Fascismo, vampiri e confini: così Borgo Cinema incrocia tre storie a Gorizia

Fascismo, vampiri e confini: così Borgo Cinema incrocia tre storie a Gorizia

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Fascismo, vampiri e confini: così Borgo Cinema incrocia tre storie a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 10 Set 2024
Copertina per Fascismo, vampiri e confini: così Borgo Cinema incrocia tre storie a Gorizia

Conclusa l'esperienza di tre settimane, i tre ospiti hanno raccontato il proprio lavoro e i progetti sviluppati grazie a Borgo Cinema in via Rastello.

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Tre storie distanti tra loro, che per anni hanno viaggiato su binari che non si sono mai incontrati. A Gorizia, invece, è arrivata la convergenza per far scoprire a tutti loro l’arte degli altri, così come la ricchezza culturale che si cela tra storia e tormenti della città. La seconda residenza artistica di Borgo Cinema "La via della creatività", il progetto nato nel cuore di via Rastello all’interno del Bando Borghi, ha portato in città per tre settimane il costumista premio David di Donatello 2024, Sergio Ballo; l'attore e regista franco-tedesco Christopher Buchholz e il regista under 35 Lorenzo Pallotta.

Il soggiorno, che ha permesso ai tre ospiti di lavorare insieme dietro alla vetrina che si affaccia su via Rastello a partire dal 19 agosto, ha permesso loro di dare una struttura ai progetti su cui sono impegnati. L'assessore a GO! 2025, Patrizia Artico, ha salutato con entusiamo iniziative come queste nel corso della presentazione di ieri mattina, sottolineando come Gorizia debba diventare sempre più un luogo di incontro e di pace. Il direttore artistico del progetto, Francesco Ranieri Martinotti, ha rilevato che sono giunte candidature per questa residenza da tutta Europa, persino dal Brasile, interessati a lavorare in questo angolo di Mitteleuropa.

Ad aprire la carellata di esperienze è stato Ballo, fresco di statuetta dell'Accademia del Cinema Italiano per i costumi del film Rapito. In riva all'Isonzo è giunto però nelle vesti di sceneggiatore, ispirato alla figura controversa di Aldo Finzi: ebreo e fascista, probabile collaboratore dei partigiani e per questo vittima delle Fosse Ardeatine. Un personaggio complesso, come rilevato dallo stesso autore, ripercorso anche dai (pochi) ricordi di famiglia attinti dal nipote e Ballo ha trovato così alcune analogie con la stessa Gorizia, «città di tutti e di nessuno». Proprio qui «ho sentito il disagio nel parlare di certe cose, il dolore va elaborato e bisogna sostituirlo con un progetto positivo».

Se la sceneggiatura è ormai completata, è lo stesso artista a dubitare che qualcuno potrà finanziarla in toto. Di tutt'altro tenore è l'opera di Buchholz, figlio di grandi attori e protagonista sullo schermo a sua volta, arrivato in Friuli però come regista. Al centro delle sue tre settimane c'era la storia di una famiglia di vampiri degenerati, incentrata su un giovane di 19 anni che rifiuta il proprio destino. La trama lo porta a confrontarsi con suo zio Dracula, ormai l'ombra di sé stesso nel proprio castello in Transilvia. Emergono già i tratti surreali della commedia francese, trovando ispirazione per le location anche nel castello goriziano e proprio questa esperienza gli ha dato molti spunti.

Da figlio di un tedesco dell'Est, ha raccontato la propria familiarità con il confine. Esprimendo un po' di rammarico per non aver approfondito la conoscenza in questi giorni della parte slovena del confine, ha però plaudito la vivacità trovata in città durante il soggiorno: «Quando la Regione della Ruhr, dove ora vivo, ha chiuso l'industria del carbone e dell'acciaio, si è salvata investendo milioni di euro nell'arte. Questo ha contribuito a cambiare completamente la regione». Infine, Pallotta è giunto a Nordest dal suo Abruzzo a caccia di location per un film su cui sta lavorando, dedicato a una storia di violenza domestica tra l'Italia e la Slovenia.

Per quest'ultimo, la vera ricchezza l'ha trovata negli archivi della Mediateca Casiraghi, utilizzando materiali amatoriali provenienti da Gorizia ma anche da Trieste e Udine per creare un cortometraggio sperimentale. Il regista ha lavorato in stretta collaborazione con Buchholz, trovando un equilibrio tra immagini e narrazione in poco più di 14 minuti, portandosi a casa un lavoro che racchiude memorie di persone che mai avrebbero pensato di contribuire, a distanza di anni, a un collage di storie non scritte. Anche questo è un frutto del cinema caduto dall'albero di Borgo Cinema, che proprio oggi lancia il nuovo bando per una nuova residenza artistica.

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