Le domande di Legambiente sugli alberi a Gorizia, «accaniti contro il patrimonio verde»

Le domande di Legambiente sugli alberi a Gorizia, «accaniti contro il patrimonio verde»

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Le domande di Legambiente sugli alberi a Gorizia, «accaniti contro il patrimonio verde»

Di Redazione • Pubblicato il 26 Ago 2024
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Legambiente torna a sollevare preoccupazioni sulla gestione del patrimonio verde di Gorizia, indirizzando una lettera aperta all'assessore Del Sordi.

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Legambiente torna a sollevare le proprie preoccupazioni sulla gestione del patrimonio verde di Gorizia, indirizzando una lettera aperta all'assessore all'ambiente Francesco Del Sordi. Anna Maria Tomasich, presidente dell'associazione, pone al centro diverse problematiche legate alle recenti operazioni di manutenzione, sottolineando il caso dei cipressi del cimitero centlae, che avrebbero subito «maltrattamenti ingiustificati». Nella lettera, ha chiesto «chi ha affidato i lavori di manutenzione e salvaguardia dei cipressi del cimitero e a chi sono stati affidati? Con quali specifiche? Si sono verificate le qualifiche professionali degli incaricati?»

Il sodalizio è particolarmente preoccupata per il destino degli ippocastani di viale XX settembre. Cita quindi lo stesso Del Sordi, che ha suggerito che alcuni di questi alberi con segni di sofferenza potrebbero essere abbattuti, come già fatto in altre città. Legambiente, tuttavia, mette in dubbio la necessità di tale misura drastica. Tomasich scrive: «Se lei è convinto che tale soluzione sia la più adeguata, perché finora non ha dato ordine di abbatterli?» Suggerisce che la sofferenza delle piante potrebbe essere attribuita a cause fisiologiche naturali e al danno alle radici causato da lavori di scavo. In questo contesto, sottolinea che «il loro abbattimento, e sostituzione con esemplari giovani della stessa specie, non risolverebbe affatto il problema».

La presidente solleva dubbi anche sull'affermazione dell'esponente della giunta riguardo alla gestione degli alberi in Francia, dove, secondo l'assessore, gli alberi verrebbero sostituiti ogni trent'anni per motivi di sicurezza stradale, eccetto nelle aree monumentali. «Desidererei inoltre sapere a quale normativa francese fa riferimento», scrive Tomasich, affermando che l'unica normativa trovata riguarda la protezione dei viali alberati lungo le strade pubbliche.

Il tono della lettera diventa ancora più critico quando si affronta l’argomento degli abbattimenti degli alberi avvenuti negli ultimi anni. Tomasich elenca vari esempi di ciò che descrive come un «accanimento nei confronti del patrimonio verde, bene comune». Tra questi, menziona i tre olmi abbattuti in via dei Cordaioli per far spazio a una pista ciclabile, l'eliminazione di ippocastani in piazzetta Bernardelli per ampliare un parcheggio, e i 11 pini domestici rimossi nell'area Apt di via Martiri di Al Nasiriyah perché ostacolavano i macchinari per la pulizia degli autobus. Tomasich chiede conto delle promesse fatte, come quella di compensare la perdita degli olmi con una sostituzione del 120% della superficie fogliare, e si chiede se queste promesse siano state mantenute.

Nella parte finale della lettera, Tomasich richiama l’attenzione sull’importanza di un approccio più sostenibile alla gestione del verde urbano, in linea con il recente Regolamento sul ripristino della natura adottato dal Consiglio europeo. Questo impone obblighi specifici per la conservazione degli ecosistemi urbani e richiede agli Stati membri di adottare misure per invertire il declino delle popolazioni di impollinatori e garantire che non vi siano perdite nette di spazi verdi. Tomasich conclude esprimendo la speranza di «avere presto delle risposte esaurienti» da Del Sordi, e auspica che la gestione delle risorse verdi della città sia condotta in modo trasparente e con il coinvolgimento di esperti e cittadini.

In un post scriptum, Tomasich fa inoltre notare che anche i privati cittadini, nel caso volessero abbattere un albero di loro proprietà, devono chiedere autorizzazione, il che implica che l'amministrazione comunale ha la facoltà di decidere il destino di piante specifiche, anche in assenza di un regolamento del verde pubblico e privato. Legambiente Gorizia esorta quindi l'amministrazione a lavorare verso l'adozione di tale regolamento, che includa disposizioni per la gestione e salvaguardia del verde cittadino e preveda la partecipazione attiva di tutte le parti interessate.

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