L'appuntamento
Filastrocche, modi di dire e massime gradesi nel Calendario giubilare 2025
Il lavoro, curato da don Giorgio Longo, è stato pubblicato dalla Cassa Rurale Fvg con le foto di Ivan Regolin.
L’appuntamento è per sabato 16 novembre alle 11.30 nella sala Fain del Ricreatorio Spes in Città Giardino, a Grado: sarà l’occasione per scoprire il Calendario giubilare gradese 2025 curato da don Giorgio Longo e promosso dalla Cassa Rurale FVG. L’introduzione sarà a cura del professor Cristiano Meneghel che fornirà una breve illustrazione dell'opera interagendo con don Longo che non solo proclamerà ma canterà le vecchie ninne nanne dei casoneri.
Un’opera importante e decisamente unica nel suo genere, composta da 26 facciate di oltre 70 centimetri. «Monsignor Paolo Nutarelli, parroco di Grado, cita spesso la speranza: ecco che durante la presentazione, oltre a illustrare qualche rima filastrocca e proverbio e cantare le filastrocche dell’800, si elencheranno alcune belle massime che infondono speranza in questi tempi non sempre confortanti», rimarca l’autore.
Tra i numerosi modi di dire e massime eccone alcuni: “Al Signor i cata un porto anche ala barca più desperagia”, ovvero bisogna sperare e confidare sempre, “Anche per la pignata più bruta se pol catà al covercio”, salterà fuori una soluzione, e ancora “Anche una bruta sìmia pol fa un bel solto”, i risultati non dipendono dall'aspetto.
Altri, invece, tendono a rafforzare il senso di fare comunità e l’importanza del volontariato: “Un legno solo no brusa”, la partecipazione di tutti è fondamentale e “Un poco paromo e la casa no se brusa”, se tutti portano i secchi con l’acqua l’incendio si spegne, collaborando si ha successo. Il calendario giubilare è arricchito dalle fotografie di Ivan Regolin.
«Dobbiamo ringraziare la Cassa Rurale FVG e il suo presidente Tiziano Portelli che si dimostrano sempre vicini al territorio promuovendo e sostenendo iniziative e progetti unici come questi che mirano a far riemergere quell'identità specifica dell'ambiente lagunare e del "graisàn" che è figlio ed erede di un patrimonio canoro, folkloristico, sapienziale unici», così ancora l’autore.
È stato proprio don Longo che, durante la gioventù, e, dunque, il periodo del seminario, ha dedicato tantissimo tempo e passione per intervistare e registrare i novantenni di allora e che ora dopo tanti anni ha saputo estrarre il meglio da quello scrigno così denso.
Già nel 1994 aveva pubblicato un primo contributo sulle massime gradesi, cinque anni fa un ulteriore volume corposo sulle tradizioni più variegate dell'isola e ora in un calendario ulteriori proverbi e filastrocche inedite impreziosito dalle foto aeree di Ivan Regolin. Più che un calendario è proprio un compendio di tutto ciò che può e deve sapere un gradese verace "patòco".
«Là che son nassùo senpre sarè passùo, ci nutriremo sempre delle nostre sostanziose radici che ci danno una linfa davvero unica per sentirci una Comunità fiera di un passato glorioso (e pensiamo al Patriarcato), protesa al futuro con la fierezza che Grado ha contato, Grado conta ora (col turismo e la sua archeologia) e conterà sempre per la pluralità delle offerte artistiche culturali e di tanti altri ambiti che Grado sarà in grado di offrire in avvenire con entusiasmo e con quella specificità che la rende unica.», conclude l’autore.
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