la lettera
Don Michele, il suo saluto a Grado e quelle brutte maldicenze
Ci scrive la corale orchestrale Santa Cecilia di Grado, in merito al saluto di don Michele Centomo di domenica scorsa.
Ci sembra doveroso per la verità dei fatti e di quanto accaduto in questo periodo, sottolineare alcune precisazioni in merito alla partenza e al saluto di don Michele Centomo. La fruttuosa collaborazione instaurata con don Michele ha portato, in questi anni, al recupero, checchesenedica, di alcune messe e di numerosi brani, se solo il Covid non fosse entrato nei nostri programmi a scombussolare tutto, e il mantenimento del repertorio patriarchino in essere in basilica, ovvero il canto millenario che caratterizza la preghiera gradese da secoli.
Ci dispiace che maldicenze, dette e scritte, abbiano accompagnato fin dall’inizio, se non ancor prima del suo arrivo a Grado, l’operato del parroco uscente. Con la nostra compagine il lavoro è sempre stato ottimo, concordato secondo la liturgia e secondo la tradizione gradese. Un esempio lampante può essere il “Credo” della Messa patriarchina d’Avvento e Quaresima, recuperato già al secondo anno di servizio di don Michele.
Ci dispiace aver ascoltato o letto fatti e illazioni spesso non veri, dalla “querelle” su Madonnina del Mare, nella quale ci siamo esposti, fino alle ultime uscite che hanno accompagnato il saluto di domenica. Va precisato che la celebrazione non è stata affatto lunga ma ha seguito le tempistiche di una messa solenne, per non dire Pontificale, come siamo abituati a Grado per le solennità e feste maggiori, cui va aggiunto il fatto che ci sono stati i saluti di due autorità e del parroco con la giusta commozione che il caso ha richiesto. Alcuni hanno fatto notare che la Messa è sembrata “un funerale”, ma ricordiamo che abbiamo eseguito, con orchestra, la Missa Prima Pontificalis di monsignor Lorenzo Perosi, una delle più belle in repertorio oltre che la stessa che don Michele aveva scelto per il suo ingresso nel 2016 unitamente a vari canti molto belli, d’autore, polifonici ed eseguiti con il cuore.
Ci dispiace che, infine, sia stata sottolineata la fotografia scattata assieme con coro e orchestra, quasi a far sembrare che la compagine sia preferita ad altri gruppi parrocchiali, cosa non vera. Si è trattato di concludere un percorso portato avanti insieme, soprattutto negli ultimi tre anni con la pandemia.
L’augurio è che il successore, don Paolo, non riceva lo stesso trattamento ma possa lavorare nella nostra Grado con serenità e con il sostegno della comunità che, assieme a quello divino, un pastore merita.
Corale orchestrale Santa Cecilia di Grado
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