I commenti
Elezioni a Monfalcone, i tre candidati a confronto sul rapporto con la minoranza slovena

Varie le visioni, da Cisint che pensa ad ampliare la collaborazione e Morsolin che la vede come esempio per le minoranze fino a Orlando che parla di 'rispetto della persona'.
Quando si parla di minoranze linguistiche a Monfalcone il pensiero, per l’evidente spazio politico e mediatico, va subito alla comunità bengalese presente in città. Ma va ricordata, per la storicità ben più longeva e il rapporto con l’entroterra carsico, anche e soprattutto quella di lingua slovena. Va, infatti, ricordato che il comune di Monfalcone fa parte dell'ambito di applicazione della legge di tutela 38/2001 che riguarda la minoranza slovena, come anche dell’ambito di applicazione della legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche generale, la 482/1999.
Tra i candidati, Anna Maria Cisint, sindaco uscente di centrodestra, ricorda come, in tal senso, “anche per il 2022 è stato vinto un apposito bando che ci consente di poter assumere una persona bilingue all’interno dello sportello per la minoranza slovena”. Cisint rimarca, anche nei cinque anni di mandato appena passati, la “vicinanza alla minoranza slovena che ci ha consentito, grazie a varie realtà culturali che ci supportano, di vincere bandi regionali ed europei”. Cisint, infine, non nega ch il rapporto istituzionale tra Comune e le varie realtà della minoranza “si possano ancora implementare”.
Francesco Orlando, invece, nel proprio programma ammette di non aver esplicitamente citato la minoranza slovena. “Nel programma non c’è – sottolinea - ma si inserisce all’interno del rispetto della persona umana, come per la minoranza bengalese, che intendiamo perseguire. Anche se, si tratta di due situazioni diverse. Quando ero assessore – ricorda Orlando - avevo promosso la creazione del circolo Tržič”.
Cristiana Morsolin, invece, sottolinea come “la componente storica è importante e vanno riprese le tradizioni e i valori devono essere un faro per sviluppare il rispetto di tutte le minoranze presenti in città. Monfalcone ha 89 nazionalità diverse presenti sul territorio e, per convivere in modo sereno, abbiamo già delle competenze che ci derivano dalla presenza della minoranza slovena”. “La nostra città può essere un modello per tutt’Italia, come ho specificato a Letta durante la sua visita qui. Un modello che può essere esportato in tutto il Paese”.
Su temi di stretta attualità come la riconversione della centrale A2A, punto focale dei vari programmi, Morsolin ribadisce la propria “contrarietà ai combustibili fossili ed il sostegno ad una politica energetica innovativa e legata alle fonti rinnovabili. Abbiamo esortato, per mesi, la Sindaca a convocare la Regione “amica” ed arrivare a giugno con una strategia condivisa per affrontare il problema e dotarsi di un piano credibile (non un ristorante su una ciminiera) e condiviso con altri soggetti e portatori di interesse. Invece in questi mesi la regione a traino leghista ha espresso un parere positivo condizionato alla conversione a Gas, mentre l'ex commissaria del circolo leghista Monfalconese, anche sottosegretaria al ministero alla transizione ecologica, ha espresso ovunque in giro per l'Italia il proprio consenso al gas, dimenticandosi di occuparsi proprio della città governata dalla Lega. Un bel pacco di ambiguità irrisolte per la sindaca Cisint, che fa finta di niente e accusa gli avversari di incoerenza. Un po' la storia della pagliuzza e la trave”, precisa Morsolin.
Orlando sottolinea come “la critica che noi muoviamo è soprattutto verso la Regione, più che verso l’amministrazione uscente, che permette di passare da 360 megawatt a 860. Ora il Governo ha chiesto di ricominciare con la produzione di energia a carbone vista la guerra in atto e non vorremmo che la scusa fosse quella di triplicare la centrale solo con questa fonte di energia. Siamo un polo industriale di grande rilievo a livello regionale, l’8% del pil regionale arriva dal nostro territorio. Non vogliamo ulteriore spazzatura nel nostro territorio”.
Non cita espressamente Fincantieri e tutta la questione di appalti e subappalti, Morsolin, ma sottolinea come “abbiamo idee e le esponiamo senza boria e prosopopea. Nel nostro programma parliamo di lavoro partendo dall'assunto che nella città con i salari più bassi della Regione è necessario ripartire dalla qualità del lavoro e portare questo tema direttamente sul tavolo del governo omano e della nuova direzione della grande fabbrica. Non minime compensazioni, ma lavoro equo, dignitoso, equamente retribuito, per far ripartire la città e la sua economia. Le ricette della destra le abbiamo provate per quasi sei anni, non hanno migliorato le condizioni reali di vita né degli italiani, né degli stranieri”.
Orlando, dal canto suo, ribadisce come “Monfalcone ha delle difficoltà maggiori rispetto ad altre città. Gli stranieri, ormai, sono il 30% e possono essere una risorsa ma c’è un problema per quanto riguarda l’integrazione, con gli errori di Altran, che è andata tutta dalla parte degli immigrati, e di Cisint, che ha fatto il contrario, che, ad oggi è difficile, ma va avviato un dialogo”.
Anna Maria Cisint, infine, si dice soddisfatta del lavoro svolto in cinque anni, specialmente sul tema dei rapporti con la grande azienda. “Siamo stati uno spogliatoio per grandi aziende per troppo tempo, con noi è uscito nuovamente l’orgoglio di essere Monfalconesi”, chiosa il sindaco uscente.
Cisint sottolinea come “siamo pronti a valorizzare ancora di più la navalmeccanica”, citando i corsi avviati al Pertini per aiutare i giovani studenti a essere, poi, inseriti con più facilità nel mondo del lavoro. “Abbiamo risolto i problemi del Porto per lo sviluppo della banchina e l’escavo ma anche la nautica in sé, durante il Covid sono cresciute le realtà che si occupano di questo settore”. E promette, ancora, la battaglia “per il lavoro di tutti, per l’indipendenza e la capacità della nostra città, combattendo anche contro il subappalto selvaggio che riteniamo dannoso per la sicurezza e per i diritti giuridici ed economici degli operai e delle persone che lavorano all’interno, continuando la battaglia anche per la salute”, conclude Cisint.
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