la decisione
Draghi si dimette, cade il governo. Italia al voto il 25 settembre
Mattarella ha sciolte le Camere, impossibile trovare una nuova maggioranza.
Alla fine, la crisi di governo ha portato all'addio di Mario Draghi. Il presidente del Consiglio dei ministri aveva presentato ieri, nuovamente, le proprie dimissioni a Sergio Mattarella, con il Capo dello Stato che le ha accolte nel pomeriggio, dopo essersi confrontato con i presidenti delle Camere. Queste, quindi, sono state sciolte ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione. Si andrà alle urne il 25 settembre, entro i 70 giorni previsti dalla legge.
"Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l'ultimo atto - le parole del Quirinale riportate da Ansa - La situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l'assenza di prospettive per una nuova maggioranza. Davanti alle Camere" - ha evidenziato Mattarella - ci sono "molti importanti adempimenti da portare a compimento nell'interesse del Paese. A queste esigenze, si affianca l'attuazione nei tempi concordati del Pnrr".
"Né può essere ignorata l'azione di contrasto alla pandemia" ha aggiunto. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. Il premier Mario Draghi è giunto al Quirinale per controfirmare, come prevede la prassi costituzionale, il decreto di scioglimento delle Camere che sarà firmato da Mattarella.
Decisiva la decisione di Lega, Forza Italia e M5s di non votare ieri la fiducia alla "risoluzione Casini". Netta la posizione del Pd: "Credo che sia stata una vergogna, l'Italia è stata tradita perché quei partiti che hanno deciso di non votare la fiducia al governo lo hanno fatto soltanto per interessi egoistici". Lo ha detto il segretario Enrico Letta in un'intervista alla Bbc, commentando la crisi politica che ha portato alle dimissioni di Draghi.
Già in mattinata, la senatrice forzista Laura Stabile di Trieste ha rivendicato la scelta di votare a favore dell'esecutovo. "L’ho fatto in dissenso dal mio partito, Forza Italia, ma esercitando la mia libertà di senatore e soprattutto nel pieno convincimento di tutelare gli interessi degli italiani. In questa difficile congiuntura, infatti, il governo Draghi ha dimostrato di saper operare scelte utili al Paese, come testimoniato dagli appelli a non dimettersi provenienti dal Paese reale".
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