La storia
Don Manuel Millo sacerdote a Pentecoste, festa per la diocesi ad Aquileia
Assieme a lui, nel pomeriggio di Pentecoste, sarà ordinato diacono Matteo Marega.
Sarà un momento di festa per l’intera comunità diocesana: la sera di Pentecoste la Basilica di Aquileia sarà la cornice dell’ordinazione sacerdotale di Manuel Millo, quarantenne di Staranzano, e di quella diaconale del ventottenne Matteo Marega. Un nuovo presbitero, dunque, per l’Arcidiocesi di Gorizia. Il rito inizierà alle 17 e sarà presieduto dall’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli. Tra l'altro, restando in tema seminaristi, dopo il ministero del Lettorato a Matteo Scarpin, lo scorso 30 aprile a Lucinico, sarà il turno di Andrea Nicolausig il 18 giugno a Straccis per l'ammissione agli Ordini sacri.
Millo, raccontando della sua vocazione e del suo percorso personale che lo ha portato alla scelta del presbiterato, cita le domande che, fin da bambino, si sono susseguite all’interno di sé da giovane ragazzo che frequentava gli ambienti parrocchiali. “L'amore di Gesù nella donazione di sé verso tutti, senza immaginare alcuno e senza attendere nulla da nessuno, mi hanno nel tempo diametralmente trasformato; anche se, come successo ai discepoli, a stento riuscii a comprenderli in un istante. Nella libertà, dono, cifra e carattere distintivo della nostra dimensione umana, Gesù sceglie l’obbedienza filiale al Padre: amare fino alla fine, ecco la missione ricevuta".
"È questo amore anche per me è diventata la chiave di volta per comprendere il cambiamento che il mio intelletto faticava a comprendere”, racconta Manuel. “Spesso penso ancora da dove venga questo profondo desiderio di diventare sacerdote. Ho cercato risposte camminano lungo il mare della mia città natale, guardando l'orizzonte alla ricerca di un consiglio e per trovare un momento di silenzio in cui semplicemente essere me stesso di fronte a quei luoghi in cui sono cresciuto. Non so bene descrivere come l'idea di diventare un prete sia nata nella mia coscienza; forse è proprio un mistero, come se l'istinto a un certo punto della vita mi avesse suggerito di seguire questo cammino.
Non sempre facile. Devo ammettere però che la provvidenza di Dio, la sua capacità di portare il mio ascolto consapevole verso la sua silente, pur evidente azione, mi ha salvato. Dopo moltissime vicissitudini ho ritrovato la strada che avevo smarrito, specialmente accostandomi come raccontavo all’inizio, alla parola di Dio. Nel momento di maggior smarrimento della vita il consiglio che ha illuminato il mio pensiero e la mia azione è arrivato attraverso uomini e donne di Fede che hanno saputo essere testimoni in ascolto e in azione”, sono ancora le parole del futuro sacerdote.
“Nel tempo e nel discernimento ho capito soprattutto una cosa, che la chiamata non è una pretesa del singolo ma esprime la gratuità con la quale il Signore intende affidare la missione che lui stesso ha scelto; in forza di questa chiamata è necessario lasciare tutte le occupazioni per mettersi al servizio della missione sapendo affrontare imprevisti e probabilità con occhi nuovi. Devo ammettere che solo attraverso la grazia di Dio ciò è diventato possibile e presente nella mia vita".
Dio si presenta sempre al di fuori dei nostri schemi; spesso non capisco la sua volontà ma allo stesso tempo perché sono più volte caduto nell'errore di aspettarmi che lui parlasse secondo le mie aspettative. Poi ho colto, a volte con grande impegno e sforzo, che le mie idee erano come un faro nella notte che alla fine ti impedisce di contemplare il cielo stellato. Dio ci ascolta sempre, però i tempi e i modi li sceglie lui soprattutto nelle situazioni, negli eventi e nelle persone meno aspettate".
"È una questione di ascolto, orientamento e azione”, racconta Manuel che conclude: “Mi auguro nello svolgere il ministero sacerdotale seguire per sempre l’espressione di Cristo, fonte di Speranza e origine di Salvezza, da comunicare attraverso la Carità e condividere costantemente per il bene del mio prossimo”.
In foto: Manuel Millo (a destra) e Matteo Marega (a sinistra) assieme all'arcivescovo Carlo. Foto di Ilaria Tassini.
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