la tradizione
L'eco delle scarasulle dai campanili, Cormons e Sant'Andrea rivivono la tradizione di Pasqua
Rito quasi scomparso, alcune comunità conservano la tradizione di questo antico strumento. Le differenze a seconda del territorio.
Come ogni sabato santo di Pasqua, anche quest’anno la tradizione delle “scarasulle” è tornata a risuonare tra Cormons e Gorizia. Un rito che si perde negli anni, riscoperto anche dai più giovani che, anziché usare le campane, per una volta riproducono la musica da degli strumenti chiamati anche “ranganelle”. Una cosa nata dalla consuetudine per cui, alla vigilia della Resurrezione, i campanili tacciono. Per ovviare a questo silenzio, secoli fa vennero introdotti con il gracidio di questi oggetti, necessari per segnalare il giorno, il mezzodì e la sera. Ogni parrocchia e zona, poi, ha declinato il nome secondo la propria lingua e dialetto.
Nella cittadina del Collio, quest’anno hanno preso parte all’iniziativa mattutina alcuni ragazzi che, salendo sul campanile del Duomo mantenendo il distanziamento, hanno fatto risuonare le ranganelle per tutto il territorio limitrofo. Insieme a loro, c’era anche il diacono Marco Braida. “È una tradizione - spiega il parroco monsignor Paolo Nutarelli -, che si ripete ogni volta a mezzogiorno. Quest’anno non siamo potuti salire in tanti, c’è stata una piccola rappresentanza di quattro ragazzi del gruppo del ricreatorio. L’altro anno siamo andati solo io e il diacono”. Per un quarto d’ora, quindi, hanno rinnovato la tradizione, così come altri centri del Goriziano.
Fino agli anni Settanta, l’appuntamento era molto atteso ed era diffuso in tutto il Friuli, ma da allora è via via scemato, quasi a scomparire. In alcune zone, però, il tutto è stato custodito gelosamente, come nel quartiere di Sant’Andrea a Gorizia. Anche qui, sono stati i giovani della parrocchia a far risuonare l’antico strumento, anche ieri. Ma com’è fatta una scarasulle? “È uno strumento grande - spiega il parroco don Carlo Bolcina -, fatto in legno e metallo, come un carillon. Non ha un suono melodioso ma fa un rumore acuto”. Il rito nella parrocchia è stato ripreso qualche anno fa, quando un gruppo di papà chiese di riprenderlo, per poterlo insegnare ai figli.
Nella foto: il campanile di Sant'Andrea (Wikicommons)
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