AL SACRARIO
Festa 2 giugno a Redipuglia, il ministro Ciriani: «Giorno dell’orgoglio nazionale»
Cerimonia poco partecipata quella di questa mattina. L'esponente del governo si rivolge ai giovani: «Lavoriamo insieme in questa direzione per il futuro».
È stato il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a rappresentare il governo durante la cerimonia al Sacrario di Redipuglia, in occasione del 78esimo anniversario della Festa della Repubblica. L'esponente dell'esecutivo ha varcato la Via Eroica come da cerimoniale, alle 11, e ha deposto una corona d'alloro in onore dei caduti al sacello del Duca d'Aosta. La mattinata festiva in provincia è però iniziata già alle 8 con l'alzabandiera in piazza Vittoria a Gorizia, alla presenza del prefetto Raffaele Ricciardi e delle massime autorità civili e militari.
La cerimonia militare è stata organizzata e gestita dal comando militare dell’Esercito del Friuli Venezia Giulia. A rappresentare l’amministrazione regionale è stato l’assessore al Patrimonio, Sebastiano Callari.
Ad affiancare il ministro Ciriani per il suo ingresso al Sacrario, c’erano prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, quello di Trieste Pietro Signoriello, il sindaco di Fogliano Redipuglia, Cristiana Pisano e il generale Ugo Cillo delle Forze operative del Nord Italia. Schierati i reparti militari, le associazioni d’arma e i gonfaloni di gran parte dei comuni della regione.
Tra le autorità presenti, il questore Luigi di Ruscio, il presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin, il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris, la senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti e la deputata del Pd Debora Serracchiani. Ad impreziosire la cerimonia è stata la musica della Fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli. Dopo la lettura della Preghiera per la patria recitata dal cappellano militare don Sigismondo Schiavone, la partigiana e nedaglia d’oro al valor militare, Paola Del Din in Cargnelli ha dato lettura della motivazione per il conferimento della medaglia d'oro al valor militare al Milite Ignoto.
Come detto, sono stati tanti “gli addetti ai lavori”, ma scarsa la partecipazione popolare (presenti poco più di un centinaio di persone). Un discorso a braccio accompagnato da qualche breve nota scritta, ha caratterizzato l’intervento dell’esponente di Governo che ha ripercorso «pagine indimenticabili della storia» piene di valori e sofferenze che grazie allo «spirito di patria e ai sacrifici sono stati motivi ispiratori» della scelta tra Monarchia e Repubblica.
«Il voto ha segnato il nostro futuro – sono le parole di Ciriani – al voto dobbiamo la democrazia». Non sono mancati i riferimenti alla tutela della libertà, del benessere e della giustizia. Valori da proteggere e garantire «in un’epoca complessa fatta di guerre come quella in Ucraina e in Medio Oriente». Da questo poi, il richiamo alla «responsabilità di chi rappresenta i cittadini» e alla difesa «delle conquiste del passato» perché – sempre secondo il ministro - «dev’esserci un’unica comunità d’intenti e dobbiamo remare nella stessa direzione».
Le dichiarazioni al termine della cerimonia
È stata la prima volta - «definita emozionante» - per Luca Ciriani alla cerimonia del 2 giugno a Redipuglia. Il ministro, prima di rientrare a Roma, si è soffermato con i giornalisti all’uscita dal Sacrario. «È il giorno dell’orgoglio nazionale – ha ribadito – la festa di tutti, un omaggio ai 100mila caduti nello sforzo di garantire ai giovani un’Italia migliore». E ancora: «Celebriamo una festa di unità nazionale e non di parte. Oggi lasciamo fuori le polemiche politiche».
Commentando la scarsa partecipazione, ha invitato a lasciarsi attrarre da tali ricorrenze. «Fino a vent’anni fa – afferma il ministro – era un gesto quasi retorico e di appartenenza politica, ora è un segno per tutti». Riprendendo infine l’appello rivolto alle generazioni future, Ciriani ha descritto la manifestazione odierna come «la festa della speranza in un’Italia sempre più forte nel mondo». «Lavoriamo insieme in questa direzione per il futuro – conclude – senza rinunciare al senso di appartenenza nazionale, all’identità e alle nostre radici».
Le parole di Anzil e Serracchiani
«La Festa della Repubblica invita tutti a coltivare il prezioso bene dell'unità e della condivisione e, come ha sottolineato Mattarella, è una giornata che richiama i valori dell'identità e di una Costituzione lungimirante e saggia: comunione di intenti e capacità di cooperare per il bene comune devono prevalere nonostante il clima elettorale porti a un clima di scontro e vieppiù in queste ore in cui il Friuli Venezia Giulia vive il dramma di giovani vite spezzate». Lo ha affermato il vicepresidente della Regione, Mario Anzil, a commento della festa odierna.
«Nel 1946 il popolo ha deciso che l'Italia doveva essere una Repubblica e chiudere con la monarchia, macchiata della colpa storica di aver aperto la strada alla dittatura fascista e alla guerra peggiore di sempre per il nostro Paese. Ricordiamo senza incertezze i nostri valori autentici, quelli cementati nelle prove più dure, nelle lotte per l'unità, la libertà e la democrazia. Da qui non si devono fare passi indietro» così la deputata Debora Serracchiani.
Foto Fabio Bergamasco
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