Fatturato in crescita a Villa Russiz, la spinta su un nuovo resort della Fondazione

Fatturato in crescita a Villa Russiz, la spinta su un nuovo resort della Fondazione

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Fatturato in crescita a Villa Russiz, la spinta su un nuovo resort della Fondazione

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 17 Lug 2024
Copertina per Fatturato in crescita a Villa Russiz, la spinta su un nuovo resort della Fondazione

Nel 1868 venne donato il terreno su cui sarebbe sorta la casa famiglia, oggi la Fondazione ha un progetto di rilancio turistico-ricettivo nell'area.

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La storia del Collio ha una data di nascita piuttosto precisa. Era il 15 febbraio 1868 quando, in occasione del matrimonio della figlia Elvine con il conte Theodor Karl Leopold Anton de la Tour Voivrè, Giulio Ettore Ritter de Záhony donò ai giovani sposi un consistente appezzamento terriero adiacente a Gorizia. Era il fondo su cui, grazie alla perizia agraria di Theodor, nasce la tenuta di Russiz: esperto viticoltore, secondo la leggenda il nobiluomo trasportò le barbatelle francesi in grandi mazzi di fiori da regalare alla moglie, introducendo le varietà di viti francesi su Collio.

L’apprezzata produzione vinicola, sin da allora degustata anche all’estero, è solo una delle perle per cui abbiamo deciso di dedicare spazio alla Fondazione Villa Russiz. Sulla collina ai margini di Capriva, immersa in ordinati distese di viti, la tenuta e l’attività della cantina sono solo la piccola porzione di una comunità, anzi: di un progetto. Un progetto forse visionario, all’avanguardia con i tempi sin dalla fine dell’Ottocento quando già si era intuita l’importanza di mettere l’economia al servizio della società. Quella che adesso è Casa Elvine, struttura di accoglienza per ragazzi che vivono in situazioni di difficoltà, è infatti l’antenata dell’educandato voluto dalla contessa Elvine.

Di religione protestante, l’illuminata nobildonna apre la scuola alle bambine provenienti dalle famiglie più bisognose, ammettendovi anche quelle di religione cattolica, cui vengono impartite – in un periodo in cui l’educazione era comunque prerogativa maschile – nozioni di economia domestica. Assieme al fondo terriero, la contessa aveva dunque ereditato dal padre l’attenzione verso gli altri: se il nonno era stato il primo direttore delle Generali, il padre era stato il fondatore del quartiere di Straccis, creato attorno al cotonificio di sua proprietà per assicurare asili, presidi medici e abitazioni agli operai che vi lavoravano.

Fondatore della comunità evangelica di Gorizia, Giulio Ettore Ritter de Záhony è stato anche il primo presidente della Camera di Commercio di Gorizia, motivo che ha spinto l’attuale presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti ad assumersi l’incarico di presidente di Villa Russiz, carica che detiene da luglio 2021. Ricorda Paoletti: «La Fondazione era commissariata, c’era un pesante problema di debiti (otto milioni di euro, accumulati nel tempo soprattutto nei confronti di banche e Cassa depositi e prestiti, ndr). Conoscevo questa realtà, ero informato sulle difficoltà che stava attraversando e, visto che sono anche un grande amante del Collio, nel 2019 ho iniziato a interessarmi alla situazione».

«Ho chiesto alla giunta camerale il mandato per occuparmi della questione, ne ho parlato con il presidente della Regione Fedriga fra il dicembre del 2019 e il gennaio del 2020, periodo che però sappiamo essere stato gravato dal problema della pandemia. In quei mesi ho cercato di capire meglio i numeri di questo “buco”: parlandone con loro, ho convinto nove dei più importanti creditori a perdere il 50% delle cifre che erano loro dovute. La Regione, attraverso la legge 30/2007, ha destinato 500mila euro all’operazione di rilancio della Fondazione, la Camera di Commercio Venezia Giulia, attraverso il Fondo Gorizia, ha deliberato due interventi di sovvenzione diretta di 800mila euro e di aiuti de minimis di 200mila euro».

«A questi e in forza della fiducia nelle potenzialità della struttura e nelle sue funzioni di carattere assistenziale e formativo, è stato quindi affiancato un finanziamento in 15 anni dell’importo di 3,5 milioni di euro. Nel gennaio 2021 abbiamo poi messo mano allo statuto della Fondazione, composta da membri camerali e della Regione e dal sindaco di Capriva, che n'è vicepresidente» conclude Paoletti.

Il cambio di rotta ha subito portato a un rilancio dell’attività che vede un immediato investimento nella casa famiglia di tutti i proventi derivanti dalla cantina e dagli eventi. «Nel 2021 il fatturato era di 560mila euro contro i 2.160.000 euro del 2023: siamo passati dalla vendita di 75mila a 190mila bottiglie» prosegue Paoletti, che precisa: «Abbiamo investito per mettere a posto la casa famiglia modernizzando la cucina, acquistando lavatrici e frigoriferi nuovi. Abbiamo investito anche nella campagna e nelle attrezzature per la coltivazione, così come nella cantina con nuove presse e la cisterna in acciaio, provvedendo nel contempo alla messa in sicurezza di tutto l’apparato produttivo».

Ma, essendo una realtà dinamica, Villa Russiz non si ferma nella messa in opera di nuovi progetti, interamente volti al benessere, all’acquisizione dell’autonomia e della fiducia in se stessi di quanti vi trovano ospitalità: «Fino a poco tempo fa potevamo accogliere solo bambini e ragazzi fra i 3 e i 18 anni ma da qualche tempo siamo dotati anche di una nursery, stiamo attendendo la riposta dalla Regione per la realizzazione di mini appartamenti per ragazzi fino ai 21 anni. Abbiamo avviato un progetto di rilancio turistico-ricettivo che, nella fase finale, conterà 52 stanze di livello 4 stelle superior. Avremo un auditorium che potrà ospitare 200 persone, una sala ristorante per accogliere 90 ospiti, puntiamo anche ad aprire una spa e una palestra».

«Siamo immersi in uno splendido parco storico e i turisti potranno contare sulla presenza di un Carigo Green Point che racconterà la storia dei De La Tour. Il tutto è finalizzato all’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro: è per questo che abbiamo avviato una convenzione con l’Hilton di Venezia dove alcuni ragazzi sono già andati a completare il proprio percorso formativo. Per dare loro un’ulteriore opportunità vorremmo anche aprire una scuola di alta cucina dove possano frequentare dei corsi che magari, nel fine settimana, potrebbero essere aperti anche ad amatori esterni».cold-smooth-tasty

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