L'energia della Terza età unisce il confine: Gorizia, Nova Gorica e Cormons sul palco

L'energia della Terza età unisce il confine: Gorizia, Nova Gorica e Cormons sul palco

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L'energia della Terza età unisce il confine: Gorizia, Nova Gorica e Cormons sul palco

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 20 Apr 2024
Copertina per L'energia della Terza età unisce il confine: Gorizia, Nova Gorica e Cormons sul palco

Le tre università della Terza età hanno portato ieri sera sul palco del Kulturni dom musica e spettacolo, per celebrare l'abbattimento del confine.

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Il cielo oltre la rete, di qua e di là. L’azzurro ugualmente profondo, quello stesso che «tutto accarezza» nei versi di Ljubka Šorli - che si sono innalzati con magica leggerezza nella sala, recitati da Annamaria Grusovin – Si è svolto nella prima serata di ieri, presso un gremitissimo Kulturni dom di Gorizia, lo spettacolo “Sconfinatamente creativi” organizzato dall’associazione Unitri di Nova Gorica in collaborazione con Ute di Gorizia e Unitre di Cormons. A portare i suoi saluti il primo cittadino di Nova Gorica Samo Turel, che ricorda come la comunità slovena proponga ogni anno un tema specifico, quest’anno denominato “L’anno senza confini 2024”.

«L’attività odierna è un gioiellino», ha rimarcato con orgoglio. Una piccola gemma racchiusa nel progetto di più ampio respiro che si svolgerà durante l’intero anno. A moderare i gruppi e tradurre nelle due lingue la simpatia di Julij Savelli e Lionella Costantini. Un evento che si ripropone ogni primavera, quando le Università della terza età raccolgono i frutti del lavoro svolto durante l’anno accademico. Per celebrare i vent’anni dell’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, quest’anno l’Unitri di Nova Gorica ha invitato le omologhe di Gorizia e Cormons, spinta dalla volontà di «costruire ponti di dialogo e amicizia che superino le differenze e uniscano i cuori».

Primo a esibirsi il gruppo di chitarre, ukulele e flauti diretto dal maestro Egon Boštjančič, che ha proposto “Angeli živijo” (I have a dream) di Benny Andersson e Björn Ulvaeus. «A chi sostiene che gli anziani siano poco utili, possiamo rispondere che si sta sbagliando», hanno letto i presentatori per voce delle associazioni presenti. Non solo si rivelano indispensabili, ma durante la serata hanno dimostrato un’inesauribile energia e una creatività tali da esaltarne l’immensa risorsa. Dalle danze del ventre alle sinfonie corali, alle borse foulard abiti e infiniti altri accessori realizzati a mano, la kermesse ha portato sul palco un esercito in grado di rappresentare il pilastro della società non meno dei giovani.

A intervenire sul palco la presidente di Unitri Ivanka Drnovšček, la quale ha ricordato l’ottantina di attività offerte ai soci, grazie ai 40 docenti che collaborano in maniera assidua. «Prima della pandemia avevamo 600 soci, oggi siamo circa 400», si rammarica. Una collaborazione con il territorio che punti a «essere parte attiva della sua crescita» assicurando promozione culturale agli stessi iscritti, ma al contempo costituendo occasione per «instaurare rapporti interpersonali senza pregiudizi o timori». A ricordare i vent’anni trascorsi dalla cancellazione dei confini è stato anche Luciano Patat, presidente dell’UniTre di Cormons.

Da allora «i contatti si sono intensificati», così che i lavori svolti presso le Università della Terza età consentono oggi uno scambio fertile di esperienze e idee, legandoci in maniera indissolubile. Un’iniziativa che permette di «avvicinare le due comunità a cavallo di un confine che non ha più sbarre né reti divisorie. Due comunità che vogliono continuare a vivere in pace superando le incomprensioni del passato».
E dopo il commovente “Meraviglioso” di Domenico Modugno e il più leggero “Un bacio a mezzanotte” interpretati dal coro di Cormons - diretto da Cristina Del Negro - è stata la volta dello spumeggiante ballo in rosso e nero insieme alle maestre Annarita Tomat, Fulvia Torresan e Sherry Wilson.

Esibizioni che possano essere «luce per la nostra anima» e stimolo per la creatività, principale strumento di inclusione sociale. Al gruppo di ukulele segue quello dei flauti diretto da Ivan Mignozzi, fino alla recita dei versi della poesia “Motivo goriziano” della Šorli e al “Paradiso perduto” di Silvia Wehrenfennig. Mentre Ljubka osserva disincantata il paesaggio in cui «medita San Gabriele, quasi adirato per lo strano confine», Silvia si interroga sul significato di perdere la Patria: «Come ci accoglierà quella nuova? /In silenzio trascineremo il carretto/con dentro tutto ciò che ci resta/di una vita perduta».

Entusiasta anche Emiliana Di Dato Valenti, presidente dell’Uti Gorizia, secondo cui lo scopo delle associazioni è «migliorare la qualità di vita degli anziani creando occasioni d’incontro». Un’università nata nel 1986 e giunta al 38mo anno accademico, con un’offerta che supera il centinaio di corsi. Scroscio di applausi per la sfilata di moda organizzata da Flavia Lippi, in cui le signore hanno esibito con grande eleganza abiti cuciti a mano, ma anche ombrelli, borse, cappelli, peluche e sciarpe in seta, creazioni realizzate durante i corsi di cucito, pittura su stoffa e uncinetto.

Grande successo infine per il gruppo di danzatrici del ventre e la coreografia di veli diretta da Nika Mlakar, in un trionfo di colori e rasi. Dal coro Mavrica si passa al gruppo di chitarra, per chiudere in bellezza con “L’inno alla gioia” di Ludwig Van Beethoven, che ha visto uniti i cori di Nova Gorica e Cormons a portare in ciascuno quella «gioia nemica di ogni guerra».

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