le modifiche
Emergenza contagi, tornano posti letto Covid all'ospedale di Gorizia

L'Azienda sanitaria corre ai ripari per far fronte all'aumento delle degenze. Cormons rimane Covid-free.
L’impennata dei contagi ha messo non poco in allarme il sistema sanitario regionale. Questa mattina, l’Azienda sanitaria giuliano isontina ha quindi illustrato le proprie modifiche alla normale attività ospedaliera, già adesso pesantemente condizionata dalla pandemia, annunciando tagli ai servizi negli ospedali di Trieste e forse anche in altre zone, se la situazione dovesse persistere o addirittura peggiorare. In conferenza stampa, il vicegovernatore Riccardo Riccardi ha espresso la grande preoccupazione per quella già definita “quarta ondata”.
Le modifiche sono già iniziate ieri, con la temporanea attivazione di otto posti letto di osservazione Covid presso il Pronto soccorso e Medicina d’urgenza al 13esimo piano della torre medica del Cattinara di Trieste. Il tutto con il supporto di personale medico e infermieristico di altri reparti. Da oggi, invece, nello stesso polo rimaranno le attività programmate urgenti ed emergenti del servizio di Medicina iperbarica e subacquea presso. Sarà invece sospeso il Day surgery al Maggiore, le attività programmate della Clinica oculistica e della Clinica di chirurgia maxillofacciale.
Stop anche alla odontostomatologica e alle visite anestesiologiche ambulatoriali. Rimangono garantite le attività chirurgiche urgenti. Per quanto riguarda Gorizia, il San Giovanni di Dio vedrà 26 nuovi posti letto per contagiati in Medicina Interna. Possibile anche la conversione delle degenze della Clinica medica, con 33 posti letto a disposizione. In ambito territoriale, invece, la Rsa di Cormons rimarrà attiva come non Covid, al contrario della Mademar di Trieste, dove si passerà a 40 posti letto per contagiati.
Nei prossimi giorni, la Terapia intensiva Covid potrà arrivare a 18 posti letto se necessario, mentre la semi-intensiva andrà al 13esimo piano della torre medica, con un progressivo aumento fino a 26 degenze. In caso di ulteriore aumento dei pazienti Covid che necessitino di cure intensive, le sedute operatorie saranno tagliate dalle attuali 52 a 40 a settimana. La Clinica chirurgica chiuderà 10 posti letto di degenza al 14esimo piano, mentre in Pneumologia rimarranno attivi otto posti letto presso la Medicina d’urgenza, i cui posti letto scenderanno da 24 a 16.
"I numeri dei contagi nell'area di Trieste - ha commentato Riccardi - costringono a fare una manovra importante di riconversione delle attività ospedaliere e territoriali: ne pagano il prezzo i pazienti non Covid, dato che le attività chirurgiche ordinarie subiscono un inevitabile rallentamento. È il prezzo di 70mila non vaccinati di Trieste su una popolazione di 230mila abitanti e soprattutto dei cortei: solo quello del 15 ottobre ha creato un focolaio di 200 contagi. Nel legittimo esercizio della propria opinione c'è il dovere di non pregiudicare la salute di persone responsabili".
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