Deportati e mai più tornati, Gradisca svela quattro Stolpersteine

Deportati e mai più tornati, Gradisca svela quattro Stolpersteine

le commemorazioni

Deportati e mai più tornati, Gradisca svela quattro Stolpersteine

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Gen 2022
Copertina per Deportati e mai più tornati, Gradisca svela quattro Stolpersteine

Il ricordo con le scuole nel cimitero ebraico e in città, momento raccolto sull'Ara Pacis.

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Il ricordo non solo come sforzo per non dimenticare, ma soprattutto per trasmettere quanto accaduto ai più giovani. È con questa consapevolezza che oggi, a Gradisca, si è ricordata l’orribile pagina di storia della Shoah dentro le mura del cimitero ebraico di via dei Campi. Insieme all’amministrazione locale e alcuni cittadini, infatti, la commemorazione ha visto partecipi alcuni studenti dell’Istituto Brignoli e delle locali scuola medie, che si sono ritrovati in silenzio a 77 anni di distanza da quando i cancelli di Auschwitz sono stati abbattuti.

Quanto si rivelò agli occhi dell’Armata rossa, quel 27 gennaio 1945, divenne il simbolo dell’orrore sceso in terra. Immagini che erano già venute alla luce quando gli stessi sovietici fece irruzione in altri campi di concentramento più a est, avanzando verso Berlino. Il vicesindaco Alessandro Pagotto ha quindi ricordato la sensibilità di Gradisca verso queste vicende, tra i primi comuni in regione a celebrare - prima ancora della legge nazionale - il ricordo di chi morì sotto la bandiera della “superiorità della razza”. Storie che hanno toccato la stessa cittadina.

Proprio per questo, dopo il momento in cimitero e la deposizione della corona d’alloro, gli studenti e gli esponenti della giunta hanno proseguito il viaggio nell’ex fortezza. Per l’occasione, sono state svelate quattro pietre d’inciampo, le Stolpersteine dell'artista tedesco Gunter Demnig, che ricorderanno d’ora in poi altrettanti concittadini catturati e deportati nei lager. La prima resa nota è stata quella di Amedeo Quargnal, all’inizio di via Roma, seguita dalla pietra per Luciano Pussgi, in via Aquileia. Quindi quella in memoria di Arrigo Marega, in via Marziano Ciotti.

Infine, l’ultima svelata è stata quella in piazza Unità d’Italia, dedicata a Eugenio Venuti. Si tratta di quattro uomini catturati da giovani - l’unico con più di 40 anni era Venuti - e rinchiusi nei campi. Solo Quargnal riuscì a essere liberato da Mauthausen, morendo però il 27 luglio ’45. I profili saranno al centro di un progetto dell’amministrazione locale e l’associazione 4704. A guidare i ragazzi c’erano gli assessori alla cultura, Marco Zanolla, e alle politiche sociali, Francesca Colombi, nonché il vicepresidente della comunità ebraica di Trieste, Livio Vasieri.

Presente anche il responsabile della sinagoga di Gorizia, Lorenzo Drascek, che ha raccontato le vicende dei quattro deportati. Oltre a Gradisca, anche altri centri e comunità della zona hanno reso omaggio la Giornata della memoria, a partire da Medea. Sul colle dell'Ara Pacis, quest’anno non ci sono state le scolaresche come da tradizione a causa della pandemia, con una cerimonia limitata al ricordo da parte del sindaco Igor Godeas. A Cormons, invece, la Lega giovani Fvg ha acceso le candele davanti la stele di via Francesco di Manzano, insieme al sindaco Roberto Felcaro.

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