Smascherata la rete di prestanomi di un 45enne che gestiva due negozi a Monfalcone

Smascherata la rete di prestanomi di un 45enne che gestiva due negozi a Monfalcone

le indagini

Smascherata la rete di prestanomi di un 45enne che gestiva due negozi a Monfalcone

Di Redazione • Pubblicato il 14 Apr 2021
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Formalmente non aveva beni, ma si affidava a prestanome per gestire le sue attività. Chiusi due alimentari in centro e sequestrati beni per 40mila euro.

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Teneva un tenore di vita ben al di sopra delle proprie possibilità, almeno guardando alla sua posizione fiscale da nullatenente. In realtà, un 45enne originario della Campania e residente a Monfalcone, era coinvolto di attività di usura, spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione. L'uomo era stato arrestato in flagranza di reato già l'ottobre scorso e, nei giorni scorsi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Gorizia ha disposto il sequestro preventivo dei conti correnti e di due attività commerciali, legate proprio all'uomo finito in manette. Ad eseguire l'operazione sono stati i carabinieri del comando della Città dei cantieri, in collaborazione con la guardia di finanza.

Nel mirino degli investigatori sono finiti due negozi di frutta e verdura, intestati a persone vicine all’indagato, siti in piazza della Repubblica ed in via Romana a Monfalcone, nonché un conto corrente allo stesso riconducibile, rispetto al quale l'autorità giudiziaria ha disposto accertamenti bancari, eseguiti dai militari delle Fiamme Gialle. Il sequestro ha riguardato tutti i beni, il cui valore complessivo ammonta a circa 40mila euro, che gli investigatori hanno ritenuto essere stati acquistati con i proventi dell’attività illecita. M.D.A., le iniziali dell'arrestato, si trova ora in carcere a Gorizia, aveva attirato l'attenzione per il suo stile di vita di lusso ed esibito pubblicamente.

Il 45enne abitava, infatti, in un attico in affitto e viaggiava su un'auto di grossa cilindrata a noleggio. Sono stati sequestrati anche orologi e gioielli di valore e “beni strumentali” alle attività economiche, come mobili e arredi per le attività commerciali, intestati a terze persone. Si tratta, in particolare, di attrezzature gestite dalla compagna e dal nipote dell’indagato. Il sistematico ricorso a prestanome e familiari - spiegano dall'Arma - rende ancora più evidente la sproporzione tra i redditi formalmente censiti ed il compendio patrimoniale posseduto. Emanato, infine, un provvedimento nei confronti di persone “fiscalmente pericolose", ossia chi si ritiene vivano abitualmente, anche in parte, con proventi derivanti dalla commissione di gravi reati.

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