LA FESTA
Eid Al Fitr a Monfalcone, più di tremila fedeli in preghiera tra l’oratorio San Michele e via Primo Maggio

Orazioni anche in via Duca D’Aosta. Le donne tornano a pregare in pubblico, anche se separatamente, nel salone del ricreatorio. L’europarlamentare leghista Sardone in città a sostegno di Fasan e Cisint.
L’Hijri, il calendario lunare islamico, annuncia che la festa di Eid Al Fitr segna la fine del mese di Ramadan. Prima delle 8 di questa mattina, quasi 2 mila persone si sono recate – in tre turni, alle 8, alle 9 e alle 10 - al cortile dell’ex discount Hardi di via Primo Maggio per pregare. Si è trattato prevalentemente di fedeli appartenenti al Centro Baitus Salat di via Don Fanin, mentre altre orazioni hanno avuto luogo anche al Darus Salaam di via Duca d’Aosta. Se in generale non si può dire che si siano registrati problemi di ordine pubblico, a onor di cronaca, va detto che sull’arteria di accesso alla città il traffico era sostenuto e ci sono stati dei rallentamenti visti i numerosi passaggi pedonali dei fedeli che si recavano al sito sede dell’incontro comunitario.
Analoga situazione è stata vissuta nella più centrale via Duca d’Aosta. Al termine dei turni di preghiera in via Primo Maggio abbiamo incontrato Rejaul Haq Raju, responsabile della comunità islamica afferente al Centro Baitus Salat proprietario dello stabile di via Primo maggio. «Con il Ramadan – spiega Haq – purifichiamo la nostra anima. Attraverso il digiuno che caratterizza questo mese sacro, sperimentiamo la condizione di chi è nel bisogno, chiediamo perdono a Dio che cancella i peccati e invochiamo l’aiuto di percorrere la strada giusta». Oggi, nel piazzale dell’ex Hardi ha predicato Belal Hossein aiutato da Mohammed Alamin e Mubarak Hussain. Lo ha fatto in lingua araba ma con traduzione in italiano da parte di Alamin e di Hussain.
«Le riflessioni – illustra Haq - hanno stimolato i presenti a curarsi del prossimo e a pregare per la fine delle guerre e delle sofferenze a favore della pace. Dagli Imam è giunto anche l’invito rivolto ai fedeli di dimostrarsi aperti al confronto per parlare dei problemi della città». Come solitamente avviene in occasione delle festività, i servizi di sicurezza garantiti dalla Polizia di Stato e da altre Forze dell’Ordine presenti in città sono stati importanti e rassicuranti. La festa si svolge mentre è atteso il pronunciamento finale del Consiglio di Stato – riunitosi lo scorso 11 febbraio - sul noto contenzioso tra le comunità islamiche e il Comune in materia di destinazione d'uso degli spazi appartenenti ai due Centri.
Come si diceva, i riti sono stati tre: ai primi due, alle 8 e alle 9 c’era molta gente, mentre il terzo incontro è stato previsto alle 10. Dopo le 11, i fedeli islamici rientrano dalla periferia al centro città dove in prevalenza abitano. Quest’anno, la grande preghiera è stata ospitata anche nel campo sportivo dell’Oratorio San Michele alle 8.30. Anche qui sono arrivate moltissime persone – alcuni addetti ai lavori stimano siano stati più di mille i fedeli presenti – provenienti anche da Ronchi, Staranzano, Cervignano e Duino Aurisina.
«Quanto organizzato in via Mazzini è nato per affrontare il problema degli scarsi spazi presenti in città – ci spiega Jahangir Sarkar, tra i curatori dell’iniziativa – l’iniziativa è aperta a tutti. Ringraziamo per l’accoglienza don Flavio e tutti i monfalconesi che rispettano questo momento importante con noi».
Qui, sono stati due gli Imam a guidare la preghiera: Mubessir e Johirul Islam. Dopo l’interruzione del 2006, al San Michele è ritornato il momento di preghiera “pubblica” per le donne. Le loro orazioni si sono tenute nel salone principale dell’Oratorio e - secondo alcune fonti - anche in alcuni spazi riservati di via Duca d’Aosta. Un centinaio di loro, sono state accolte all’ingresso da Federica Elisa Elias (nata in Italia) e da Alam Rumana.
Poche donne indossavano il niqāb, mentre la maggioranza vestiva l’hijab. «Ognuno fa la propria scelta. A casa mia, la mamma indossa il niqāb, io l’hijab e mia sorella invece non copre il volto» racconta Federica. Lo stesso – si vede osservando la situazione – vale per gli uomini: alcuni indossano il tupi sulla testa con il punjabi o la jubba, mentre altri hanno un abbigliamento “occidentale”. Il parroco don Flavio Zanetti ha dato il benvenuto ai presenti e ha portato i suoi saluti anche nel piazzale dell’ex Hardi, in via Primo Maggio. «Prego Dio che ci renda tutti saggi e ci aiuti a fare le cose in un clima di pace e collaborazione» così il sacerdote.
Passando al versante politico, in città oggi arriva l’eurodeputata Silvia Sardone per appoggiare la candidatura a sindaco di Luca Fasan e quella della capolista leghista, Anna Maria Cisint. L’incontro dal titolo “La nostra lotta all’Islam radicale. Sicurezza, legalità e rispetto delle regole” viene ospitato in Biblioteca Comunale. Per gli esponenti del Carroccio è l’occasione importante per ribadire un principio a loro chiaro e irrinunciabile: «Chi sceglie di vivere nella nostra città deve condividerne le regole, rispettarne le leggi e contribuire al bene comune». Tra i temi oggetto dell’incontro ci sono l’ordine pubblico, la sicurezza e il rispetto delle norme.
La visita prosegue con i cittadini e candidati nel gazebo della coalizione allestito in piazza della Repubblica. «Monfalcone ha dimostrato che governare con coraggio e visione è possibile. Oggi serve dare continuità a questo modello, affermando con determinazione un principio semplice ma decisivo: le regole valgono per tutti, senza eccezioni. È su questa base che si costruisce una comunità forte, coesa e pronta ad affrontare le sfide del futuro» ha dichiarato il candidato Luca Fasan.
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