Disboscato l'argine a Staranzano, scoppia il caso sull'intervento

Disboscato l'argine a Staranzano, scoppia il caso sull'intervento

Dagli Alberoni a Punta Barene

Disboscato l'argine a Staranzano, scoppia il caso sull'intervento

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 02 Nov 2020
Copertina per Disboscato l'argine a Staranzano, scoppia il caso sull'intervento

Il discusso intervento mira a consolidare l'intero argine: in futuro sono previste anche nuove piantumazioni. Per La Sinistra per Staranzano è necessaria "una nuova sensibilità ambientale"

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Un taglio netto alle alberature, quasi “una deforestazione”, come l'hanno definita alcuni cittadini. L'operazione di pulizia e messa in sicurezza dell'argine che dal Lido di Staranzano arriva fino a punta Barene porta con sé anche qualche strascico di polemica. Ma partiamo con ordine.
Qualche giorno fa il Consorzio di Bonifica Pianura Isontina si muove nella direzione di sistemare l'intero argine.

“Sicurezza idraulica, manutenzione e gestione corretta del verde, questo l’approccio con cui il Consorzio di bonifica Pianura Isontina sta mettendo in atto il rifacimento del tratto arginale che va dalla località Alberoni fino alle propaggini di Punta Barene”, si legge in una nota del consorzio. “L’intervento è inserito in un quadro generale di azioni finalizzate all’aumento della resilienza del territorio rispetto ai cambiamenti climatici in atto. L’intero progetto, finanziato dalla Regione per l’importo complessivo di 950mila euro prevede il potenziamento delle capacità di scarico delle portate di picco d’acqua in arrivo all’idrovora Sacchetti, la sistemazione e il ripristino delle sponde di alcuni canali di bonifica, ceduti a causa dell’azione invasiva di nutrie e del gambero rosso della Luisiana e il miglioramento delle capacità di deflusso di vari manufatti idraulici presenti in area”.

Come prima azione la pulizia dell'argine stesso e il consolidamento dello stesso, la cui parte a mare è “attualmente ammalorata dai diversi smottamenti causati proprio dall’effetto combinato della vegetazione cresciuta in forma spontanea e incontrollata e degli eventi atmosferici sempre più frequenti e caratterizzati da bombe d’acqua e forte vento”.
Per quanto riguarda le piante, invece, “ sulla sponda dell’argine si prevede la messa a dimora di un centinaio di nuove piante in sostituzione di quelle tagliate e cresciute in modo incontrollato. Un’attività strutturata a seguito dell’ottenimento delle autorizzazioni dei Servizi Regionali Pianificazione Paesaggistica, Servizio biodiversità, Servizio difesa del suolo e dell’Organo gestore della Riserva naturale regionale “Foce dell’Isonzo”, oltre alla doverosa comunicazione di conformità inoltrata ai comuni di Staranzano e Monfalcone. L’intervento pianificato e concordato con tutti gli organi preposti alla sorveglianza ambientale era ormai urgente a causa del progressivo deterioramento del tratto arginale messo a dura prova già dalla mareggiata del novembre 2019 e non ultimo da quella dello scorso settembre. Sradicamento di piante a causa del forte vento, piovosità a carattere alluvionale e forti mareggiate sono i principali nemici di questa opera di difesa creata già all’inizio degli anni trenta”, conclude la nota del Consorzio.

Secondo La Sinistra per Staranzano, invece, è necessaria “una nuova sensibilità ambientale. Siamo i primi a credere in un progetto di fruizione sopra l'argine, manutenendolo da rovi e boscaglia. Come anche abbiamo sempre chiesto un periodico e organizzato sfalcio sulla ciclabile. Ma la totale tabula rasa di alberi e arbusti che si sta compiendo non riteniamo sia la risposta, anzi. Crediamo sia l'ennesima occasione sprecata di una progettazione organica e razionale”.

“Chiediamo a chi di competenza di chiedere spiegazioni e prendere posizione sul tema”, conclude La Sinistra. “Crediamo sia sempre più urgente una nuova sensibilità ambientale, che non veda la natura solo come un intralcio ai bisogni dell'uomo, ma che sia parte integrante se non la base per una futura cura e programmazione del territorio”.
Nel contempo si è mossa anche la locale sezione di Legambiente che ha annunciato di voler procedere con una richiesta di accesso agli atti a livello regionale. 

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