Conoscere la storia per vivere la pace, l'èStoriaBus porta lungo la valle dell'Isonzo

Conoscere la storia per vivere la pace, l'èStoriaBus porta lungo la valle dell'Isonzo

il progetto

Conoscere la storia per vivere la pace, l'èStoriaBus porta lungo la valle dell'Isonzo

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 28 Set 2024
Copertina per Conoscere la storia per vivere la pace, l'èStoriaBus porta lungo la valle dell'Isonzo

Anima del piano è il capofila Fondazione Pot miru, recuperando il progetto nato nel 2006 a Gorizia. Primo appuntamento il 13 ottobre in Slovenia.

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Due città che possano divenire crocevia di popoli alla ricerca di una «casa comune», come nel marzo di quest’anno ebbe modo di ribadire lo stesso ex presidente sloveno Pahor, durante il suo dialogo con i giovani. È all’insegna della pace di cui si fa portavoce la Capitale europea della cultura di Nova Gorica e Gorizia - e nell’ambito del progetto “Beyond walk of Peace: from crossborder historical research and cultural heritage to european trail and stories” – che sta per partire l’itinerario di èStoriaBus BeWoP, il quale si snoderà anche nella vicina Slovenia. La partecipazione è gratuita. È necessaria la prenotazione, scrivendo una mail a segreteria@estoria.it.

Presentate questa mattina le date dei diversi itinerari nella stimolante cornice del Cafè Libreria Maks a Nova Gorica, dove l’aroma del caffè e delle brioche calde si mescola a quello dei libri in vendita. Anima del piano - finanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale secondo il programma Interreg Italia-Slovenia - è il capofila Fondazione Pot miru, oltre a Gect Go, Zrc Sazu, PromoTurismo Fvg, il Comune di Miren-Kostanjevica e naturalmente l’associazione culturale èStoria. «èStoriaBus è un progetto parallelo al festival tradizionale – spiega il presidente Adriano Ossola – Nato ormai molti anni fa, nel 2006».

«Da quel momento - rimarca - abbiamo coltivato la passione per la visita ai luoghi delle nostre zone confinarie, una collaborazione che nel corso del tempo ci è sembrato naturale. Sulla scorta della rete di connessione che ci lega alla Slovenia, fra cui Pot miru, capofila dell’iniziativa Interreg con cui ci siamo aggiudicati un bando di grande importanza, siamo giunti alla presentazione di un progetto articolato tra eventi di grande caratura internazionale e la scoperta in chiave storica delle nostre zone». Il primo di questi preziosi appuntamenti si terrà domenica 13 ottobre, quando sarà possibile visitare Kobarid - tristemente nota per la disfatta di Caporetto del 1917 – e Tolmino, che ospita un museo e attrae il turismo soprattutto per le acque cristalline della Tolminka che confluiscono nell’Isonzo.

Sarà proprio alla scoperta della Soča che in primavera si svolgeranno ulteriori uscite, scendendo dalla sorgente in Val Trenta fino a Caporetto. Mentre per l’autunno del 2025 verranno organizzate visite all’incantevole Most na Soči (Santa Lucia), piccolo gioiello che sorge dove il fiume si slarga a formare quel bacino verde smeraldo frequentato da appassionati di kajak e amanti della natura. Ancora in cantiere un’ulteriore visita autunnale a Kanal (Canale d’Isonzo) e Solkan (Salcano), ma per la primavera del 2026 si punterà a scendere verso Gradisca, San Canzian e, per finire il corso del fiume, verso l’affascinante Isola della Cona.

Qui corrono liberi i cavalli della Camargue e ogni anno si rifugiano fenicotteri e cavalieri d’Italia, sulle sponde di quel fiume che finalmente trova pace dentro l’immensità del mare. Ad accompagnare le visite saranno i contenuti informativi dello scrittore e giornalista Andrea Bellavite, autore insieme al fotografo Massimo Crivellari del libro illustrato “L’Isonzo” - edito da Leg (2014) - connubio fra prosa e immagine che narra il fluire delle acque e il respiro della Storia.

Seconda data da segnare in agenda per quest’autunno è il sedici novembre, quando con èStoriaBus sarà possibile trascorrere un sabato insolito nel ricordo dell’esilio dei Borboni. Un evento realizzato in collaborazione con la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, durante il quale si potranno ripercorrere le memorie della famiglia reale francese, in fuga dalla patria in rivolta e nel 1836 approdata nella quieta Gorizia asburgica. Un’occasione unica per scoprire le sontuose dimore nobiliari di Villa Coronini e Palazzo Strassoldo, oltre che i lussureggianti giardini e gli spazi di preghiera del convento di Castagnevizza.

Celebrato ufficialmente come patrimonio culturale sloveno durante la cerimonia odierna, il convento custodisce ancora oggi le spoglie di Carlo X, Enrico V e altri componenti della famiglia reale. A raccontare il percorso borbonico saranno le voci di Jean-Paul Bled, docente presso la Paris-Sorbonne; Renato Podbersič, ricercatore presso lo Study centre for national reconciliation di Lubiana, e Cristina Bragaglia - ideatrice nonché curatrice di rassegne espositive e iniziative presso il Palazzo Coronini Cronberg - «L’idea è quella di partire da Gorizia per restituirle la sua centralità – aggiunge Ossola – In una chiave consona a tutto il territorio, approfondendone la conoscenza storica».

«Sono opportunità che devono essere prese come una grazia del cielo – commenta Petra Svoljšak – direttore del dipartimento di Scienze storiche presso l’università di Lubiana, che ha illustrato il programma – Occasioni che aprono a modi diversi di collaborare, anche con quanti tempo addietro non si collaborava minimamente. Collaborazioni oggi ormai ovvie, scontate. Si va da una parte o dall’altra, ma non ci sono più parti. Non sono così convinta di voler vedere unite le due città in una sola, quanto piuttosto di farle convivere con tante diverse identità, tanti spunti storici, trovando punti di unione. Che fanno di questo luogo un posto davvero unico».

«Centodieci anni fa questo spazio era un territorio unito, poi la storia ha seguito il suo corso. Penso che il popolo, anche muovendosi da una parte all’altra, possa creare un’atmosfera non solo di amicizia, ma soprattutto di fedeltà». Piccoli luoghi di comunione con la vocazione di apertura all’altro, soprattutto per le generazioni di domani. «Sono questi piccoli posti, come la libreria Maks, a offrire molte possibilità, come nella stessa Gorizia. Noi ci troviamo bene, io vengo da Lubiana, ma mi sento quasi a casa anche a Gorizia. Penso che siano queste emozioni a dover nascere, soprattutto nel 2025, che sarà un anno molto duro per chi fa cultura. La cultura deve essere pace, lavoriamo proprio per questo, anche quando accenniamo ai “Sentieri della pace”: è quest’idea, che ci unisce. Lavorare tra ex-nemici è una prova che può essere sostenuta. Ci vuole tempo, abbiamo bisogno di generazioni che riescano a passare oltre i dissapori», conclude.

Nella foto: partenza dell'èStoriaBus nel 2013 (èStoria/Bumbaca)

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