l'ultimo quinquennio
Economia più forte nella Venezia Giulia, nuovi investimenti su Gorizia

Bilancio positivo della Camera di commercio. Sulla mensa universitaria «vogliamo capire qual è la politica degli atenei».
La Camera di commercio della Venezia Giulia chiude questi ultimi cinque anni tirando le prime somme dopo la fusione tra Gorizia e Trieste. Era il 28 ottobre 2016 quando venne firmato l’atto con cui si univano i due enti, non senza polemiche. Oggi, il presidente uscente Antonio Paoletti sottolinea l’importanza di quella decisione, snocciolando i dati che si sono sommati nel corso del suo ultimo mandato. A partire dai 24 milioni di euro stanziati dal Fondo Gorizia per le imprese dell’area, generando un indotto per 22,6 milioni.
Nella cornice della sede di via Crispi, il numero uno dell’istituzione ha quindi ripercorso le diverse tappe, nonché i successi ottenuti. Come il tasso di start up tra le nuove società di capitali, ben 76 nel quarto trimestre 2020 nella Venezia Giulia, che contribuisce al posizionamento del Friuli Venezia Giulia al secondo posto in Italia tra le regioni. In tutto, le imprese attive al 30 giugno di quest’anno sono 22.271, con la fetta più grossa (23,8%) nel settore commercio all’ingrosso e dettaglio e riparazioni. Le realtà straniere sono il 16,8%.
Cresce l’imprenditoria femminile, con il 23,5% di aziende, mentre nel turismo la pandemia ha influito inevitabilmente: nel Goriziano, nel 2020 si sono registrate 866.936 presenze, a fronte di 208.423 arrivi, mentre nel 2019 erano stati rispettivamente 1.819.808 presenze e 449.518 arrivi. Sul fronte dei traffici, cresce il valore dell’export (oltre 1,6 miliardi nel 2020 e 1,5 miliardi nel 2016) e cala l’import (da 843 milioni a 749 milioni nei cinque anni). In questa direzione, si inseriscono i 500mila euro destinati alle celle frigorifere della Sdag.
“Abbiamo salvato 400 aziende nel periodo della pandemia - ha spiegato Paoletti - creando anche possibilità di sviluppo economico, come il salvataggio della Fondazione Villa Russiz e i lavori all’enoteca di Cormons. Siamo ancora in ritardo sulla digitalizzazione e ci siamo attivati anche su questo fronte. L’unione tra le due Camere ci ha rafforzato, dando molti più servizi”. Sul tema green pass, evidenzia che “abbiamo il 90% di persone vaccinate. Anch’io avevo paura, ma bisogna avere fiducia nella scienza. Non posso accettare che una minoranza blocchi un paese”.
Sul futuro, insieme al vice Gianluca Madriz e al segretario generale Pierluigi Medeot, il numero uno non svela nulla sulla propria ricandidatura. In compenso, traccia gli obiettivi per gli anni a venire, a partire dal polo universitario di via Alviano, dove rimanere aperto il tema mensa: “Abbiamo ultimato i lavori per il Cpi che hanno costato 500mila euro, chiedendo per iscritto alle università di implementare i corsi in città. Vogliamo capire qual è la politica sul tema, prima di investire. Il progetto della mensa è in itinere e il fine è portare qui più studenti”.
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