il progetto
Estinta da 50 anni, ritorna una pianta autoctona in Cavana a Monfalcone
La Giunchina della Carniola era scomparsa dalla zona, sarà ricollocata secondo il piano concordato con il Servizio biodiversità della Regione.
Anche l'area di Monfalcone sarà coinvolta nel progetto dell'Università di Udine per salvare quattro piante a rischio estinzione in Friuli Venezia Giulia. Si tratta della Giunchina della Carniola; la Lipariis, una delle più rare orchidee europee; il Quadrifoglio acquatico e la Regina delle Alpi. Tutte piante autoctone alpine e continentali che l'ateneo sta riproducendo per rafforzare le popolazioni nei rispettivi habitat naturali, grazie alle banche dei semi, nell’ambito del progetto europeo “Life Seedforce”.
L’università è anche responsabile della valutazione genetica di tutte le 29 specie vegetali che il progetto intende salvaguardare. “Life Seedforce”, capofila il Museo delle Scienze (Muse) di Trento, ha 18 partner di 10 regioni italiane e di Francia, Malta e Slovenia. L’Università di Udine è impegnata con i gruppi di ricerca di biologia vegetale e di genetica del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali coordinati da Valentino Casolo, docente di geobotanica. Il progetto vede tra i principali soggetti interessati anche la Regione Friuli Venezia Giulia e il Parco delle Prealpi Giulie.
“Life Seedforce”, attivo fino a dicembre 2026, è finanziato con 7 milioni e 790mila euro dalla Commissione europea. «Gli effetti di questo lavoro – evidenzia il professor Casolo – si vedranno comunque ben al oltre la fine del progetto perché gli effetti sulla biodiversità sono a lungo termine». Per quanto riguarda la Giunchina della Carniola (Eleocharis carniolica) sono stati raccolti oltre 9mila semi dal sito donatore della Palude di Racchiuso, nei comuni di Attimis e Povoletto. Di questi, circa 500 semi sono stati utilizzati per le prove di germinazione in collaborazione con il Centro flora Parco Monte Barro per capire e superare le condizioni che ne limitano la germinabilità.
Da questi semi sono state ottenute 430 piante in camera di germinazione. Attualmente sono state trapiantate e portate presso l’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” dell’ateneo friulano e posizionate in tunnel. D’accordo con il Servizio biodiversità della Regione saranno trapiantate in autunno nel sito di interesse comunitario Cavana di Monfalcone, secondo la prevista azione di reintroduzione in una località dove la specie era presente e si è estinta oltre 50 anni fa.
I restanti semi sono stati conservati presso la Banca del germoplasma autoctono vegetale (Bagav) dell’Università di Udine e in parte inviati al Centro nazionale biodiversità Carabinieri (Cnbc) di Peri (Verona).
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