la celebrazione
Festa a Grado per l'arrivo di don Paolo, l'isola abbraccia il sacerdote
Tantissimi hanno seguito la prima celebrazione del nuovo parroco nella millenaria Basilica di Sant'Eufemia.
Una Grado in festa è quella che monsignor Paolo Nutarelli, da ieri nuovo parroco dell'isola, ha trovato arrivando in porto. Un pomeriggio di gioia e commozione con il corteo di imbarcazioni che ha scortato il nuovo arciprete dalla darsena San Marco fino a porto Mandracchio con una sosta, richiesta proprio da don Paolo, alla Madonnina del Mare. Un'accoglienza simile a quella riservata, nel 1956, a monsignor Silvano Fain.
All’arrivo in porto il saluto di compaesani e fedeli e amici da Cormons ma anche del sindaco, Claudio Kovatsch, e di varie autorità. Il corteo, scortato dalla banda civica “Città di Grado” e dal gonfalone comunale, con uno schieramento di uomini e donne della polizia locale, dei carabinieri e della guardia costiera, si è poi snodato verso il centro per la solenne celebrazione eucaristica. Il gran pavese e le varie decorazioni hanno abbellito rive e centro, mentre la musica ha allietato i presenti fino all’inizio della santa messa.
Prima della celebrazione, monsignor Nutarelli si è fermato alla Basilica delle Grazie con il sindaco e l’omologo di Cormons, Roberto Felcaro. “Un figlio che torna da pastore” ha ricordato l’arcivescovo prima di iniziare, mentre il primo cittadino gradese ha voluto sottolineare l’importanza del turismo religioso per Grado e Barbana e della storicità del complesso basilicale nel cuore dell’Isola. Un cenno anche al giuspatronato, “memoria del patriarcato fin dal 1451 anche se per l’elezione del primo parroco si dovette aspettare vent’anni”, ha rilevato Kovatsch che si è auspicato un cammino “nella tradizione”.
Quindi l’ingresso nella basilica patriarcale, con l’esecuzione, da parte della corale orchestrale Santa Cecilia, dell’inno “Atria quae cernis”, ovvero l’iscrizione papi mentale sita nel mosaico d’ingresso dell’edificio, e orchestrata nel 1979 da don Giuseppe Radole per i 1400 anni della basilica stessa. Il saluto dell’arcivescovo hai introdotto poi la Santa messa, alla quale hanno partecipato numerose le associazioni del paese, tanti fedeli anche dal Collio oltre che da Grado.
Il ringraziamento di don Paolo è andato a don Paolo Zuttion e don Gianni Medeot che hanno provveduto a celebrare nel periodo di transizione tra il saluto di don Michele Centomo e don Nadir Pigato fino all’ingresso. Ma anche a tutti coloro che hanno contribuito, in varia maniera, all’organizzazione dell’intero apparato di accoglienza. Matteo Marchesan, a nome del consiglio pastorale, ha ricordato la fondamentale richiesta di avvicinamento delle nuove generazioni alla parrocchia, con il volontariato e l’associazionismo.
“Provo sentimenti contrastanti che variano dalla difficoltà emotiva a lasciare, per obbedienza, Cormons e le sue comunità alla gioia e trepidazione per vivere questa nuova avventura qui a Grado”, ha sottolineato monsignor Nutarelli nel saluto finale. Parola fondamentale la “vocazione, che è sia la chiamata alla vita che la chiamata alla felicità”, ma anche la “storia, perché entrando in questa basilica ci accorgiamo che ci sarà un prima di noi e un dopo di noi, ma questa basilica senza una comunità rischia di perdere la sua specificità”.
Don Paolo ha quindi citato anche monsignor Fain, cormonese di nascita e gradese d’adozione, che ha accompagnato lo stesso arciprete alla vocazione del sacerdozio, così come altri dieci confratelli, quasi tutti presenti nello stuolo di concelebranti. “Aiutatemi, aiutiamoci”, ha concluso il monsignore prima di terminare la celebrazione eucaristica.
Foto di Fabio Bergamasco
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