le preoccupazioni
Etichette vino come quelle su sigarette, dubbi nei produttori del Collio

L'iter europeo ha provocato le reazioni contrarie della politica, i timori dei produttori.
Con il silenzio-assenso dell'Unione europea al progetto di legge irlandese sugli "alert sanitari" in etichetta sul vino, di fatto un via libera, l'Italia - anche il Friuli Venezia Giulia - lancia la sua controffensiva in difesa del patrimonio eno-gastronomico nazionale. Lo fa annunciando con il ministro degli esteri Antonio Tajani il ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Non sono mancate le condanne anche dai politici friulani, a partire dal consigliere regionale legista Diego Bernardis.
“Mettere etichette sulle bottiglie di vino simili a quelle che si trovano sui pacchetti di sigarette - commenta l'esponente del Carroccio - è una scelta pericolosa per il Made in Italy e totalmente priva di buonsenso. Si tratta senza dubbio di una notizia preoccupante e da non sottovalutare, ma anche un altro pesantissimo attacco all'Italia, a produttori, agricoltori e imprenditori dell'agroalimentare". Fa eco anche l’onorevole in forza a Fratelli d’Italia, Nicole Matteoni: “Vengo da una regione famosa per i suoi preziosissimi vini. Se venisse applicata tale normativa si richiederebbe di 'criminalizzare' come dice il ministro Lollobrigida, uno dei prodotti più amati dagli italiani e dai turisti".
"Penso agli effetti negativi che potrebbero influire sulle filiere produttive di vino, una delle nostre eccellenze a livello mondiale. In Fvg siamo esperti a produrre vino perché è nel nostro Dna, da noi la viticoltura è stata seguita dai Romani, Bizantini, Veneziani ed Asburgici. Chiaramente tutto il mio appoggio ai produttori”. Proprio questi ultimi hanno criticato aspramente le misure adottate dall’Ue in tema eno-gastronomico perché limiterebbero in modo incisivo il Made in Italy e la tradizioni culinarie italiane. È di recente attuazione anche la normativa europea che obbligherà gli operatori vitivinicoli ad apporre delle etichette con alcune informazione obbligatorie sulla bottiglie di vino.
“È purtroppo un quadro normativo complesso – ha spiegato Stefano Cosma, esperto in comunicazione nel mondo del vino, ma anche laureato in legge che ha appena frequentato un Corso di diritto vitivinicolo - perché ci sono informazioni obbligatorie da mettere in etichetta, altre facoltative (come determinati metodi di produzione) e altre ancora volontarie (ad esempio vino Vegan)”.
"Inoltre, sono norme che riguardano anche la pubblicità e la presentazione del prodotto, la leggibilità di tali informazioni e non si potrà utilizzare l’etichetta per scritte che possano essere ritenute a scopo di marketing e a fini di vendita. Tutto questo imporrà ai produttori anche un cambiamento, che vedrà un sempre maggior utilizzo del digitale per dare informazioni ai propri consumatori: sicuramente con un QRcode, che rimandi al sito web o a podcast disponibili in più lingue, che alcuni vignaioli del Collio goriziano stanno già realizzando in una o più lingue" conclude Cosma.
Sul tema è intervenuto anche David Buzzinelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Collio: “Sulle modifiche dell’etichettatura se ne parla da moltissimi anni e si va avanti a proroghe e modifiche. Negli anni e recentemente si è parlato di ingredienti, calorie ed alert che avvisino che il vino nuoccia gravemente alla salute: tutte cose che io, onestamente, non condivido a pieno. Nel marasma legislativo, personalmente, non ci capisco più niente e ho il timore che tutto ciò non aiuta per nulla il consumatore ma, paradossalmente, complica di molto il lavoro dei produttori, specie se di piccole dimensioni”.
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