Ferragosto ai Caregoni, la rabbia di Legambiente: «Numeri non sopportabili»

Ferragosto ai Caregoni, la rabbia di Legambiente: «Numeri non sopportabili»

LA REAZIONE

Ferragosto ai Caregoni, la rabbia di Legambiente: «Numeri non sopportabili»

Di S.F. • Pubblicato il 17 Ago 2023
Copertina per Ferragosto ai Caregoni, la rabbia di Legambiente: «Numeri non sopportabili»

L'associazione critica l'evento ai Caregoni ed esprime la sua proposta: «Giunto il momento di prendere seriamente in esame la questione».

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Non è "andata giù" nemmeno questa volta. A Legambiente, la festa di Ferragosto ai Caregoni non è piaciuta. Lo scenario festivo che ha avuto luogo a pochi metri dalla Riserva Naturale scontenta anche questa volta i membri dell'associazione ambientalista del circolo "Ignazio Zanutto" di Monfalcone, che hanno affidato il proprio sfogo a una nota.

"Puntuale come ogni estate - si legge nella nota - anche quest’anno i Caregoni hanno subìto l’accesso indiscriminato di imbarcazioni con relativi occupanti. Negli anni, nulla è cambiato, non un tentativo di regolamentazione, di perimetrazione, di controllo per quell’assembramento che la misura RE 117 del Piano di Gestione della Riserva naturale, prevede sia preventivamente sottoposto all’ obbligo di verifica di significatività per le attività organizzate legate alla fruizione turistica ed agonistica che implicano l’uso di mezzi motorizzati, flusso ingente di persone".

I dubbi e le perplessità a Legambiente non mancano: "Dando per scontato che non si tratta di un ritrovo spontaneo ma di un evento coordinato e organizzato, che ha richiamato almeno 500 imbarcazioni e 2mila persone, anche dalla Slovenia, ci si chiede se questa verifica di significatività sia stata richiesta dagli organizzatori all’organo gestore, e con quale motivazione l’uso dell’area della Riserva, nel caso, sia stato concesso".

L'associazione presieduta da Michele Tonzar fa anche notare che le imbarcazioni hanno spesso raggiunto i dossi sabbiosi, dove, ancora ad agosto, è possibile la nidificazione del Fratino -il Charadrius alexandrinus- cioè un limicolo di grande interesse conservazionistico, classificato in pericolo perché in forte riduzione in tutta Italia.

Ancora una volta, la posizione di Legambiente che emerge dalla vicenda è quella di provvedere alla “realizzazione di un campo di boe all’esterno del sito per la frequentazione da diporto nell’area e per evitare il disturbo nelle aree maggiormente sensibili”. Secondo gli ambientalisti, la misura - del tutto ignorata seppur prevista dal Piano di gestione - avrebbe lo scopo di proteggere l’Habitat 1110 denominato “Banchi di sabbia a debole copertura di acqua” e l’Habitat 1130 “Estuari”.

"Crediamo che sia giunto il momento di prendere seriamente in esame la questione, partendo dal presupposto che la salvaguardia dell’ambiente naturale marino e costiero, già vittima di aggressioni continue ed in particolare sofferenza a causa della crisi climatica, debba essere obiettivo comune a tutti i soggetti coinvolti" così il circolo Zanutto in chiusura.

Foto Giulio Tanze

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