Esordio letterario per Elisa Menon, la scrittrice di Gorizia firma con Einaudi

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Esordio letterario per Elisa Menon, la scrittrice di Gorizia firma con Einaudi

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 11 Ago 2024
Copertina per Esordio letterario per Elisa Menon, la scrittrice di Gorizia firma con Einaudi

La vicenda raccontata nel romanzo breve si inserisce nel drammatico episodio dell’eccidio di Porzûs, già finalista al Premio Calvino pochi mesi fa.

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Dopo la menzione speciale della 37.ma edizione del Premio Calvino, ottenuta dalla drammaturga goriziana Elisa Menon per il suo romanzo d’esordio “Guance bianche e rosse. Elda è salita alle malghe”, è di un paio di giorni fa un’altra bella notizia. Sarà la casa editrice Einaudi a curare la pubblicazione dell’opera, «presumibilmente entro il 2025», come conferma direttamente Menon, con evidente entusiasmo. Per l’autrice, infatti, tra le varie proposte ricevute, quella di Einaudi editore è stata senz’altro la più apprezzata: «Al solo pensiero mi batte forte il cuore, perché ho tutta la collana di libricini bianchi di Einaudi Teatro. Quando ho ricevuto la loro offerta è stato un momento molto emozionante».

Menon (nella foto, a destra) ci tiene a sottolineare l’importanza del ruolo svolto dalla segreteria e dal personale del Premio Calvino, «che fanno a tutti gli effetti il lavoro degli agenti letterari». «Un lavoro – continua a spiegare l’autrice – che viene svolto dopo l’assegnazione del riconoscimento e gratuitamente, pro bono, spinto dall’amore per il testo che hanno scelto».

Il romanzo
La vicenda raccontata nel romanzo breve si inserisce nel drammatico episodio dell’eccidio di Porzûs, quando, tra il 7 e il 18 febbraio del 1945, diciassette partigiani delle brigate Osoppo, di orientamento cattolico e laico-socialista, furono uccisi da un gruppo di partigiani comunisti appartenenti alle brigate Garibaldi. In particolare, la narrazione si concentra sulla figura di Elda Turchetti, una donna indicata da Radio Londra come spia al servizio dei nazisti, e per questo giustiziata dopo un sommario atto di accusa.

Riguardo alla scelta di trattare una vicenda così drammatica della storia della Resistenza, determinante è stata la figura del nonno di Menon: «All’epoca aveva 16 anni ed era uno dei cosiddetti “ragazzi di Ruttars”, ricordati dalla storia come i più giovani, e forse inconsapevoli, partecipanti alla spedizione contro la Osoppo. Questi ragazzi erano veramente ignari di quanto stava per accadere e molti di loro hanno poi dovuto affrontare le conseguenze penali dell’operazione, con il processo e diversi anni di detenzione».

E parallelamente, nel romanzo, si ripercorre anche la storia di Elda, «il cui nome è stato persino omesso sulla lapide che a Porzûs ricorda le vittime dell’eccidio». Un modo, quindi, per ridare giustizia e visibilità a una donna dalla storia controversa e «cancellata» dalla storiografia monumentale. «La mia gioia per questa pubblicazione – spiega sempre l’autrice – è dovuta al fatto che ci tenevo che questa storia diventasse di dominio pubblico, dando un po’ di luce senza fare sconti a nessuno».

Il Teatro sociale
Sebbene sia il suo primo romanzo, Menon non è certamente una scrittrice alle prime armi. Diversi sono i testi che ha prodotto per il teatro, soprattutto nell’ambito dell’associazione Fierascena. Sodalizio da lei stessa fondato e che, dal 2015, realizza interventi di sostegno, formazione e inclusione attraverso il teatro sociale, offrendo percorsi rivolti alle categorie fragili, laboratori teatrali, esperienze di arte relazionale, spettacoli. Da diversi anni collabora anche con il Bigazzi, la casa circondariale di Gorizia, organizzando il Festival di teatro e arte del carcere “Se io fossi Caino”.

Foto Premio Calvino

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