Emma alla fine del liceo a Monfalcone, «ho dato il cento per cento di me»

Emma alla fine del liceo a Monfalcone, «ho dato il cento per cento di me»

IL RACCONTO

Emma alla fine del liceo a Monfalcone, «ho dato il cento per cento di me»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 01 Lug 2023
Copertina per Emma alla fine del liceo a Monfalcone, «ho dato il cento per cento di me»

La giovane ha concluso gli esami di quinta superiore, ora punta allo studio delle lingue ed economia a Trieste. Il racconto della sua esperienza.

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Tra i maturandi che hanno concluso l'esame orale al liceo Michelangelo Buonarroti di Monfalcone, c'è anche Emma Zuccolotto della 5ALL, iscritta all'indirizzo linguistico, ma che ha vissuto un percorso di studi misto (e vi spigheremo “in che senso”). Nella prova di italiano, Emma si è cimentata nella realizzazione del tema storico scegliendo la traccia dell'articolo di giornale improntato sulla testimonianza offerta da un servizio scritto dalla giornalista Oriana Fallaci sulla Guerra Fredda.

"La storia è fatta da molti o da pochi? Su questo si interrogava nel suo scritto la giornalista - sono le parole di Emma - e la tesi emersa dalla mia produzione ha affermato che secondo me la storia è mossa da pochi ma composta da molti. Ho ritenuto di offrire così alla commissione molti spunti di attualità". Nel secondo giorno d'esame, c'è stata la prova scritta di inglese con due comprensioni del testo e altrettante produzioni scritte."Erano fattibili" commenta la studentessa. “L’orale è stato emozionante – afferma Emma – direi abbastanza soddisfacente in termini di qualità della risposta che sono riuscita a dare ai vari quesiti”.

Ma com’è stato il quinquennio della giovane? Dopo il primo anno di corso frequentato nella sede monfalconese, al secondo, nel 2019, la giovane ha subito la prematura scomparsa della madre. “A gennaio 2020 ho deciso di partire per l’America – afferma Emma – e sono arrivata a Seattle dove sono stata ospitata dal cugino di mia mamma. Ho frequentato un semestre di studi lì, in una scuola privata cattolica, la Bishop Blanchet. Sono poi rientrata in Italia ad aprile giusto in tempo prima di restare bloccata a causa del covid e ho ripreso il corso di studi al liceo.

Il terzo anno è stato vissuto con le lezioni in Dad. “Ci siamo destreggiati tra zone di colore diverso e le loro regole – ricorda Emma – abbiamo vissuto una frequenza divisa in gruppi in varie fasce orarie, era tutto un casino”. Grazie all’aggiudicazione di una borsa di studio, la giovane ha frequentato la quarta in America dove ha conseguito il diploma americano che le ha consentito di essere considerata studentessa bilingue. “In quinta sono ritornata a casa – prosegue Emma – me la son sudata dando il cento per cento di me".

"Nel tempo, ho notato che i sistemi scolastici dei due Paesi sono totalmente diversi anche se qui ho vissuto il Pcto, alternando scuola e lavoro tra il progetto cinema e la partecipazione al seminario di Massimo Recalcati sulle neomelanconie e sul paradigma securitario”. Tra le cose belle che Emma ha vissuto e “salvato” di questi cinque anni – di cui solo una parte tra i banchi di scuola italiani – c’è stata la nomina a rappresentante d’istituto grazie alla quale la ragazza si è messa a disposizione, ha lavorato e organizzato eventi per tutti gli studenti. “Trovo più soddisfazione nel dare che nel ricevere – spiega Emma – e sento di aver tanto da dare e poco da ricevere".

Quando ho perso mia madre ho avvertito la necessità di dare una parte di me alle persone e questo lo esprimo organizzando cose belle per gli altri così riesco a distrarmi. La felicità degli altri diventa anche la mia. Fa parte anche del mio ruolo di aiuto capo scout con i Lupetti della parrocchia di Largo Isonzo”. Tra i momenti down della sua esperienza di studi, per la giovane diplomanda, la dad ha rappresentato un momento di basso livello per tutta la scuola italiana. “Eravamo costretti in casa – ricorda la giovane – non potevamo esprimerci al meglio. In classe i gruppi erano eterogenei, una cosa normale, ma ci siamo sentiti molto vicini e uniti soprattutto in questo ultimo anno”. Quello di Emma è stato ed è un cuore diviso tra Italia ed Esteri.

“In Italia si sta bene nel senso che si resta sospesi su quello che si ha e ci si accontenta. Però per i giovani questo non va bene, bisogna evadere per dare di più” afferma l’intervistata che vivrà una parte della sua estate in Spagna, a Benindorm sulla Costa del Sol. Tra i programmi di vacanza ci sono anche gli impegni scout come il Campo Clan alla Casa del volontariato di Milano e il Campo Lupetti a Sutrio, in montagna. Dopo l’estate cosa succederà? “Mi iscriverò all’Università di Trieste – rivela la giovane – farò il Tolc in International Economics and Financial Markets. Approfondirò ulteriormente le lingue. In Italia si studia troppa grammatica soprattutto in inglese e tedesco".

"Ci si allena poco in conversazione. Intendo perfezionare anche lo spagnolo dato che abbiamo cambiato insegnante ogni anno. Dopo la triennale vorrei fare la magistrale in Germania perché ritengo l’economia tedesca un argomento stimolante e di rilievo”. Rispetto al cambio di dimensione dovuto al progresso degli studi, Emma avverte un po’ d’ansia compensata comunque da un rinnovato entusiasmo che riguarda il percorso futuro più importante della sua vita. Emma si è presentata all’esame con la media dell’8 e guarda ad un punteggio finale di tutto rispetto.

Cosa vogliono dire le cifre per lei? “I numeri non valutano la personalità di ognuno di noi – avverte Emma – ma è anche vero che essi fanno meno male dei giudizi scolastici che spesso non sono adeguati. Chi può dire veramente che uno studente sia ottimo, uno discreto o uno scarso? I voti allora non esprimono totalmente la tua preparazione ma cercano di dare un’indicazione utile. Se poi vogliamo parlare di meritocrazia … in Italia ce n’è pochissima”.

Per la futura universitaria la Maturità serve come un buon allenamento alla prima sessione di esami universitari. “Vorrei che fosse reintrodotta la tesina – propone Emma – perché permette di esprimersi con più libertà e senso critico”. Infine – volendo essere ambiziosi, ma nel senso buono – Emma pensa di meritare di più e per questo guarda a testa alta al futuro che l’attende. L’entusiasmo e le capacità non le mancano. Buona strada!

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