La festa degli scampanotadôrs a Sagrado, tanti ragazzi sul campanile

La festa degli scampanotadôrs a Sagrado, tanti ragazzi sul campanile

IL RADUNO

La festa degli scampanotadôrs a Sagrado, tanti ragazzi sul campanile

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 04 Set 2023
Copertina per La festa degli scampanotadôrs a Sagrado, tanti ragazzi sul campanile

La 17esima edizione ha avuto luogo lo scorso sabato. Oltre un centinaio i partecipanti per la rassegna campanaria, la conferenza e la messa.

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Un giorno di festa, di riscoperta delle antiche tradizioni del Goriziano, di ritrovo tra squadre di scampanotadôrs italiani e sloveni. Sono state queste le tappe della 17esima festa dei Campanari del Goriziano, svoltasi a Sagrado lo scorso sabato 2 settembre. Oltre un centinaio i partecipanti tra giovani e anziani, ragazzi e ragazze, friulani, bisiachi e sloveni. Così il pomeriggio dedicato all’antica arte dello scampanio ha avuto un risvolto positivo per l’intera comunità sagradina.

Dalle 15 alle 17.30 le numerose squadre si sono alternate sul campanile della chiesa parrocchiale di San Nicolò vescovo per l’esibizione. Un suono a festa che ha anche ricordato il centenario dalla posa della prima pietra per la ricostruzione della torre dopo la Prima Guerra Mondiale.

Dopo lo scampanio, la conferenza storica curata da Sergio Vittori ha introdotto con un cappello documentale e analitico gli interventi di Mirko Bevilacqua sugli aspetti artistici della chiesa parrocchiale e di Ivan Bianchi sulle campane sagradine. Si è trattato di un concerto “particolare nella sua non armonia”, così Bianchi. Le campane, infatti, sono state fuse in anni e da fonderie diverse, formando un concerto in Fa maggiore della terza ottava: fa, sol# e la#.

Quindi, nella vicina chiesa, la Santa Messa, officiata dal parroco don Giovanni Sponton e concelebrata da monsignor Arnaldo Greco, canonico del capitolo, e da don Moris Tonso, assistente spirituale del sodalizio. “Le campane sono un simbolo e un segno che nella loro semplicità ricordano la fede popolare che va valorizzata”, così don Giovanni nell’omelia. Per il presidente del sodalizio, Andrea Nicolausig, è stata definita rilevante la “presenza di tanti volti giovani e di vari anziani che ha creato l’amalgama giusta e il ricambio generazionale che da tempo auspicavamo.

Così una tradizione secolare può salvarsi e proseguire”. Gli ha fatto eco il sindaco, Marco Vittori, soddisfatto per l’iniziativa “che ha coinvolto la comunità e ha fatto riscoprire luoghi del nostro paese”. Prima del momento conviviale, nella vicina sala parrocchiale è stata inaugurata la mostra sulla fede popolare a cura dell’associazione I Ferai de la Rosta che ha contribuito in modo sostanziale alla buona riuscita della manifestazione.

Foto Emanuele Franco

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