«Dibattito su nucleare è surreale», il presidente di Legambiente a Ronchi

«Dibattito su nucleare è surreale», il presidente di Legambiente a Ronchi

L'intervista

«Dibattito su nucleare è surreale», il presidente di Legambiente a Ronchi

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 16 Set 2022
Copertina per «Dibattito su nucleare è surreale», il presidente di Legambiente a Ronchi

Stefano Ciafani stasera ospite in piazzetta Francesco Giuseppe, «serve ambientalismo moderno».

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L’emergenza energetica ha monopolizzato il dibattito politico, alla vigilia delle elezioni del 25 settembre, ma l’aspetto ambientale sembra rimanere ancora nell’ombra. Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, lo evidenzia più volte illustrando una situazione nazionale mai come oggi a un bivio: puntare sulle rinnovabili o investire ancora in modo massiccio nel fossile e altre fonti di energia. Un tema che sarà al centro dell’incontro in programma questa sera a Ronchi, in piazzetta Francesco Giuseppe.

Dialogando con la giornalista Elisa Cozzarini, l’ambientalista chiuderà la rassegna “Emergenza climatica” ideata da Leali delle Notizie e il circolo Legambiente di Monfalcone. Anticipando i punti della serata, in programma dalle 20.30, Ciafani puntualizza subito la posizione sul nucleare, tornato al centro delle discussioni: “Il dibattito è surreale, dobbiamo superare un modello centrico com’era nel 1987, all’epoca del primo referendum sul tema. Dobbiamo rendere più accessibile l’elettrico, con il nucleare non abbassiamo le bollette”.

Il numero uno del sodalizio rimarca che, altrimenti, “investiamo oggi per vedere realizzato qualcosa tra 15 anni. Oggi abbiamo un milione di impianti che producono energia elettrica. Pochi Paesi, tra cui Cina e India, investono ancora in quell’altra tecnologia. Il nucleare di nuova generazione? La Finlandia ha ultimato il suo reattore dopo 12 anni di lavoro, in Normandia il secondo reattore è costato quattro volte di più rispetto al preventivo. È una tecnologia morta e l’ha uccisa il libero mercato, dobbiamo seguire il modello tedesco”.

Questo prevede che, nel 2035, l’energia elettrica sarà prodotta solo da rinnovabili. All’aspetto di indirizzo politico, però, c’è anche quello normativo, a partire da una “giungla” di decreti attuativi che servono ancora per sbloccare le aree dedicate agli impianti green e alle Comunità energetiche, in ritardo rispetto alla tabella di marcia prefissata. Sempre dal governo, inoltre, si attendo i nuovi finanziamenti Pnrr per il fotovoltaico e agrovoltaico, ossia i pannelli da collocare sui campi: “Oggi c’è la tecnologia per installarli e continuare a fare agricoltura”.

Ciafani non nega che, sul tema, in passato siano stati fatti errori di valutazione e di narrazione dei pannelli solari. In ogni caso, “le campagne si spopolano anche perché gli agricoltori non ce la fanno ad andare avanti, bisogna dargli la possibilità di prodursi da solo l’energia”. Un aspetto, quella della ricerca di energia, che vede in prima linea la Regione Friuli Venezia Giulia nel progetto di Valle dell’idrogeno, insieme a Slovenia e Croazia: “Non è il sol dell’avvenire ma un tassello, dobbiamo elettrificare al massimo ma alcune cose non possono esserlo”.

In quel caso, questa alternativa - se prodotta a sua volta da rinnovabili - può essere una risorsa secondo Legambiente. Sull’aspetto prettamente politico, il presidente non ha lesinato critiche a candidati ed elettorato: “La politica dice le cose che le persone vogliono sentirsi dire e queste seguono la cronaca. Ci sono però anche i temi dell’economia circolare, della carenza idrica, dello smog e tanto altro. Il Paese deve essere più maturo sui temi e affrontarli tutti”. Guardando sempre alla Germania, si nota anche l’assenza di un partito verde forte.

“In Italia - ancora il presidente nazionale - i Verdi è sempre stato ideologico, rimasto al 2%. È una parte minoritaria dell’ambientalismo, da cui noi prendiamo le distanze, ossia quello che dice solo no. In Germania c’è un ambientalismo moderno, che trova soluzioni. Anche il Movimento 5 stelle è stato solo contro le cose, ma alla prova dei fatti si è ridotto a essere irrilevante. A Roma, Gualtieri dopo aver iniziato bene è tornato a politiche di 30 anni fa. Il centrodestra è sempre stato carente su questi temi, anche se in Fratelli d’Italia ci sono alcune figure”.

Nella foto: il sindaco di Ronchi, Mauro Benvenuto, con il presidente Stefano Ciafani.

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