Dal degrado alla valorizzazione, rinasce la chiesetta dell’ex ospedale civile di Monfalcone

Dal degrado alla valorizzazione, rinasce la chiesetta dell’ex ospedale civile di Monfalcone

IL RECUPERO

Dal degrado alla valorizzazione, rinasce la chiesetta dell’ex ospedale civile di Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Mar 2025
Copertina per Dal degrado alla valorizzazione, rinasce la chiesetta dell’ex ospedale civile di Monfalcone

Pronto il recupero dell’edificio sacro, un progetto da 380.200 mila euro. Nelle adiacenze sorgeranno anche una casa di riposo e un centro residenziale.

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La riqualificazione della chiesetta dell'ex ospedale civile intitolata a San Giovanni di Dio a Monfalcone è sempre più vicina. L’edificio si trova all’interno di una proprietà privata, quella dell’Impresa Tonon Spa. Si tratta di un bene culturale vincolato. La chiesa risulta sconsacrata come espresso da una nota inviata al Comune dall’Arcidiocesi di Gorizia il 29 luglio 2024. La riqualificazione rientra nelle opere di urbanizzazione secondaria. Il proponente – cioè il Comune – prevede il recupero della chiesa, “a scomputo parziale” degli oneri di urbanizzazione secondaria dovuti, per il valore di 380.200 euro. Il punto sulla situazione è stato fatto stamattina alla presenza dell’assessore comunale uscente alle priorità strategiche Anna Cisint, dell’assessore uscente alla cultura Luca Fasan assieme all’architetto Francesco Morena e all’architetto comunale Nicola Vazzoler.

«Continua la nostra battaglia ai buchi neri della città – sono le parole dell’assessore Cisint – si tratta dell’importante recupero di uno dei luoghi cristiani della città». A tracciare la road map del piano di riqualificazione è stato l’architetto Morena. Mentre sono ancora in corso le operazioni di disboscamento dell’area, stamattina sono partiti i primi rilievi per provvedere alla messa in sicurezza immediata dell’edificio che attualmente si presenta murato. Poi, saranno recuperati i disegni tecnici della chiesa che ha una dimensione lorda di 132 metri quadrati. A seguire ci sarà l’analisi dello stato delle murature. Entro i prossimi sette mesi, si procederà ad avanzare una proposta di progetto alla Soprintendenza dei Beni Culturali che tutela l’edificio ma non ha vincoli monumentali d’interesse. Una volta ricevuto l’ok, i lavori dureranno 18 mesi.

L’edificio sacro si trova attualmente in un totale stato di degrado. Nello specifico, il tetto è collassato al suo interno e anche le pareti laterali si presentano in condizioni seriamente precarie. Si dovrà procedere al recupero della campana e a quello del rosone posto sulla facciata della chiesa. Previste accurate valutazioni sui restauri degli affreschi anche se gli anni passati nell’incuria sono stati molti. Si pensa all’installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento. Una volta riaperto, il sito potrebbe ospitare visite guidate previste all’interno del sistema museale cittadino e potrebbe essere sede per la celebrazione di matrimoni civili. Manca il progetto, quindi si metterà allo studio, l’istituzione di un ingresso all’area tra via Aquleia e via dell’Istria.

Tra alcuni mesi, i progetti elaborati nel dettaglio dall’architetto Morena verranno consegnati e si presenteranno “armonizzati” in base alla convenzione approvata.
Tra le proposte di rinascita dell’area adiacente alla chiesetta, si prevede la realizzazione di un centro residenziale con una quarantina di nuovi appartamenti. La nascita di alcune attività commerciali resta per ora una sola ipotesi mentre sembra più plausibile il progetto per veder sorgere una nuova casa di riposo. Garantiti invece gli spazi verdi che troveranno collocazione nell’area in base agli indici previsti dal piano attuativo e nel rispetto della tutela del consumo di suolo.

Foto di Fabio Bergamasco e Salvatore Ferrara

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