Ecosistema urbano 2022, Gorizia tra le prime 30 città d'Italia

Ecosistema urbano 2022, Gorizia tra le prime 30 città d'Italia

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Ecosistema urbano 2022, Gorizia tra le prime 30 città d'Italia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 07 Nov 2022
Copertina per Ecosistema urbano 2022, Gorizia tra le prime 30 città d'Italia

Bene il verde in città. Cresce la produzione di rifiuti, oltre 500 chili per abitante, e la dispersione idrica.

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Gorizia si posiziona 30esima a livello nazionale tra i capoluoghi di provincia nel nuovo report Ecosistema urbano, redatto da Legambiente, Istituto di ricerca Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il documento, giunto al 29esimo anno, traccia la fotografia delle prestazioni ambientali dell’Italia attraverso una analisi dei dati delle sue 105 principali città. Sono 6 i principali indicatori: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente ed energia, che forniscono l tasso di sostenibilità rispetto ad una città ideale.

In Friuli Venezia Giulia, il capoluogo isontino è l’unico a salire in graduatoria, guadagnando due posizioni rispetto all’anno scorso. Rimane però il fanalino di coda della regione, con Pordenone che arriva settima (rispetto al precedente quinto posto), Trieste 15esima (era 12esima) e Udine 18esima (da 13esima). Tra i primati, c’è quello sul verde fruibile in area urbana, con 139,2 metri quadri per abitante, che la fanno rientrare tra le nove città con una disponibilità pro capite di verde urbano superiore ai 100 metri quadri.

Dall’altra parte, però, Gorizia supera quota 500 chili per abitante di rifiuti prodotti, valore mai registrato negli ultimi 10 anni con un incremento di 8 chilogrammi pro capite. Così come gli altri capoluoghi, c’è un sostanziale gap tra la produzione media in queste città e il valore obiettivo simbolico stabilito nel rapporto di 1 chilo al giorno per abitante, pari a 365 chili per abitante. Guardando alla loro raccolta, Gorizia conferma il dato della differenziata del 2020 (dal 64,3% al 64,2% nel 2021) e non raggiunge l’obiettivo del 65%.

Sul sistema-città goriziano pesa poi il trasporto pubblico. Il forte crollo post-Covid si evidenzia qui e a Pordenone, dove dal 2019 al 2021 si passa complessivamente da 80 a 30 passeggeri per abitante facendo registrare un calo di ben 62,5 punti percentuali. In ogni caso, l’offerta di trasporto pubblico calcolata in chilometri percorsi dalle vetture per ogni abitante residente è in linea con le città di piccole dimensioni, con 16 vetture-km/ab, ma il tasso di motorizzazione rimane il più alto in regione: 69 auto circolanti/100 abitanti.

Guardando al trasporto in bici, migliora di poco rispetto a due anni fa l’estensione dei percorsi ciclabili, con 7,31 metri equivalenti di percorsi ciclabili ogni 100 abitanti. Per quanto riguarda i dati sulla disponibilità di alberi in aree pubbliche, Gorizia rimane costante su 26 piante ogni 100 abitanti. In lieve aumento la diffusione del solare termico e fotovoltaico installato su strutture pubbliche, con 4,64 kW prodotti ogni mille abitanti. C’è quindi l’aspetto idrico, con la città che consuma 155,6 litri per abitante al giorno.

La perdita della rete, invece, prosegue nel trend negativo mostrano già nel 2019 e 2020, con il 34,5% di dispersione. La percentuale di popolazione servita da rete fognaria delle acque reflue urbane, invece, rimane immutata poiché i dati Istat sono aggiornati al 2016: il capoluogo si attesta al 93%. Infine, la qualità dell’aria: Gorizia ha il secondo miglior valore medio regionale di biossido di azoto (20,0 μg per metro cubo), mentre per le Pm10 fa registrare livelli inferiori al valore obiettivo per la salute indicato dall'Oms (media annua di 20,0 μg per metro cubo).

Mentre per le Pm2.5 nessuna città registra medie con valori inferiori al limite di 10 μg per metro cubo, Gorizia migliora il dato del 2020 per l’ozono, con una diminuzione pari a 6 giorni di superamento (da 33 giorni nel 2020 si passa a 27 nel 2021) e si avvicina al valore obiettivo. “Oggi - il commento di Sandro Cargnelutti, presidente Legambiente Fvg - le città devono diventare laboratorio per la giusta transizione ecologica. Devono mettere in campo soluzioni per migliorare la qualità ambientale e l’uso efficiente e circolare delle risorse”.

Focus anche sulla “mitigazione e l’adattamento al riscaldamento globale con una costante attenzione alle fasce deboli della popolazione, come la povertà energetica”. Per Mauro D’Orico, responsabile regionale del report, “I dati e le relative posizioni nella classifica finale manifestano una situazione di forte rallentamento, di sostanziale staticità che sfiora quasi l’immobilismo, anche se non mancano situazioni virtuose o in progressivo miglioramento, nella programmazione e attuazione di politiche urbane in grado di affrontare e superare la crisi climatica/ambientale”.

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