Ecco la Casa della donna: un luogo per le mamme di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter

Ecco la Casa della donna: un luogo per le mamme di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter

l'inaugurazione

Ecco la Casa della donna: un luogo per le mamme di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 22 Apr 2024
Copertina per Ecco la Casa della donna: un luogo per le mamme di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter

La struttura, con personale Asugi, servirà le aree di
 Gorizia, Nova Gorica e Šempeter. Investimento da circa 2,5 milioni grazie al programma Interreg.

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Emozione e commozione si sono mescolate nella cerimonia di inaugurazione della Casa della Salute della Donna, dell’Infanzia e dell'Adolescenza, avvenuta questa mattina all’interno del Parco Basaglia. Emozione perché con la giornata di oggi si chiude una progettualità avviata dieci anni fa e, contemporaneamente, si apre un nuovo modo di concepire l’assistenza sanitaria. Commozione perché a ispirare e dare il “la” a quest’opera sono state anche persone che non sono più fra noi, come l’ex sindaco Ettore Romoli e la capo ostetrica Maria Teresa Braidot, cui la struttura è stata intitolata.

Gli interventi
A tenere le fila della cerimonia il direttore generale dell'Asugi Antonio Poggiana, che ha puntato l’accento sulle collaborazioni che hanno reso possibile la ristrutturazione di questi spazi, destinati a garantire e promuovere la salute intesa come completo benessere psico-fisico per mamme, bambini e adolescenti. L’opera è stata promossa e finanziata nell’ambito del Progetto Salute-Zdravstvo del Programma Interreg Italia-Slovenia 2013-2020, di cui il beneficiario è stato il Gect Go. In particolare, dei circa 2 milioni e mezzo di euro spesi per la sua realizzazione, mezzo milione è venuto appunto dal 
programma Interreg.

«Si tratta – ha dichiarato Poggiana – di una struttura aperta ai cittadini italiani e sloveni per un’integrazione che riguarda anche la multidisciplinarietà dei team che vi si potranno trovare, in un’ottica di collaborazione fra tutti i servizi dell’azienda». La struttura, con personale Asugi, servirà le aree di
 Gorizia, Nova Gorica e Šempeter il cui reparto di Ostetricia e Ginecologia è appena andato incontro a lavori di ammodernamento apprezzati – al termine della cerimonia goriziana – dallo stesso Poggiana, cui il pari grado sloveno Dimitrij Klančič ha replicato dicendosi «onorato per l’invito a questa inaugurazione: crediamo fermamente nella collaborazione transfrontaliera e grazie a questo progetto stiamo acquisendo nuove competenze».

Parole, quelle di Klančič, sottoscritte a stretto giro dal vicesindaco di Nova Gorica Anton Harej, che ha sottolineato l’importanza delle progettualità legate alla salute. A prendere la parola è stata quindi la direttrice del Gect Go, Romina Kocina: «Questo è un tassello importante di chiusura del Progetto Salute avviato nel 2017: è stato un progetto importante e doloroso e quello di oggi è un punto di partenza che dimostra la possibilità di concretizzare strutture transfrontaliere al servizio di tutto il territorio».

Fondamentale nella nuova struttura sarà l’umanizzazione del percorso nascita, concetto accolto con estremo favore dalla presidente dell’Ordine dei Medici di Gorizia Roberta Chersevani: «Ricordo questo luogo come uno spazio di grande tristezza e discriminazione, adesso vedo invece un pubblico folto e variegato: soprattutto, oggi c’è la popolazione. In questi giorni è in corso a Milano una polemica per la statua di Vera Amodeo raffigurante una donna che allatta, soggetto che sta creando non poco imbarazzo. Se credete, prendo qualche contatto con l’ordine dei medici e dico che lo spazio dove sistemarla noi ce l’abbiamo».

«Oggi è un momento di grande orgoglio per la nostra professione, professione che non per niente si contraddistingue per la sua tenacia. Qui si dimostra il motto che ha guidato finora il mio mandato, ormai in scadenza: “insieme si può” e qui è stata realizzata un’opera unica nel suo genere in tutta Italia» ha dichiarato Silvia Vaccari, presidente nazionale degli Ordini della professione ostetrica.

Un riferimento all’attualità del rispetto di genere è stato espresso da monsignor Armando Zorzin, vicario generale dell’Arcidiocesi di Gorizia. «Prima della benedizione, chiedo una grande grazia per tutti noi uomini, nati da una donna che ci ha gestito e nutrito nei nostri primi cento giorni: chiedo quindi la grazia per il rispetto di ogni donna. Chiedo però anche che questa struttura sia governata sempre da quella umanità che è già medicina per il cuore e auspico che l’unione Gorizia-Nova Gorica sia un modello di città della pace in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo».

Le parole di Riccardi
«I percorsi di vita - così Riccardo Riccardi, assessore regionale a salute, politiche sociali e disabilità - sono cambiati nel tempo e per questo, al di là di sterili polemiche, le risposte devono anch’esse mutare sebbene inizialmente possano sembrare delle scelte impopolari. L'inaugurazione di oggi rappresenta una lezione di cui fare tesoro: a partire
 dalla chiusura del punto nascita di Gorizia, grazie
all'intuizione di una classe dirigente responsabile e capace di
 visione, è stato avviato un percorso che, superando ostacoli e
difficoltà, ha portato a costruire una Casa della salute nella
 quale le risorse professionali sono ottimizzate».

Il tutto «in
 un'organizzazione orizzontale e multidisciplinare in cui sono
garantite le risposte ai bisogni lasciando le 48 ore seguenti al momento del parto alle strutture
ospedaliere attrezzate per garantire qualsiasi tipo di intervento
in sicurezza. Una struttura 
figlia di scelte forti di chi non ha avuto paura
dell'impopolarità, ma ha guardato alla prospettiva, al contrario 
di quanti, come per esempio sul tema dei consultori, continuano a 
difendere pezzi di sistema più orientati al passato che alla
 sostenibilità di una stagione che vive la limitata disponibilità
 di professionisti anziché guardare ai bisogni complessivi e
mutati di una comunità», ha concluso l'esponente della giunta.

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