il festival
èStoria racconta il fascismo, festival senza tende ai Giardini pubblici
Appuntamenti dal 23 al 29 maggio, attesi 200 ospiti. Il focus sul fascismo di confine.
Il tema era già stato annunciato quasi un anno fa e la sua attualità è alquanto disarmante. Gorizia tornerà ad accogliere èStoria, il festival internazionale della storia che quest’anno festeggia 18 anni. Una kermesse “maggiorenne” che parlerà di Fascismi, attraverso le numerose sfumature dell’ideologia e della violenza che dal Novecento ad oggi hanno dilagato in Italia, Europa e nel mondo. Il tutto dal 27 al 29 maggio, anticipato fin dal 23 maggio con la seconda edizione del festival cinematografico legato alla kermesse, ma per il terzo anno di fila non ci saranno le tradizionali tende ai Giardini pubblici.
Una decisione sofferta, come evidenziato oggi in conferenza stampa dal presidente Adriano Ossola, e legata ai costi non sostenibili per collocare le strutture nel cuore della città. “L’anno scorso la scelta di Parco Basaglia è stata spontanea - ha ricordato il numero uno della manifestazione - ma quest’anno non è stato così. È un punto dolente e ci fa male, bisognerà capire se è il segno di una cesura definitiva rispetto al passato. Auspico che si possa tornare alla soluzione di prima, ma se così non fosse la risposta verrà da sé e forse èStoria è entrata in una sua nuova fase”. In ogni caso, “adeguarsi non fa bene al festival né alla città”.
Malumore che comunque non fa venire meno la qualità della rassegna, testimoniata anche dall’assessore regionale alla cultura, Tiziana Gibelli, e dal presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin. Entrambi hanno evidenziato i collegamenti tra il passato e la drammatica attualità ucraina, con l’esigenza di dare forma e contorni chiari al fascismo come movimento storico e politico. Per lo stesso Ossola, quel capitolo non solo italiano non va confuso “per tutto quello che ha il sapore di squadrismo e violenza. Si è compiuto nel 1945, chi continua ad usare questo termine per attaccare l’avversario è solo strumentazione banale”.
Ad essere centrale tra gli oltre 120 appuntamenti in calendario sarà quindi il “fascismo di confine”, che segnò la stessa Gorizia. Come la visita di Mussolini nella Venezia Giulia del 1938, peraltro ricordata ancora oggi da una targa in pietra scolpita dietro al Duomo, e le violenze perpetrate verso la comunità slovena. Tra i nomi dei 200 ospiti attesi, di cui una trentina stranieri, ci saranno quelli storici di Alessandro Barbero, Ernesto Galli della Loggia, Sergio Romano e tornerà in città anche Vittorio Sgarbi. Attesi Emilio Gentile, che riaverà il Premio èStoria, Gianni Oliva, Luciano Canfora, David Riondino e molti altri.
Al posto del Giardino di corso Verdi, le location scelte andranno dal Teatro Verdi al Trgovski dom, passando per l’Unione ginnastica goriziana, la Mediateca Casiraghi, il polo universitario di Santa Chiara e sala Dora Bassi. Il festival cinematografico, invece, si svolgerà tra il Kinemax e il Kulturni dom, anche in questo caso con uno sguardo all’Ucraina. Riconfermati gli appuntamenti con il Tavolo giovani, coordinato dall’amministrazione comunale e Punto giovani, e il percorso èStoria Fvg. Dal canto loro, guardando al 2025, il presidente della Fondazione Carigo, Alberto Bergamin, e Zanin hanno plaudito la recente vittoria di Robert Golob alle elezioni in Slovenia.
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