l'appello
Crisi presidi polizia a Gorizia, il sindacato Siulp: «A rischio gestione flussi 2025»
Il sindacato lamenta la carenza di organico, in particolare tra gli agenti specializzati ai controlli di frontiera, lanciando l'appello alle istituzioni.
La provincia di Gorizia si trova di fronte a una crisi imminente nei suoi presidi di specialità della Polizia di Stato, in particolare alle frontiere: a denunciarlo è il Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia (Siulp), che lancia un appello affinché vengano adottate misure immediate. Da mesi, la sigla ha condotto una vertenza, anche attraverso denunce pubbliche, per evidenziare i rischi che corrono gli uffici di specialità delle forze dell'ordine dislocati tra Gorizia, Monfalcone e Ronchi dei Legionari.
Luoghi fondamentali, spiega il Siulp, per contrastare le minacce presenti sulle reti virtuali, gestire la mobilità di merci e persone e condurre controlli di frontiera complessi e delicati. Purtroppo, lamenta che le richieste fatte sono cadute nel vuoto, e le sollecitazioni ai vertici delle rispettive specialità non hanno sortito effetto. Se la tendenza non viene invertita, avverte la segreteria, la provincia non sarà pronta ad affrontare i flussi di persone e turisti attesi in vista dell'imminente della Capitale europea della cultura 2025.
«Già ora la situazione è critica e richiede immediate correzioni per quel che riguarda il settore Polizia di Frontiera di Gorizia», riporta una nota dei rappresentanti dei poliziotti. Più del 60% degli operatori attualmente impiegati non sono specialisti, ma soldati, carabinieri, finanzieri e poliziotti aggregati da diverse parti d'Italia. Si tratta di una soluzione temporanea ed emergenziale. Il Siulp sostiene che basterebbe colmare il divario di personale, assegnando un terzo di specialisti in più per ottenere un dispositivo altrettanto efficace, se non di più.
Tuttavia, la situazione preoccupa anche di più presso il presidio dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari, dove i servizi vengono garantiti solo grazie allo straordinario impegno degli operatori. Questo ha dovuto estendere i suoi servizi, oltre al porto di Monfalcone, anche al Trieste Airport. Nel centro bisiaco, avvisa la sigla, non si può replicare il modello adottato a Gorizia perché «l’impiego di personale non specializzato ai controlli passeggeri in arrivo e partenza potrebbe comportare ritardi incompatibili con le esigenze dello scalo aereo».
Il Siulp ha raccolto dati e dettagli sulla situazione e li porterà all'attenzione del Dipartimento tramite la sua segreteria nazionale nel prossimo mese di aprile. Nel frattempo, l'appello è rivolto anche alle istituzioni locali, regionali e ai parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Si dichiara disponibile a fornire ulteriori dettagli e a collaborare con chiunque voglia approfondire la questione, affinché venga trovata una soluzione adeguata a questa situazione critica alla sicurezza e l'efficacia dei servizi di polizia nella provincia di Gorizia.
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