La storia
Dopo diciannove anni un nuovo raccolto di barbabietola da zucchero: la sfida a Farra
A seminarla e raccoglierla le aziende Luca Sandrin e Luca Brumat. Emozione degli agricoltori dopo anni di stop.
Diciannove anni fa l’ultimo raccolto goriziano di barbabietola da zucchero. Un tempo, il nostro territorio era patria delle barbabietole più ricercate in quanto col miglior grado zuccherino dell’intero Nord Italia. Il terreno era buono ma anche la presenza notevole di stalle aiutava la produzione: le barbabietole, come confermato da alcuni produttori, sono ‘ghiotte’, si passi il termine, per il letame. Poi, per scelte aziendali, il zuccherificio di Ceggia, in provincia di Venezia, venne chiuso e la produzione non era più sostenibile.
Da qui il cambio di destinazione e di produzione per numerose realtà produttive, soprattutto tra Fiumicello e Fossalon di Grado. Come detto, diciannove anni fa gli ultimi raccolti di barbabietola partivano alla volta degli zuccherifici nel resto d’Italia.
Ma ieri, 14 agosto, alla presenza non solo degli agricoltori che l’hanno curata fin dall’inizio, ma anche di esperti del settore, altri agricoltori e persone che si erano affezionate al ricordo di aver visto “l’ultimo raccolto”, per così dire, a Farra d’Isonzo, le barbabietole sono nuovamente uscite dal terreno ‘bagnato’ dall’Isonzo.
A seminare a febbraio quasi dieci ettari di barbabietola sono stati l’azienda agricola Luca Sandrin e Luca Brumat. «La semina – come raccontano – è stata tardiva e la grandinata di fine luglio ha influito negativamente sulla crescita ed è per questo che il raccolto è stato anticipato, essendo previsto a settembre».
Il contratto con Italzuccheri avviene al momento della semina e mette in conto il rischio di poter, eventualmente, anche non raccogliere quanto sperato. Dunque, già ieri ma soprattutto oggi, una serie di camion porteranno il prezioso carico da Farra in direzione Pontelongo, in provincia di Padova, per la lavorazione del prodotto.
«Se diciannove anni fa la produzione non conveniva in termini economici oggi, con minori costi di trasporto e un metodo di estrazione dello zucchero più innovativo, seminare e piantare la barbabietola è tornato conveniente. Ecco perché sta tornando nella semina locale», ribadiscono dall’azienda Sandrin.
Ieri, come detto, nell’emozione generale, le prime estrazioni con appositi macchinari di due aziende di Paludo di Latisana, de Marchi e Rossi: un primo macchinario scava nel terreno e recupera la barbabietola, raccogliendola in un contenitore. Questo viene poi svuotato creando alcuni cumuli sul terreno. In questo modo un altro macchinario, ribattezzato “mangia-mucchi”, lentamente li raccoglie e li deposita in un camion ripulendo le barbabietole da sassi o impurità.
Il carico, pronto, è dunque spedito. Come detto, particolare l’emozione dei presenti e degli stessi Sandrin, presenti con tre generazioni all’evento: da nonno Maurizio ai figli Luca e Andrea fino al nipote Ivan, di quasi tre anni, anche lui rapito dai grandi macchinari. Un ritorno atteso, dunque, quello della barbabietola, evidentemente frutto di qualità di una terra che se l’è tornata a coltivare.
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