Estate a Fusine sulle orme di Peter Pan, festa per 90 ragazzi tra Cormons e Grado

Estate a Fusine sulle orme di Peter Pan, festa per 90 ragazzi tra Cormons e Grado

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Estate a Fusine sulle orme di Peter Pan, festa per 90 ragazzi tra Cormons e Grado

Di M.Z. • Pubblicato il 22 Lug 2024
Copertina per Estate a Fusine sulle orme di Peter Pan, festa per 90 ragazzi tra Cormons e Grado

Il tema di quest’anno è stato quello di Peter Pan e Wendy, riflettendo sul complesso tema del diventare adulti. Realizzati due campi con 14 animatori ciascuno.

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I campi estivi nella Casa Immacolata di Fusine in Valromana, organizzati congiuntamente dalle comunità di Cormons e Grado, hanno ufficialmente spento la diciannovesima candelina. L’edizione di quest’anno, conclusasi sabato 20 luglio, ha accolto due gruppi in due settimane: dal 7 al 13 i ragazzi, dal Collio alla Laguna, che hanno frequentato la prima e seconda media mentre, dal 14 al 20 luglio coloro di terza media e prima superiore.

Il tema di quest’anno è stato quello di Peter Pan e Wendy, riflettendo sul complesso tema del diventare adulti. L’edizione del 2024 è riuscita a coinvolgere 90 preadolescenti che, coordinati da 14 animatori (per campo), hanno potuto sperimentare e vivere “L’Isola che non c’è” nella quale finalmente essere se stessi e quindi capaci di volare in alto come Peter Pan. «Ogni Campo è un'esperienza unica nella quale i ragazzi perché coinvolti emotivamente per una settimana riescono a mettersi in gioco e, quindi, a conoscersi di più» spiega il parroco di Grado e motore instancabile del progetto, monsignor Paolo Nutarelli.

«A questa età - rimarca il sacerdote - il Campo è una grande occasione per iniziare a trovare "il bandolo della matassa" della propria esistenza. Ai ragazzi in continuazione ricordo che un campo è un'esperienza unica, particolare, mirata e, rispetto alla vita, piccola. La vita, infatti, è ovviamente più grande ma un Campo ben vissuto può orientare la propria vita». Un progetto che negli anni ha segnato fortemente le vite di tutti coloro che vi hanno partecipato, grazie anche al contributo fondamentale degli animatori.

Quest'ultimi, mettendosi al servizio dei più piccoli, diventano confidenti e strumenti per aprire nuovi orizzonti ai ragazzi. «Fusine – conclude - è un'occasione per le due Parrocchie per offrire ai ragazzi esperienze che sviluppano il senso di Comunità, di servizio e per curare la propria spiritualità (interiorità). Su questa strada bisogna investire energie e tempo. Un grazie agli animatori, alle staff della cucina ed alle famiglie che credono fortemente in questo progetto».

Anche Francesco Marcon, presidente dell’associazione capofila del progetto ossia il Ric Cormons, nonché egli stesso animatore durante la seconda settimana dei campi, ha espresso la forte emozione nella creazione di un’esperienza così significativa per la vita dei ragazzi: «Ogni anno vogliamo proporre ai ragazzi un’esperienza che possa lasciare il segno nelle loro vite. Un campo è un luogo di gioia, felicità e divertimento, ma è anche un occasione per riflettere sul proprio percorso di vita. A Fusine, che ormai è diventato un luogo per il quale ognuno di noi ha riservato un pezzo di cuore, cerchiamo di accompagnare i ragazzi in un viaggio che li aiuti ad esplorare la propria interiorità, aiutandoli a scoprire ciò che li rende speciali e unici».

Una settimana, come ripetuto a mantra dai protagonisti dei campi, non può di certo cambiare la vita ma se vissuta con entusiasmo, col desiderio di mettersi in gioco e lasciarsi accompagnare può aiutare a trovare il proprio sentiero. «Vedere a fine campo degli adolescenti che si abbracciano e si commuovono cantando attorno ad un fuoco, oltre a riempirci il cuore di gioia ci fa capire che quello che facciamo e una cosa buona, per la quale vale la pena spendere tempo, energie e risorse» rileva Marcon.

«Voglio ringraziare tutti i ragazzi per aver creduto in noi, per averci regalato emozioni uniche e per farci riscoprire ogni volta che anche noi adulti possiamo crescere assieme e grazie a loro. A nome di Ric Cormons ringrazio tutti gli animatori e i cuochi che ogni anno, da volontari, rendono possibile questa esperienza. Voglio ringraziare in particolare don Paolo, e la parrocchia di Grado con cui portiamo avanti da anni questo progetto, per aver coordinato lo staff e per rendere, con il suo inconfondibile stile, unica questa esperienza» conclude il presidente del sodalizio.

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