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Fiume Isonzo in buona salute, ma pesano la siccità e gestione sul confine
Presentati questa mattina in Transalpina i pannelli frutto del lavoro di sette scuole, criticità anche tra Gradisca e Turriaco.
Contaminazione è stata la parola più ricorrente nei saluti delle autorità presenti questa mattina in piazza Transalpina, tra Gorizia e Nova Gorica, alla fase finale del progetto “Isonzo, un corridoio verde. Conoscere il territorio per tutelarne la biodiversità” promosso dall’associazione culturale Scienza Under 18 Isontina. Contaminazione fra scuole e fra città, scambio di idee e competenze hanno guidato questo lavoro che ha impegnato, nel corso di tutto l’anno scolastico, ben quattordici classi di sette diverse scuole: italiane, slovene e con lingua di insegnamento slovena ma ubicate in territorio italiano.
Scuola media Ascoli, istituto comprensivo di lingua slovena ”Trinko”, Isis “D’Annunzio” di Gorizia, Isis Bem di Gradisca e Staranzano, liceo Gimnazja di Nova Gorica, Istituto comprensivo di lingua slovena “Vladimir Bartol” di Trieste e scuola secondaria di primo grado “Sv Ciril in Metod" di San Giovanni di Trieste sono le arealtà attualmente coinvolte in un progetto che ha visto gli studenti impegnati a raccogliere i dati sulla qualità dell’acqua dell’Isonzo in diverse uscite sul territorio e in diversi punti del suo lungo percorso. Come ha spiegato la presidente di Scienza Under 18 Giuliana Candussio, l’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’avvicinamento a GO! 2025.
Nei prossimi due anni, quando anche altre scuole potrebbero aderirvi, il fiume verrà indagato soprattutto negli aspetti della biodiversità che lo caratterizza. La mattinata, baciata da un caldo quanto inaspettato sole, ha visto riuniti i ragazzi di tutte le classi partecipanti e di molte autorità a cominciare dal console generale della repubblica slovena a Trieste, Gregor Šuc, che ha manifestato la propria soddisfazione per il progetto soprattutto perché ruota attorno a un fiume che un tempo divideva ma che ora unisce due città e la scienza. Sono quindi intervenuti il consigliere della Fondazione Carigo Marco Braida, il consigliere regionale Antonio Calligaris, i dirigenti di molte delle scuole partecipanti e Gilberto Bragato del centro Crea di Gorizia, che collaborerà con il progetto nelle sue fasi successive.
Dodici i pannelli che hanno cinto il centro della piazza Transalpina per permettere ai ragazzi di mostrare e illustrare i risultati delle loro indagini sulla qualità dell’acqua. Gli spiegoni, tutti bilingue grazie al lavoro del professor Francesco Biancuzzi, dimostrano che l’Isonzo gode di un buono stato di salute delle sue acque con una normale concentrazione di nitriti, nitrati, fosfati e Bod, un’ottima saturazione di ossigeno disciolto nell’acqua mentre più elevata è la concentrazione di fosfati a Tolmino e Gradisca. Tuttavia, come ha sintetizzato al termine del percorso la professoressa Elisabetta Sdrigotti del Brignoli di Gradisca, si rilevano delle criticità nella gestione condivisa della risorsa idrica a causa dei frequenti periodi di siccità.
Attenzione anche sui prelievi irrigui e idroelettrici che rischiano di non garantire la continuità fluviale, con pesanti conseguenze sulla fauna ittica, sulla capacità di autodepurazione delle acque e sulla ricarica della falda freatica. Ulteriore criticità si rileva a proposito della vegetazione riparia perifluviale, molto compromessa nelle zone di Gradisca e Turriaco a causa di un basso grado di naturalità ecologica e la contemporanea diffusione di piante invasive con campi coltivati che si spingono spesso sin sulle sponde. A ciò va purtroppo aggiunto il degrado per incuria, con numerosi rifiuti plastici e metallici che spesso comportano la presenza di microplastiche nell’acqua.
Il progetto, realizzato grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e della Carigo, verrà ripresentato dagli studenti al Festival dell’acqua di Staranzano, in programma dall’11 al 14 maggio e dal 18 al 20 maggio al Festival della Scienza di Monfalcone.
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