Editoriale – Di fisco e di fiaschi

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Editoriale – Di fisco e di fiaschi

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 18 Ago 2024
Copertina per Editoriale – Di fisco e di fiaschi

Nel foglietto parrocchiale dell'11 agosto don Ruggero parla di fisco e di volontariato. Una situazione delicata sulla quale far alcune considerazioni.

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Chi conosce monsignor Ruggero Dipiazza, già parroco di San Rocco e, ancor oggi da aiuto pastorale, figura portante del Borgo goriziano, sa che non le manda a dire. Né dal pulpito, durante le omelie, sempre pungente nei confronti della città e del suo modo di fare, non sempre vispo, diciamo così, e dei suoi cittadini, né al di fuori dell’ambito ecclesiastico e religioso. Ai laici, agli amministratori, alle persone di cultura: tutti, prima o dopo, sono stati toccati dalle riflessioni lucide e attuali del sacerdote di Ajello del Friuli.

Don Ruggero guarda avanti, azzeccando le difficoltà dei vari tempi – e a 90 anni può ben dire di aver visto un po’ di tutto – e le sfide che si affacciano per la società, con la consapevolezza che solo una visione ampia e prospettica dell’insieme può portare a un’analisi veritiera e utile della contingenza.

Il foglietto settimanale della parrocchia di San Rocco, disponibile a tutti in via Veniero 1, datato 11 agosto, mi ha colpito in modo particolare. Raccolto durante la festa patronale del 16 agosto, lo sfoglio dalla cantoria, mio posto privilegiato ma sempre di servizio in questi casi, dal quale mi piace sommessamente osservare il mondo che lavora e che, ahimé, passa. Il tema del foglietto, in ogni caso, è, chiaramente, la Sagra 2024: dopo un pizzico di storia e di riflessioni sul mantenere viva una realtà che va avanti almeno dal 1500 – con le prime attestazioni della festa in grande semplicità – e una doverosa riflessione sulle “pesti” che affliggono i nostri tempi, con la richiesta di guardare anche al prossimo e a chi ne ha bisogno, don Ruggero, dai fiaschi del Parco Baiamonti, sposta lo sguardo al fisco.

Cito: «Un grazie anticipato si meritano tutti i volontari che preparano e gestiscono la sagra e annessi. Essi sono ‘inutili’ per il fisco italiano e dovrebbero essere pagati per il lavoro che fanno. La ‘sagra’ dovrebbe essere fatta per garantire risorse ai poveri che non sanno come vivere (per questo non pagano le tasse). Accettare ciò che ci spetta perché è legale non autorizza i signori funzionari a offendere e mortificare chi mette gratuitamente a disposizione il cuore. Don Ruggero».

Si sa, la burocrazia italiana, soprattutto in campo tributario, è qualcosa da Azzeccagarbugli e spesso, in buona fede, si incorre in piccoli e grandi disastri. Quanto sottolineato dal sacerdote, però, è che vi è una chiara necessità di dare il giusto peso alle operazioni di controllo finanziario e di guardare in primis al principio del bene comune. In questi mesi, è cosa risaputa anche se alcuno ne ha testimoniato giornalisticamente, se non anni, vi sono stati numerosi controlli da parte del fisco su enti del terzo settore, dalle sagre fino alle associazioni culturali, tutte di volontariato.

Tutto lecito, chiaro, se nei toni si mantenesse la dignità di ogni persona, di ogni ente, di ognuno che, per la propria comunità e per il proprio territorio, spende tempo, denaro e possibilità per gli altri. A denunciare e a fornire epiteti poco gradevoli, millantando furti e sparizioni di denario, come accaduto, sicuramente non fa bene a nessuno. Poi è chiaro che, come accaduto proprio a Gorizia, che la mela marcia fa aumentare sospetti e voci. Ma non si può punire tutti per educarne uno.

Ho provato sensazioni contrastanti una domenica pomeriggio quando, visitando una sagra in Carnia, ho trovato una situazione che da noi sarebbe stata immediatamente sanzionata da almeno tre enti: pos irregolari senza scontrini, uscite di emergenza chiuse da tavoli, cucina al lavoro senza alcun dispositivo di protezione (Haccp ne abbiamo?). Non cito direttamente per non denigrare il lavoro dei volontari cui va la grande stima di tutti ma allora sorge la domanda: due pesi due misure? Udine è un territorio così vasto nel quale è più semplice evitare controlli? O solo nella piccola provincia goriziana bisogna vivere nel terrore quando si fatica in un’associazione di volontariato, un’aps, un odv, una pro loco, una sagra? A star con le mani in mano, forse, si possono dormire sonni più tranquilli. Allora, su questo, ha ragione don Ruggero.  

Foto d'archivio/Ilaria Tassini

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