Il lavoro
Le donne e gli uomini dell'Azione cattolica, documenti ritrovati a Gorizia
A curarlo l'archivista Luca Olivo. Il presidente Cappelli: «Fare luce su un periodo storico molto importante».
Un archivio che racconta la storia dell’Azione Cattolica di Gorizia ma non solo. Uno spaccato di società del Goriziano emerso dalle carte e dai faldoni sistemati nell’ultimo periodo dall’archivista Luca Olivo. La storia del sodalizio locale fonda le sue radici nel 1922, dunque quasi un secolo fa, e proprio in occasione di questo importante avvenimento la direzione diocesana ha deciso di rimettere a posto l’archivio.
“La sistemazione ci ha permesso di fare luce su un periodo storico dell’intera Arcidiocesi molto importante – spiega il presidente, Paolo Cappelli – e l’intero lavoro è alle sue fasi conclusive. Entro fine anno potremo dire di averlo completato. Oltretutto si tratta di un archivio storico classificato secondo le norme della Cei, dunque con criteri scientifici e che chiederemo sia riconosciuto anche con un valore storico”.
Cappelli ricorda che, proprio nell’ambito del centenario dell’associazione, alcuni iscritti e iscritte si stanno prodigando per la preparazione e la pubblicazione di alcuni volumi che possano raccontare le figure femminili, prima, quelle maschili, poi, e i vari assistenti diocesani che si sono susseguiti alla guida spirituale dell’Azione Cattolica Goriziana.
“È importante conservare la memoria per far capire cos’è stata l’Azione Cattolica, con uomini e donne che hanno vissuto l’associazione in periodi non semplici e che hanno dato e hanno lavorato per il Territorio”, prosegue Cappelli che ricorda l’apertura, proprio sul sito dell’Ac, di un’apposita sezione che raccolga interventi e ricerche in questo ambito.
Nel frattempo, il lavoro è quasi all’80% del totale, come precisa l’archivista Luca Olivo. “Si tratta di circa 200 faldoni – racconta Olivo – che vanno dal 1922 al 2010. Il lavoro segue quella che era e che è la struttura dell’ente, sia prima del nuovo statuto del 1969 che dopo. A breve sarà disponibile anche l’inventario che consentirà a studiosi e a ricercatori di lavorarci sopra. Sono tante le possibilità di studio e di ricerca”.
Lo spettro, di fatto, “è molto ampio per poter fare ricerche ed è aperto a tante dinamiche, tenendo presente il valore della documentazione vista anche la storia del confine e la vicinanza dell’Arcidiocesi allo stesso”, conclude Olivo.
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