La storia
'Esplora Carso', la riscoperta del Territorio e dell'ambiente avviene camminando
Due giovani innamorati del Territorio organizzano escursioni e visite per approfondire la natura tra Carso e Alpi.
Raccontare un Territorio significa, prima di ogni sfumatura retorica, amarlo. E, spesso, per amarlo bisogna frugare le suole delle proprie scarpe camminando, e camminando scoprire sfumature, colori, suoni e vita della propria Terra. Lo sanno bene Marta Pieri e Yannick Fanin, lei guida naturalistica abilitata in Fvg, lui faunista libero professionista, che hanno creato da poco Esplora Carso. “Una giovane realtà formata da professionisti nel campo ambientale che propone esperienze alla portata di tutti in Natura”, come si descrivono brevemente sulla loro pagina Facebook.
“Le nostre escursioni – spiega Marta Pieri – mirano a far conoscere la fauna selvatica ma anche la botanica nel Carso Goriziano, nella Alpi e Prealpi e anche nella vicina Slovenia”. Fino a prima della seconda nuova chiusura di qualche giorno fa, dovuta alle restrizioni da Covid-19, hanno organizzato anche conferenze ed escursioni focalizzate alla divulgazione verso un pubblico giovane. L’attività prosegue anche, “con una comunicazione tramite social con alcune “pillole”, soprattutto per i non addetti ai lavori”. Oltre che l'attività di monitoraggio faunistico e ambientale, che permettere di scoprire alcune chicche, come un cervo “catturato” qualche giorno fa da una fototrappola posta a pochi metri dal Centro Visite di Pietrarossa a Doberdò.
“Di fototrappole ne abbiamo in tutto una decina, che sposiamo tra Carso e la zona di Tarnova. Quest’ultime le abbiamo recuperate poco prima della chiusura del confine – spiega ancora Marta che, assieme a Yannick, continuerà gli studi e le analisi finché non vi saranno nuove restrizioni con l’impossibilità a spostarsi fra comuni. A portare avanti le attività, come detto, sono due studiosi “Cerchiamo sempre, nelle nostre escursioni, di coinvolgere anche produttori e piccole realtà locali del Territorio.
La salute dell’ambiente carsico loro la percepiscono subito. “È un ambiente in difficoltà. Può sembrare monotono ma al suo interno contiene numerosi habitat, anche molto diversi come le falesie di Duino o le doline più profonde del Lanaro, così come la fauna che passa da quella mediterranea a quella balcanica”, racconta Marta. Fra le varie problematiche la mancanza del pascolo, che si riduce sempre di più, e favorisce la crescita di boscaglia e cespugli. “La landa carsica, creata proprio dall’uomo con l’attività della pastorizia, proprio per la mancanza di pascoli rischia di scomparire, lasciando lo spazio a questi cespugli e a piante infestanti come l’Ailanto, arrivando poi, nella teoria, ad un bosco maturo. Bisognerebbe darsi da fare – conclude Pieri – per ripristinare questi ambienti e mantenerli”.
Esplora Carso è contattabile attraverso l'omonima pagina Facebook o da web su https://esploracarso.com/.
Foto e video gentilmente concessi da Esplora Carso.