Disordini al Cpr di Gradisca, sindacato di polizia: «Sistema da ripensare»

Disordini al Cpr di Gradisca, sindacato di polizia: «Sistema da ripensare»

Le criticità

Disordini al Cpr di Gradisca, sindacato di polizia: «Sistema da ripensare»

Di S.F. • Pubblicato il 11 Feb 2024
Copertina per Disordini al Cpr di Gradisca, sindacato di polizia: «Sistema da ripensare»

Per il Siulp, la struttura va ripensata dal punto di vista operativo. Necessario passare «dall’approccio di tipo emergenziale ad uno più funzionale».

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Dopo le reazioni politiche della consigliera regionale del Pd Laura Fasiolo e della senatrice di FdI Francesca Tubetti a seguito dei disordini verificatisi nei giorni scorsi al Cpr di Gradisca, ad esporsi sulla situazione è anche la segreteria goriziana del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia. Attraverso un comunicato stampa, il sindacato parla di «un sistema Cpr da ripensare» e che va rivisto dal punto di vista dell’operatività.

«Se rispetto alla politica del trattenimento il Siulp in generale ha espresso perplessità, quello goriziano fu più netto nell’esprimere contrarietà alla struttura che quasi vent’anni fa venne istituita a Gradisca d’Isonzo. Innanzitutto, per le dimensioni in quanto è tra le più grandi del Paese collocata nel Comune più piccolo tra quelli che ospitano le altre otto, di cui due temporaneamente chiuse, tutt’ora operative. In secondo luogo, perché collocato in un territorio privo di Reparto Mobile o altre articolazioni a più elevata concentrazione di operatori».

«Da allora, non si è ancora riusciti a passare dall’approccio di tipo emergenziale ad uno più funzionale e strutturato – continua il testo divulgato - anzi, semmai la situazione è peggiorata di gran lunga anche sotto il profilo costi benefici. In origine, infatti, le strutture di trattenimento erano state concepite per gestire le procedure di allontanamento coatto non di tutti i migranti rintracciati in stato di illegalità, ma solo di una parte di essi. Ovvero di quelli nei confronti dei quali si riteneva di dover effettuare controlli supplementari in relazione a precedenti, pericolosità o provenienza da concludersi entro venti o al massimo trenta giorni».

Il trattenimento dunque, secondo il Siulp, costituiva l’eccezione in quanto la maggioranza di essi veniva munito di decreto d’espulsione al quale dovevano provvedere autonomamente. Attualmente invece, dai dati nazionali, risulta che solo circa il 10% dei transitanti nei Cpr vengono effettivamente allontanati coattivamente. «E il restante 90%? – domanda il Siulp - Come prima. Nel senso che si procede mediante decreto d’espulsione dopo un inutile trattenimento che può protrarsi fino a 18 mesi senza essere riusciti a conseguire l’espulsione coatta. Da qui l’esplosione dei costi che, com’è dimostrato dai numeri in crescita esponenziale, non compensano affatto lo sperato effetto deterrente».

Inoltre, a preoccupare il Siulp è il verificarsi di un’escalation di atti di protesta, autolesionismo, danneggiamenti e violenze che si ripetono con cadenza esponenziale al Centro. Inevitabilmente, tutti questi episodi espongono a seri rischi l’incolumità sia gli operatori delle Forze dell’Ordine che i trattenuti. «Va detto – conclude la nota firmata dal segretario provinciale Giovanni Sammito - che sono in atto interlocuzioni costruttive con il neo insediato questore Luigi Di Ruscio il quale, da profondo conoscitore delle problematiche afferenti al Cpr di Gradisca d’Isonzo, siamo certi apporterà correttivi migliorativi».

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