andata molto bene, ma siamo comunque orgogliose di noi». Un gruppo sportivo nato dall’idea della compianta Magda Princic, che dedicava animo e passione agli altri e aveva riunito assieme le ragazze per fondare l’associazione.

«Decise di attivarsi e cercare quante erano già impegnate in questo sport, fondando una squadra nutrita. Purtroppo, ci ha lasciato nel 2020, ancora oggi ci manca molto. Aiutava tutti, era felice così. Era molto partecipe anche in paese, in ogni attività. Prima eravamo collegate con l’orchestra di Doberdò, poi nel 2017 abbiamo deciso di formare una nostra società, grazie allo spirito d’iniziativa di Magda. È stata dura, andare avanti senza di lei, perché ci ha dato tutto, per noi era fondamentale», ribadisce commossa.

«Chiudiamo perché a Doberdò non abbiamo la palestra né allenatori – racconta anche il vicepresidente Evelin Cernic – Dopo il covid l’associazione è rimasta ferma per due anni a causa di un lutto, quando è venuta a mancare la presidente. In quel periodo eravamo ancora minorenni e non potevamo fare molto. Una volta maggiorenni abbiamo sentito la necessità di riattivare l’associazione, che ci ha accompagnato da quando eravamo piccoline. Personalmente sono stata al primo allenamento, dodici anni fa, agli esordi». Per poter riaprire i battenti si sono cercate palestre disponibili e allenatori nei comuni limitrofi, ma senza risultati.

«Abbiamo cercato a Monfalcone, Vermegliano e Gorizia, ma purtroppo sono tutte piene perché stanno ristrutturando diverse palestre, e per un’ora a settimana non ci lasciano. Volevamo anche sostenere l’esame per diventare allenatrici, ma non è semplice, perché siamo state ferme per quattro anni e abbiamo perso tanto. Al momento avevamo sei bambini, che stavamo allenando al campo sportivo di Doberdò, presso la “casetta”. Un posto inadeguato, in quanto serve spazio per il lancio del bastone e le coreografie. Anche Savogna è piena di attività, dal pattinaggio al calcio e alla pallavolo. Avrebbero voluto aiutarci, ma non sono riusciti».

Una soluzione che potrebbe essere vicina grazie ai già approvati lavori di ristrutturazione della palestra, che dovrebbero iniziare a breve per concludersi in sette mesi. «Dal 2020 la nostra palestra è chiusa, ma finalmente sono stati approvati i lavori». Resterebbe da risolvere il nodo degli allenatori, presenti solo a Prvačina o a Nova Gorica. «Magari quando crescerà qualche bambina, forse si potrà riprovare», auspica con speranza.

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