Daniele Gouthier spiega la ‘sua' matematica: «Non è un labirinto ma un esercizio di libertà»

Daniele Gouthier spiega la ‘sua' matematica: «Non è un labirinto ma un esercizio di libertà»

L'incontro

Daniele Gouthier spiega la ‘sua' matematica: «Non è un labirinto ma un esercizio di libertà»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 15 Gen 2025
Copertina per Daniele Gouthier spiega la ‘sua' matematica: «Non è un labirinto ma un esercizio di libertà»

A Gradisca d’Isonzo l’autore presenterà il suo ultimo libro ‘Matematica fuori dalle regole’ con il professore di Letteratura Italiana Alberto Cecon.

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In una sua celebre battuta lo scienziato ungherese John Von Neumann sostenne che «in matematica non si capiscono le cose. Semplicemente ci si abitua». Nato a Torino nel 1969 Daniele Gouthier invece non ha dubbi: la matematica non è un labirinto, ma un esercizio di libertà. Autore di una decina di libri - fra cui due romanzi, oltre a testi di matematica e saggi - Gouthier presenterà nella serata di oggi, 15 gennaio 2025, il saggio “Matematica fuori dalle regole. Guida di sopravvivenza per genitori e insegnanti”, edito da Feltrinelli e in libreria dallo scorso ottobre. Durante l’incontro aperto al pubblico il matematico e scrittore dialogherà con il docente di Letteratura italiana Alberto Cecon.

Una serata realizzata in collaborazione con la Libreria Faidutti di Gorizia - oltre che curata dall’assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca comunale di Gradisca - che avrà inizio alle 18 presso la Sala Conferenze del Polo culturale di Casa Maccari in via della Campagnola 18 a Gradisca d’Isonzo. «La matematica è spesso difficile da capire in quanto è astratta – spiega raggiunto al telefono – una materia lontana dalla nostra quotidianità». Laddove i nostri sensi sembrano ingannarci e spesso non ci consentono di distinguere due rette parallele, ci vengono incontro gli strumenti di Euclide e dei matematici che hanno segnato la storia dell’umanità. «Oggi risulta difficile da comprendere soprattutto a causa dell’ansia diffusa in ambito scolastico, temo non solo in questa disciplina». Fonte di ansia sono spesso le famiglie, iperprotettive ed eccessivamente presenti, che per aiutare nell’impegno domestico i propri figli concedono ai ragazzi scarsa autonomia. «Tanti genitori pensano che, avendo avuto un vissuto complicato con la disciplina, anche i figli possano non essere all’altezza». Il volume fresco di pubblicazione spiega invece come sia indispensabile sostenere il pensiero autonomo, identificando quei territori nei quali i genitori possano progettare un intervento in grado di favorirne l’apprendimento. «Non possiamo immaginare, perché non è nello spirito dei tempi, che i genitori stiano lontani dai compiti dei figli, anche se sarebbe auspicabile. Se proprio devono stargli accanto, è necessario che abbiano il senso della disciplina», specifica.

Partendo dal significato etimologico del termine, nel suo primo capitolo Gouthier ribadisce come la scienza dei numeri debba essere insegnata con leggerezza e lentezza, in maniera che rappresenti un «bagaglio leggero», prestando attenzione ai tempi della trasmissione e a quelli dell’esperienza e muovendosi in un territorio in cui non vi siano soltanto regole, quanto piuttosto possibilità e libere scelte. «La parola “matematica” vuol dire “arte di apprendere” – spiega – per impararla abbiamo bisogno di due elementi: di non essere troppo appesantiti, in quanto serve un insegnamento e un’attenzione leggera sulla disciplina; e poi c’è bisogno di lentezza. Oggi purtroppo viviamo in un’epoca in cui tutto è molto veloce, mordi e fuggi».

Dagli acquisti istantanei su Amazon ai piatti ordinati su Deliveroo, il mondo in cui viviamo si traduce ormai in una disordinata sequenza di azioni virtuali intersecate al quotidiano. «Compro su Amazon in un secondo, ma con l’apprendimento di una disciplina astratta non funziona così. Questo è uno dei suggerimenti forniti dal libro, scritto guardando a genitori e insegnanti nel tentativo di costruire un dialogo». In generale Gouthier ritiene che i docenti siano portatori di uno sguardo «professionale e competente», ma che la trasmissione di questa scienza esatta sia troppo spesso rivolta al risultato, piuttosto che al pensiero e al ragionamento del percorso compiuto per raggiungerlo. «A scuola viene lasciato poco spazio alla dimensione dell’immaginazione e della creatività – aggiunge – che in matematica si esplicita in alcune situazioni, come la risoluzione di problemi sfidanti. C’è creatività anche nella rappresentazione della visualizzazione del corso di matematica. Tutto ciò viene agito poco, a favore di aspetti più tecnici. Questa è l’unica cosa che posso appuntare alla scuola». Per quanto riguarda i genitori lo scrittore nota in loro un senso d’inadeguatezza di fronte ai compiti assegnati ai figli, proponendo di non aiutarli.

«C’è inoltre la preoccupazione di dover fornire supporti in più, che in realtà creano interferenza con il lavoro dell’insegnante», prosegue. Per puntare poi il dito sul contesto nel quale viviamo nell’era di Internet caratterizzato da una sovrainformazione, dove la conquista della felicità pare osteggiata dall’eccesso di stimoli. Lo affermava già Bertrand Russell nel suo saggio del 1930, sottolineando come «una generazione che non riesce a tollerare la noia è una generazione di uomini piccoli, nei quali ogni impulso vitale appassisce». Ed è riferendosi al filosofo e logico che Gouthier evidenzia come il contesto sia sovraccarico d’informazione e non conceda spazio alla noia. «I nostri bambini e ragazzi sono frastornati da segnali, che sono quelli di Internet, ma anche quelle delle tante attività che svolgono al pomeriggio. Persone che non hanno occasione di annoiarsi, mentre la noia è una condizione necessaria. Quando mi annoio capisco quali sono le cose che m’interessano. Se invece c’è qualcuno che mi impone di fare un compito, di andare a pallacanestro, a catechismo, e così via, quando capisco cos’è che m’interessa? La risposta spesso è mai, purtroppo. E tutto ciò è triste». Oltre alla frenesia del nostro tempo l’autore nota un’incapacità da parte delle nuove generazioni di rappresentare e schematizzare una figura descritta a parole.

«Per i ragazzi sta diventando sempre più difficile. È come se avessero difficoltà a collocarsi e vedersi nello spazio, e questo per l’apprendimento della geometria può diventare un problema». Una parte che lo scrittore affronta sostanzialmente nel capitolo quattro dedicato a “Forme e figure”, proseguendo con “Grandezze e misure” e “Rischi e probabilità”, per poi concludere con la delizia dei “Giochi da fare in compagnia”. «In ogni paragrafo ho inserito degli “inciampi”, errori frequenti che tutti noi compiamo quando impariamo o insegniamo la matematica. Spesso di fronte all’errore ci si sente colpevole, mentre sapere che sono errori che capitano nella testa di tanti altri può condurre nella giusta prospettiva e farci dire: “Ok. Li hanno compiuti anche altri, li hanno superati. Perché non dovrei superarli anche io?».

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