Difendere l'habitat del lago di Cormons, Legambiente lancia l'appello alla Regione

Difendere l'habitat del lago di Cormons, Legambiente lancia l'appello alla Regione

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Difendere l'habitat del lago di Cormons, Legambiente lancia l'appello alla Regione

Di Redazione • Pubblicato il 03 Apr 2021
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L'associazione ambientalista chiede di tutelare l'area nata da un ex cava. Circa una settantina le specie che trovano qui casa.

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Guarda alla tutela dell'ecosistema di Bosc di Sot a Cormons la nuova azione intrapresa da Legambiente Gorizia, Pochi giorni fa, infatti, l'associazione ha inoltrato gli uffici regionali competenti una formale richiesta di avvio dell’iter di istituzione di un biotopo che ricomprenda la vasta zona umida. La legge regionale 42 del 30 settembre 1996, infatti, definisce come biotopo naturale “un'area di limitata estensione territoriale caratterizzata da emergenze naturalistiche di grande interesse e che corrono il rischio di distruzione e scomparsa”. Questo sarebbe il caso dei laghi originatesi nella località dall’interruzione dell’attività estrattiva a cielo aperto dell’argilla e della vicina lanca accanto al torrente Versa.

Si tratta di 55 ettari complessivi, di cui 11 occupati da acque dolci, attorno ai quali sono state finora rilevate con certezza 9 specie di anfibi, 32 di uccelli e 9 di mammiferi. "Notevole - scrive il gruppo in una nota - il fatto che 11 fra le specie ornitiche rilevate siano inserite nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE 'Uccelli' (recepita dalla L.N. n. 157/1992), che prevede per queste misure speciali di conservazione per quanto riguarda il loro habitat, al fine di garantirne sopravvivenza e riproduzione nel lungo periodo attraverso una rete coerente di Zone di Protezione Speciale, mentre 4 anfibi, l’ululone dal ventre giallo, il rospo smeraldino, la rana agile e la rana di Lataste sono inclusi nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE 'Habitat' (recepita dal D.P.R. n. 357/1997)".

Queste, quindi, sono "specie d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa e la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione". Una tale varietà faunistica "è sostenuta e garantita dalla grande varietà di habitat terrestri e d’acqua dolce, presenti tanto all’interno del perimetro dell’ex cava quanto nelle immediate vicinanze, capaci di costituire zone di rifugio, alimentazione e riproduzione anche per diverse specie di mammiferi e non ultimi, di insetti e altri invertebrati legati alle acque dolci. Il bosco che cinge il vecchio sito estrattivo costituisce inoltre un elemento complementare all’area umida, fungendo da robusta 'zona tampone' rispetto alla matrice circostante, quasi interamente destinata alla viticoltura intensiva".

La zona umida di Bosc di Sot, composta principalmente da un lago e due stagni, è un elemento unico nel paesaggio del Collio. Gli altri specchi d’acqua infatti sono di dimensioni inferiori e con caratteristiche diverse. L’integrità dell’intero comprensorio potrebbe essere garantita da un regime di tutela che impedisca stravolgimenti ambientali irreversibili, indipendentemente da quale soggetto, pubblico o privato, rileverà l’area, attualmente una proprietà privata in liquidazione. "L’intento dell’iniziativa è quello della tutela dei valori naturalistici del sito, mirando alla conservazione della grande varietà di habitat che vi insistono e, dove necessario, al ripristino o restauro delle condizioni ecologiche compatibili al mantenimento delle sue emergenze naturalistiche".

"Ciò - conclude la nota - non può entrare in conflitto con l’eventuale investimento di un privato, anzi costituirebbe un grande valore aggiunto dal momento che i consumatori cercano sempre di più la sostenibilità ambientale nei prodotti che acquistano. Tutto questo appare tra l’altro in linea con quanto affermato dalla Commissione europea nel suo documento del 2020 Strategia dell'Ue sulla biodiversità per il 2030. Riportare la natura nella nostra vita, dove tra gli obiettivi figura quello della protezione e ripristino degli ecosistemi d’acqua dolce, assieme all’incremento della biodiversità negli agroecosistemi e l’estensione della rete coerente di Aree Protette".

Foto Michele Tofful/Facebook

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