l'intervista
Davide Toffolo porta il suo Bestiario a Turriaco, «il fumetto ha nuove forme»

Il fumettista e musicista di Pordenone sarà ospite venerdì in piazza Libertà di Contaminazioni digitali, insieme al suo Bestiario con 60 animali.
Un rocker fumettista o un artista prestato al rock. Davide Toffolo è come un prisma quando si parla di personalità, riflettendo numerose sfumature quando si toccano il disegno e musica. Iconico frontman dei Tre allegri ragazzi morti, storica band indie di Pordenone, è anche e soprattutto autore di fumetti con numerose pubblicazioni alle spalle su temi a dir poco impegnativi: dalle biografie di Pier Paolo Pasolini e Primo Carnera all’orrore dei campi di concentramento fascisti per sloveni e croati in Friuli. Sarà ospite venerdì a Turriaco.
Il suo nome è infatti tra quelli dei protagonisti di Contaminazioni Digitali, che dal 29 giugno al 2 luglio animeranno piazza Libertà grazie all’associazione Quarantasettezeroquattro. Il fumettista pordenonese, che cela il proprio volto dietro una maschera altrettanto iconica, sarà in scena venerdì alle 21 con il suo Bestiario: una galleria di magnifici animali in uno spettacolo diviso in tre parti, che unisce immagine a musica. “Disegnare animali mi serve per essere più vicino a loro” ci racconta, anticipando la serata.
Il fumetto e le graphic novel trovano sempre più spazio nel campo letterario, la vittoria di Zerocalcare al Premio Terzani n'è l’ultima testimonianza. Il fumetto ha trovato linguaggi nuovi rispetto al passo o è cambiato il gusto del pubblico?
Certo, questo di oggi è un mondo nuovo. Il linguaggio del fumetto ha trovato nuove forme. Una di queste è la graphic novel che sta nelle stesse librerie dove si vendono i romanzi. Il momento è incredibile. Il panorama italiano vede una squadra di autori bravissimi e diversi fra loro. Ogni editore ha una sezione dedicata al fumetto. Riusciremo ad arginare la prepotenza dei manga?… è una battaglia aperta (ride, ndr).
Lei ha realizzato L’inverno d’Italia, tradotto anche in sloveno. Pensa che quell’opera ha aiutato i più giovani a scoprire un capitolo poco conosciuto della nostra storia?
L’Inverno d’Italia parla del piani di deportazione e di epurazione etnica messi in opera della Stato italiano all’inizio degli anni Quaranta, con le popolazioni slovena e zingara e della vita e della fuga del campo di concentramento di Gonars. Spero che il libro provochi in chi lo legge lo stesso stupore e sgomento che ha prodotto in me la scoperta di questa parte della storia, nascosta agli italiani.
Quanta musica c’è nei suoi disegni, prima ancora che nei suoi testi?
Beh, sono doppio e ormai lo sanno tutti. Mi ritengo un disegnatore che è diventato una rock star. Il ritmo è una componente essenziale della scrittura per immagini. Una delle mie ossessioni anche. Ma non è la sola.
Le sue bestie del Bestiario sono allegorie dell’uomo o si tengono alla lontana dei suoi “difetti”?
Il mio bestiario raccogli 60 disegni e altrettante storie, secondo me sono poesie. Disegni di periodi e tecniche diversi. Disegnare animali mi serve per essere più vicino a loro. Soffro l’egocentrismo dell'antropocene e cerco nel disegno una magia per ricongiungermi con il regno animale. Anche lo spettacolo che farò a Turriaco è un rito di ricongiungimento. Devo solo decidere quale animale disegnare.
Un fumetto racconta meglio la natura rispetto alla sola voce scritta del narratore?
Non tutti sanno ancora leggere i fumetti, quindi credo siano proprio due vie diverse. Parallele, ogni tanto tangenti, comunque diverse.
Lo stupore giocoso del bambino davanti ai disegni delle favole diventa lo stupore amaro di chi sfoglia un racconto a fumetti, dove al centro ci sono i mali dell’uomo?
Questo che descrive è la sensazione che si può provare alla lettura de L’inverno d’italia. In Bestiario ci sono diversi registri di scritture, come diverse sono le tecniche usate per i disegni, a volte realisti, altre volti fantastici. A volte grotteschi e altre eleganti.
A scuola scrivere è una delle cose che gli insegnanti sarebbero tenuti a “insegnare”, ammesso che si possa parlare effettivamente di insegnare a scrivere (aldilà della correttezza ortografica e di come comporre formalmente un testo). Le classi di italiano del futuro insegneranno anche a organizzare un plot fumettistico?
Questa è una bella ipotesi. Scrivere a fumetti potrebbe essere un buon modo per capire come usare le immagini. C’è un concorso ormai ventennale nelle scuole friulane e slovene che nasce con questo intento e si chiama "Viva i fumetti", realizzato dall’associazione pordenonese Vivacomix e da Stripburgher di Lubiana. È un'idea meravigliosa!
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