Cristianesimo e Islam a Monfalcone, il M5S: «Necessari approcci inclusivi»

Cristianesimo e Islam a Monfalcone, il M5S: «Necessari approcci inclusivi»

LE OSSERVAZIONI

Cristianesimo e Islam a Monfalcone, il M5S: «Necessari approcci inclusivi»

Di S.F. • Pubblicato il 14 Dic 2024
Copertina per Cristianesimo e Islam a Monfalcone, il M5S: «Necessari approcci inclusivi»

I pentastellati Capozzi e Piemonte criticano alcuni spot dell’europarlamentare leghista Anna Cisint apparsi recentemente su dei cartelloni mobili stradali.

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«Negli ultimi giorni, ben visibile sui cartelloni mobili presenti a Monfalcone, è apparso un messaggio che ha acceso il dibattito pubblico. L’eurodeputata ed ex sindaca locale, Anna Cisint, viene infatti ritratta accanto a una frase provocatoria: ‘In Europa per la difesa delle nostre radici cristiane’. Si tratta, ovviamente, di un chiaro riferimento alla battaglia politica che ormai da tempo porta avanti contro quella che definisce ‘l’islamizzazione’ del territorio, tema controverso che divide l’opinione pubblica e che solleva domande su come interpretare e vivere il concetto di radici culturali e religiose».

Lo sottolineano, attraverso una nota stampa congiunta, Marco Piemonte in qualità di rappresentante del Gruppo territoriale del M5S goriziano e la consigliera regionale pentastellata, Rosaria Capozzi. «Questa rappresentazione sembra tuttavia suggerire una visione che rischia di trasformare un’identità religiosa in un’arma per tracciare confini, anziché come un ponte per il dialogo. Monfalcone, città dalla forte industrializzazione, ha infatti costruito il suo futuro grazie a una comunità multiculturale, attratta dalla richiesta di manodopera. Eppure, anziché riconoscere questa ricchezza, si assiste spesso a una narrazione divisiva, che vede il ‘diverso’ come una minaccia» continuano.

«All’opposto di quanto accade a Monfalcone – proseguono gli esponenti – esempi virtuosi arrivano da altre parti del mondo. A Houston, in Texas, una comunità musulmana ha infatti lanciato una campagna di dialogo interreligioso, esponendo un cartellone che recita: ‘Per essere musulmani bisogna credere anche in Gesù e nella Vergine Maria’. L’iniziativa, promossa da Abdul-Jaleel, ha favorito l’incontro tra persone di diverse fedi, creando momenti di condivisione e comprensione reciproca tra musulmani, cristiani e altre comunità religiose». «Questo approccio inclusivo - motivano Capozzi e Piemonte – non solo ha aperto un dialogo, ma ha anche mostrato come si possano celebrare i punti in comune, senza rinunciare alla propria identità. Al contrario, tali iniziative arricchiscono la comunità, costruendo ponti di pace e cooperazione».

«A Monfalcone si parla spesso di difesa delle radici cristiane, ma viene da chiedersi cosa ciò significhi veramente. Le radici cristiane non si limitano a un’identità culturale o a un simbolo da proteggere, ma rappresentano valori profondi come l’amore, l’accoglienza e il dialogo. Se queste radici vengono utilizzate per giustificare muri e divisioni, non rischiamo forse di tradirne il significato più autentico? Difendere non dovrebbe significare isolare, ma invece aprire al confronto, accogliere, costruire un futuro più giusto e solidale». «Celebrare ciò che unisce le fedi, anziché concentrarsi su ciò che le divide, non è un segno di debolezza, ma di forza. Chi ha davvero a cuore le radici cristiane dovrebbe riflettere su come queste possano guidare verso la costruzione di una società pacifica, rispettosa delle diversità e proiettata verso il bene comune. Le radici sono solide quando servono a crescere, non a rinchiudersi» così Capozzi e Piemonte in chiusura.

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